Cicatrici, incubi e ritorno al futuro

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Dopo essere andata a trovare Max nel suo caravan insieme a Dustin, Vivien torna nella casetta dispersa nel bosco, dopotutto doveva essere il meno trovabile possibile ma nonostante ciò era ben arredata.

È stato davvero tranquillo da quando si trovano nel rifugio di Hop. Non può biasimarlo. Tutta questa settimana è stata traumatica per lui, per tutti loro.

Quando era stato tirato fuori dal Sottosopra,
sanguinante, Eddie non pensava che ce l'avrebbe fatta, si Vivien glielo aveva promesso ma neanche lei poteva controllarlo. In qualche modo
masochistico, pensò che non avrebbe dovuto farcela. Si incolpava ancora per quello che era successo alla cheerleader. Forse se Chrissy non fosse andata da lui, forse se lui le avesse detto che non le avrebbe venduto la droga avrebbe potuto essere salvata.

Vivien non riesce a immaginare quanto fosse stressato e spaventato in quel momento. Aveva visto qualcuno fluttuare di fronte a lui, avendo i bulbi oculari risucchiati nella testa e le ossa che si spezzavano in direzioni diverse, e come se non bastasse, era stato incolpato per il suo
omicidio quando non aveva nulla a che fare con tutto ciò. Anche la polizia si trovava in difficoltà in questa situazione quindi...qual è il bersaglio più semplice da incolpare? Lo spacciatore della città che gioca a un gioco di fantasia ovviamente.
È stato costretto a stare lontano da suo zio e dai suoi amici, nascondendosi mentre la gente gli dava la caccia.

Eddie è lì con lei fisicamente, ma in realtà non è li.
I primi giorni dopo essere stato rilasciato erano stati i più duri, lo era anche fare una doccia. E stava diventando sempre più distaccato ma non per una ragione specifica. Vivien non gliene fa una colpa, non può capire pienamente come si sente, insomma è tornato in vita dalla morte.

"Ed! Sono qui!" entra nella casetta con la chiave che Jim le diede, le braccia piene di buste della spesa contenenti cibo e vari snack. Posa tutto in cucina "Eddie?"
"In bagno" lo sente gridare piano.
Un'ondata di sollievo quando ha capito che sta bene, ma il suo tono suggerisce il contrario. Cammina fino alla porta del bagno prima di picchiarci dolcemente con le nocche. "Ed" ha mantenuto la tua voce gentile "Ho portato del cibo, hai fame?" Rimane in silenzio per a qualche secondo aspettando una risposta.

"Puoi per favore andare e basta?" risponde con voce tremante il ragazzo dall'altro lato della porta. Vorrebbe solo avvolgerlo tra le sue braccia, ma sa che avrebbe solo peggiorato le cose "Per favore. Mi-mi dispiace"

"Si. Si certo, vieni da me se hai bisogno di qualsiasi cosa, ok? Per favore. Sono qui, non andrò da nessuna parte." Gli dice con il cuore pesante mentre aspetta un'altra sua risposta.
Sa che ha bisogno di tempo, sa che è traumatizzato ma allo stesso tempo vuole solo che si aprisse con lei. Ma ognuno ha i propri tempi.
Passano alcuni secondi prima di mormorare un "Va bene"

Passa del tempo. Un'ora? Un'ora e mezza? Non lo sa per certo, ha tentato di ignorare Eddie mettendo l'unico film cassetta che Hopper aveva lasciato nel suo rifugio "Ritorno al futuro" nonostante fosse la terza volta che lo vede.

Eddie nel mentre è restato in bagno, tra silenziosi singhiozzi si guarda e riguarda nello specchio. Quando torna in salotto. Ha l'aria di un cucciolo maltrattato mentre sta lì fermo con i suoi occhioni marroni. "Viv?" sussurra quasi come se non volesse farsi sentire. Ha un'espressione addolorata incisa sul viso, le spalle accasciate in avanti.
"Hey..." la ragazza si volta e fa per alzarsi dal divano e avvicinarsi con cautela
"Mi dispiace..."
"Per-per cosa?"
"Per come ti sto trattando in questi giorni. Tu-tu non lo meriti. Non so cosa mi prende." La sua voce è debole, come se fosse sull'orlo di un altro giro di lacrime
"Hey no no no...non è colpa tua."

"Non voglio che tu veda."
"Che veda cosa?" chiede confusa
"Le cicatrici" sussurra e Vivi capisce immediatamente. Si vergogna dei segni dei morsi e dei graffi lasciati dai pipistrelli. Le spezza il cuore vederlo così, pensando che fosse qualcosa di cui vergognarsi. Gli prende dolcemente la faccia tra le mani costringendolo a guardarla.

Together, until the end | Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora