Il nuovo lavoro

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Sono ferma davanti alla porta color quercia della dimora del Signor Stark, mentirei se dicessi di non avere almeno un po' di pressione nonostante solitamente sia una ragazza tranquilla.

Questo è il mio primo lavoro, ciò implica un cambiamento radicale nella mia vita. Il sudore scorre freddo e impavido sulla mia fronte lasciando bagnaticcio il suo percorso. Cerco di preparare un discorsetto, sono molto brava con le parole, ma stavolta, non riesco nemmeno a formulare una frase, mi sento come se avessi perso il significato di ogni singola parola. Rilascio un lieve sospiro e con tocco insicuro, lascio sbattere l'indice e il medio contro la porta, rilasciando un flebile suono. Il silenzio. Mi chiedo se sia arrivata al momento giusto o se abbia sbagliato qualcosa.

La mia cascata di pensieri viene interrotta dal rumore di una serratura. Cerco il miglior sorriso che abbia nel mio repertorio, uno che esprima professionalità, sincerità e soprattutto fiducia, siccome l'organizzazione della sua vita andrebbe nelle mie mani. L'altro lato della porta presenta delle piccole rifiniture curve in legno di abete che convergono in un unico punto verso l'alto. La maniglia color oro non è altro che la punta di cristallo in quella sinfonia di colori. Davanti mi trovo un individuo dalla faccia assonnata, gli occhi sono stanchi e chiedono pietà, ad ogni battito sembrano voler restare chiusi per un bel po', la fronte è così corrugata da farlo sembrare accigliato e sulla guancia destra ha una macchia nero carbone.Non indossa nessun indumento superiore, per questo riesco a scorgere per bene il piccolo reattore che ha al petto, più luminoso di quanto pensassi. Il petto è completamente sudato, tanto da sembrare lucente.

Mi rendo conto di star scrutando quello che potrebbe essere il mio nuovo capo completamente in silenzio, per questo decido di rompere il ghiaccio <<Buongiorno Signor Stark, è davvero un piacere conoscerla, vorrei ringraziarla per star dedicando a me una parte del suo prezioso tempo>> appena termino la frase curvo le mie labbra verso l'alto. Egli resta comunque in silenzio, con il braccio sinistro tiene aperta la porta mentre con il destro mi fa segno di entrare. Annuisco lentamente e mi addentro nella sua dimora con i piedi di piombo, mi accomodo su un divanetto di pelle bianca, le mie gambe entrano in contatto con un tessuto fresco e liscio, mentre il mio bacino ha la fortuna di assaporare la sua comodità e morbidezza.

<<Mi dispiace essermi presentato in queste condizioni, avevo diversi affari da sbrigare>> pronuncia con con tono leggermente dispiaciuto. <<Nessun problema. Perdoni la mia maleducazione, non mi sono ancora presentata, piacere T/n T/c >> dopo una breve pausa proseguo << Vorrei iniziare col dirle che sono disposta a dedicarle completamente la mia giornata siccome non presento alcun tipo di impegno, sono completamente al suo servizio, inoltre, se non le dispiace,ho preparato una bozza di una possibile organizzazione giornaliera che avrei in serbo per lei se ottenessi il lavoro>>. Subito dopo abbasso lo sguardo verso la cartellina trasparente che avevo preparato precedentemente per una buona impressione, mentre cerco con gli occhi il modulo che ho preparato con tanta cura, il signor Stark mi interrompe. <<Lasciamo queste formalità a dopo, sai com'è, odio le scartoffie da leggere e da firmare>>.
Alzo lo sguardo quasi intontita e completamente confusa, non ho neanche il tempo di pensare che mi fa segno di seguirlo. Abbandono la cartellina sul divano ed eseguo l'ordine del Signor Stark.

Mi ritrovo in una stanza ricca di macchine,attrezzi e tecnologie a me sconosciute. Sono completamente incantata da questo spettacolo fino a quando l'occhio non mi cade su un tavolo dove si trova un piccolo reattore aggiornato. Cammino lentamente per evitare di arrecare danni contemplando contemporaneamente tutto quello che ho attorno. Il signor Stark, seduto su una sedia imbottita, mi indica il piccolo reattore che stavo osservando precedentemente <<Hai presente quel coso? Bene portamelo>>. Continuo ad essere confusa dall'andamento di quello che doveva essere un colloquio di lavoro, a momenti non so nemmeno se sia un colloquio. Non mi porgo ulteriori domande e mi avvicino al tavolo dove è appoggiato l'oggetto richiesto. Vedo le mie mani tremare, non so se si tratti ancora della pressione del colloquio oppure se sia intimorita dal rompere qualcosa. Poso delicatamente le mani sulla superficie dell'oggetto e mi dirigo prudentemente verso il Signor Stark attendendo qualche spiegazione.

<<Se voglio rimanere in vita devo aggiornare questo coso>> dice mentre è intendo a svitare il piccolo reattore luminoso attaccato al suo corpo. Una volta terminato, vedo pendere,dall'oggetto estratto,un filo sottile di cui non è possibile vedere la fine. <<Ora, prendi questo filo ed estrailo evitando che tocchi la pareti>>. Resto immobile fissandolo esterrefatta <<Avanti,non mordo mica>>. Decido di rimboccarmi le maniche della camicia bianca che stavo indossando e di legarmi i capelli in una coda alta per evitare che mi riducano la visuale. Mi avvicino e lentamente, con cautela, inizio a estrarre il filo, legato alla fine ad una strana calamita circolare.

Mi volto verso il signor Stark e noto subito il viso pallido e gli occhi quasi spenti; il corpo si stava completamente accasciando sulla sedia e i muscoli si stavano rilassando abbandonando le minime forze.<<Cosa sta succedendo?!>> dico presa dal panico e pietrificata. <<Niente di chè, sto solo andando in arresto cardiaco>>. Lo guardo sbarrando gli occhi <<Prendi il reattore che hai in mano e mettilo proprio qui>> afferma indicando il buco sul petto. Mi affretto a compiere ciò che mi aveva ordinato, incastonando il nuovo reattore al petto.

Un istante dopo il viso riacquisisce colorito e tiro un sospiro di sollievo portando una mano alla fronte. Il Signor Stark mi guarda divertito con un atteggiamento di scherno nei miei confronti. Il mio cuore batteva a mille, probabilmente l'arresto cardiaco sarebbe venuto a me quel momento. Si alza dalla sedia imbottita continuando ciò che aveva iniziato e dandomi le spalle mi dice <<Il lavoro è tuo.>>

what if...||Tony Stark Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora