Promessi sposi (o no)

575 26 2
                                    

Vivien aveva appena lasciato il suo fianco, solo per andare a casa di Steve a dormire o
rinfrescarsi con una doccia. Sapeva che tutti erano preoccupati per lei tanto quanto erano preoccupati per Eddie, ma sapevano anche che non l'avrebbe mai lasciato così.

Nessuno sapeva se Eddie stava per svegliarsi e i medici non riuscivano a dire se l'infezione aveva colpito il suo cervello. Ma hanno comunicato di aver fatto una trasfusione per reintegrare tutto il sangue perso.

"Forse se fossi andata tu oggi non sarei in queste condizioni."

"Ci stanno mettendo troppo tempo. Sono troppo lenti." si lamenta Vivien camminando avanti e indietro per il corridoio mentre Robin e Nancy sono andate a procurarsi del cibo.
"Sono solo passati quattro giorni, Viv."
"Non mi interessa. Steve io ho bisogno di vedere Eddie o almeno poter entrare nella sua stanza."
"È tutto ok, Vivien?" le domanda Steve preoccupato notando chiaramente l'espressione sul viso della ragazza

"Scommetto che tu sia felice che sia morto ora, eh?"

"Eddie no. Non sei morto-"

"Oh...ma lo sono."

Vivien chiude gli occhi e scuote la testa leggermente per allontanare quella frase che le rimbomba continuamente nella mente.
No, Steve come fa ad essere tutto ok.
"Steve, mentirei se dicessi che va tutto bene ma, in questo momento voglio solo vederlo."

"Woah woah dove vai?" chiede Dustin quando la vede allontanarsi e avvicinarsi al bancone
"A parlare con la dottoressa."

"Umh buongiorno dottoressa." tossisce per schiarirsi la voce "Vorrei fare visita ad Eddie Munson se possibile. Sono giorni che aspettiamo e vorrei controllare come sta."

"Qual è il suo nome signorina?" le domanda l'anziana signora aggiustandosi gli occhiali sul naso
"Vivien..."
"Mi dispiace ma il ragazzo non può ricevere visite."
"Munson."
"Scusi?"
"Vivien...Munson, la moglie. Promessa sposa." la giovane donna mostra l'anello regalatole da Eddie mordendosi l'interno della guancia ad ogni cazzata detta
"COSA?" esclama Dustin da dietro scioccato dalle sue parole mentre Vivien lo fulmina con lo sguardo

"So che è insolito, ma non siamo una coppia...normale." aggiunge notando l'espressione stranita della donna.
Già, come normali non sono quelle ferite sul corpo di Eddie.
"Mhm mhm per niente." sospira Steve
"Uh mhm...signorina-"
"Neanche io posso vederlo? Un minuto?"

Dopo aver pregato la dottoressa finalmente Vivien apre la porta della stanza di Eddie.
È sdraiato tra le lenzuola bianche e pulite. Sembra così pallido, così freddo. I suoi capelli bagnati e arruffati ancora più disordinati del normale, la pelle pallida e coperto da varie bende. Le sue labbra sono screpolate. L'infermiera lo aveva pulito un po', ma non ha aiutato molto. Era quasi morto dissanguato quando sono arrivati all'ospedale quella notte.

Gli altri non lo avevano visto, non avevano sentito le sue urla, quanto fosse terrorizzato nonostante il solito adorabile sorriso stampato sul volto. I loro cuori non si sono spezzati, quello di Vivien sì. Ma lui è qui e vivo che era tutto ciò che importava in questo momento.

Aveva promesso a Dustin che Eddie si sarebbe svegliato, che è forte. Eddie era una fonte di ispirazione per lui.
"Hey tu..."

La ragazza si siede sulla scomoda sedia ospedaliera accanto al letto ascoltando il ritmico e continuo bip dei monitor.
Bip
Bip
Bip

Intreccia le dita della sua mano con quelle di Eddie per fargli sapere che fosse lì mentre accenna un sorriso triste. Alla vista del tatuaggio del pipistrello sull'avambraccio le sale la nausea.

È nella stanza di Eddie ora, lo guarda, gli accarezza la mano ma non sa cosa fare.

"Beh mhm, sai la prima volta che abbiamo incrociato gli sguardi era in caffetteria e...non ho mai pensato che fossi pazzo o cose del genere ma semplicemente...diverso." inizia la ragazza.
Eddie quel giorno parlando animatamente, usando le mani per aggiungere enfasi a qualunque cosa stesse dicendo. Sul suo volto c'era un sorriso e i suoi grandi occhi marroni scintillavano.
"A dire il vero mi hai sempre incuriosita, e ti ammiravo quando salivi sul tavolo e...e urlavi contro gli stronzi della squadra di basket. Ti ammiro perché sei uno che se ne frega delle regole o del giudizio degli altri e sei semplicemente te stesso e di certo non hai paura a metterti contro quei bulletti" inizia Vivien accarezzandogli una guancia delicatamente

Together, until the end | Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora