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tw: sesso

23 Maggio, 11:30am

Sono sulla stessa panchina dove si erano scambiati il loro primo bacio, esattamente come quella mattina, ché Simone si è svegliato tristissimo e Manuel gli ha promesso una sorpresa.

L'ha portato a quel chioschetto dei gelati perché questa volta sono liberi, liberi da qualsiasi tipo di minaccia, di pericolo, liberi di amarsi, come due normali ragazzi.

E quando ha visto gli occhi di Simone brillare, luccicare di felicità, ha capito di aver fatto la cosa giusta.

Ha ordinato lui i due coni. Cioccolato e pistacchio. Ed ora, sulla stessa panchina, capisce che quello è l'uomo con cui vuole passare il resto della vita.

«Simo... mi fai assaggia' 'sto cioccolato?» chiede.

Simone ride, ma poi porta davvero il gelato alle labbra, sporcandosele, per poi baciare l'altro.

E Manuel sa che quei gelati avranno vita breve, ché fa caldo e loro sono seduti al sole, ma non può trattenersi.

Con la mano libera accarezza i ricci di Simone, poi si avvicina al suo orecchio.

«Non ti chiedo di sposarmi qua perché ti meriti tutte le cose più belle del mondo e quindi pure 'na bella proposta, però ti volevo di' che io co' te ci vorrei passa' tutta la vita mia» sussurra, e Simone sente il calore del suo respiro sul suo orecchio e non capisce più.

Poi Manuel si allontana, lo guarda negli occhi.

«Lo so che ci conosciamo da poco, che c'abbiamo tante cose da dirci, da sape', però io... io... non me dispiacerebbe passare tutti i miei gior-»

Simone lo interrompe. Lo fa tirandolo violentemente verso di sé e baciandolo, pur sapendo che chiunque potrebbe vederli e non è di sicuro un bacio casto, dato che si sta impegnando affinché tutta la sua lingua scivoli verso quella di Manuel, ma non gli importa. Non gli importa neppure dei gelati drammaticamente precipitati sul pavimento.

Vuole solo-

«Portami a casa Manuel, adesso» sospira sulla sua bocca, e Manuel sente già che sarà particolarmente difficile giungere all'appartamento.

Ne ha la conferma quando, una volta alla guida della moto, Simone inizia ad accarezzare il suo petto, sotto la camicia, scendendo poi fino all'elastico dei boxer, in cui infila il mignolo della mano destra.

Rischiano di schiantarsi più di una volta, soprattutto quando Simone stringe le cosce attorno al suo bacino, prima di spostare la mano e passarla direttamente sul rigonfiamento tra le sue gambe, stringendo. Gli sta praticamente servendo su un piatto d'argento l'antipasto di ciò che ha intenzione di fargli una volta arrivati a casa e Manuel non sa quanto a lungo riuscirà a controllarsi.

Ringrazia qualsiasi divinità quando vede il garage di Simone.

Parcheggia la moto nel peggior modo possibile e dà a Simone soltanto il tempo di togliere il casco che subito lo sta baciando.

Tiene entrambe le mani intorno al suo collo, sente il sapore di cioccolato mischiarsi a quello di Simone, quello che ha imparato ad amare, e la sola idea di poter finalmente farlo suo, esser suo, lo fa impazzire.

«Simo» ansima nella sua bocca. «Non ce sto capendo un cazzo Simo» confessa, tra un bacio e l'altro, ché Simone, non appena lui si è scostato, ha subito inizia a baciargli il collo e lui senza riflettere ha piazzato una mano tra i suoi capelli.

Sono nuvole, pensa.

«Nemmeno io» risponde Simone, soffiando sul suo petto. Inizia ad aprirgli la camicia, gli lascia un bacio umido sullo sterno. «Però ti amo, ti voglio».

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