"Cazzo."
Jimin si infilò repentinamente nell'auto e la mise in moto. Sul sedile affianco al suo sedeva Layla ad occhi chiusi, ancora debole e forse anche con qualche decimo di febbre. Il ragazzo guardava lei, poi guardava dietro di sé per sfuggire ai proiettili volanti. Guardava Layla. Guardava i talebani che li inseguivano funesti. E mentre cercava di scappare e di mettere in salvo la sua vita e quella della ragazza, Jimin pensava che non sarebbe dovuto morire quel giorno, che non sarebbe stato dimenticato e che avrebbe fatto di tutto pur di vivere un'altra ora, un altro mese, un altro anno. Perché in guerra, ogni singolo attimo è un dono di Dio. In guerra, ogni minuto che trascorri da vivo è un minuto rubato alla morte. Quindi si, non sarebbe morto. Eppure, tutta la velocità dell'autovettura che stava guidando, non sembrava bastare per schivare tutte quelle pallottole. Finestrini rotti e gomme bucate erano necessarie per interrompere il loro percorso, la loro fuga. Per loro sembrava esser giunta l'ora funesta della vita umana, perché sfuggire all'ira dei talebani era complesso anche per i grandi eroi della mitologia. Ognuno aveva un punto debole in fondo: Achille aveva il suo tallone, Ulisse si era messo contro gli dei ed Ettore, in realtà, pensava ad Andromaca. E come lui, Jimin pensava a quella donna seduta accanto a sé. Le prese la mano e gliela strinse forte, come se volesse nascondere il dolore prossimo ad un dolore maggiore, ma meno crudele, proprio come quello di un piccolo abbraccio.
"Se svolti a destra c'è una scorciatoia protetta." Sussurrò Layla.
Lui fece immediatamente come disse la ragazza e col piede pesante premeva sull'acceleratore, senza nemmeno pensare a ciò che avesse davanti, poiché la morte incombeva solamente alle loro spalle. Layla sembrava essere sveglia più che mai, imbracciò un fucile e sparò proiettili dal finestrino del fuoristrada.
"Sta' attenta!"
"So quello che faccio, non preoccuparti."
Bang bang.
Era come se volesse sparare a tutti ma senza colpire nessuno, voleva uccidere per salvare loro stessi, loro che in quella macchina ci avevano versato lacrime, condiviso sorrisi e sguardi speranzosi, ricordando ciò che avevano perso per prenderlo di nuovo, per portarlo in alto, per ricordare chi era stato. E loro due, due piccole anime che si amavano ma non se lo dicevano, due grandi personalità che si scontravano perché entrambi forti, lottavano per non morire. Lei vedeva nei suoi occhi la luce nel buio. E lui... lui non sapeva cosa quella ragazza gli aveva fatto. Forse un incantesimo, forse una magia nera. Gli stava scombussolando la vita. Perché Cupido, in guerra, era solo una disgrazia. Ma la vera guerra era quella combattuta contro i loro sentimenti, quelli repressi dalle spine di rose bianche, pure e ingenue, come saggi anziani che vivono di esperienze e di ricordi. Ricordi dolorosi. Soffocanti. Ipnotizzanti.
Ma non avevano paura, non più ormai.
Avevano compreso che un giorno ci sei e il giorno dopo non più.
Quindi perché? Perché essere così selettivi? Perché essere così razionali?
Loro, però, sapevano. Sapevano benissimo quanto male facesse amare qualcuno prima e perderlo subito dopo, anche se il loro silenzio non avrebbe cambiato i loro sentimenti. E mentre i proiettili di Layla uccidevano persone, il suo cuore si riempiva di lacrime, perché sapeva che lo stava facendo per vendetta e non per ordine morale, lo stava facendo per salvare se stessa e non qualcun altro. Lo stava facendo solo ed esclusivamente per un morto. Per Jungkook."Layla."
La ragazza continuava a sparare, a tener premuto quel grilletto, senza fermarsi, senza una pausa. E lo faceva con una rabbia repressa spaventosa.
"Layla sono tutti morti." Proseguì Jimin.
Lei abbassò l'arma e con gli occhi bagnati di acqua salata, buttò le spalle sullo schienale, scoppiando in un pianto spezzato, come se volesse trattenere ciò che aveva dentro. E a lei si aggiunse Jimin, il quale appoggiò il capo sul volante del veicolo per nascondere il viso gonfio e rossastro. E quel silenzio si riempì immediatamente di un lamento insopportabilmente drammatico e straziante.
Il cielo blu si era tinto di nuvole nere che celavano la notte afosa dell'estate afghana. E mentre pioveva dall'alto, pioveva anche dalle loro iridi, di fronte alle terribili intemperie della cattiveria e della natura umana. Poi incrociarono le dita tra loro e chiusero gli occhi, dimenticando, almeno per le ore buie, cosa la vita aveva riservato loro. Si stringevano la mano e dormivano pacificamente, in quella macchina, in mezzo al nulla. Senza pensare a cosa sarebbe successo, con la mente rivolta verso l'alto, verso chi li guardava e proteggeva le loro anime dalle stelle.
Da Jungkook.
La stella più luminosa.
La più d'oro.
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𝐋𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐭𝐫𝐚 𝐦𝐞 𝐞 𝐭𝐞 |𝐏𝐚𝐫𝐤 𝐉𝐢𝐦𝐢𝐧|
Fanfiction24 febbraio 2022. Sette giovani ragazzi speciali si ritrovano a combattere per la patria di qualcun altro. Ma cosa accadrebbe se la mente di uno fosse offuscata dalla paura di perdere una cara conoscenza di trincea?