Licenziamento?

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Torno alla mia solita postazione e ricomincio a svolgere la parte più noiosa del mio lavoro. Uno strano silenzio riempie la stanza, comandata dall'aria familiare dell'ambiente circostante, indosso delle cuffiette e inondo le mie orecchie di buona musica continuando taciturna il mio impiego. Di tanto in tanto intravedo Tony andare avanti e indietro come un matto, senza mai rivolgere il suo sguardo verso il mio studio. Solitamente si affaccia dalla porta e dopo una delle sue solite battute squallide, torna a quello che stava facendo.

Dopo aver dato una ripulita alla scrivania, ripongo le cuffiette sulla sua superficie. Mentre esco per dirigermi al salotto per rilassarmi, incrocio Tony con i suoi modi stranamente frettolosi <<Tony hai bisogno di una mano?>> chiedo spontanea, ma egli, in tutta risposta, scuote il capo da destra a sinistra. <<È ormai da tutto il giorno che sei strano, puoi dirmi cosa sta succedendo?>> decido così di uccidere tutti i miei dubbi e le mie domande. <<Sono molto occupato>> risponde continuando a sguazzare per tutto il piano. <<Non ci credo, non sei come sempre>> ribatto con un impercettibile tono di preoccupazione <<Tutto bene, davvero>> fa per liquidarmi, infatti, dopo poco, si dirige verso le scale cercando di andarsene. Gli poso una mano sulla spalla per bloccarlo e con un unico movimento lo volto verso di me <<Si può sapere cos'hai?>> questa volta è la rabbia a pronunciare con un tono stizzito la seguente frase. Schiocca la lingua e alza gli occhi al cielo, continua a guardarmi senza mai distogliere le sue iridi dalle mie, il suo silenzio mi penetra nel timpano e mi dà un senso di nervosismo. Deglutisco con fatica a causa della tensione e dopo aver respirato profondamente decido di parlare <<Non mi dire che stai valutando di assumere di nuovo Pepper come segretaria>> la mia voce inaspettatamente si spezza e le ultime due parole sembrano delle lettere insensate. Spalanca gli occhi e un'espressione sorpresa prende spazio sul suo viso, le sue labbra sono serrate e non sembrano voler proferire parola. Lo lascio andare e sconfitta, cammino lentamente verso la mia stanza. Con un tuffo mi posiziono sul letto, incrocio le braccia dietro al capo e fisso il soffitto. Mi lascio abbandonare dalle emozioni, gli occhi pizzicanti e lucidi decidono di liberare lacrime calde e salate, ormai quello non era solo un lavoro, quella era la mia vita, Tony non era solo il mio capo, ma era un amico, un compagno di avventure; non riesco più ad immaginare un futuro senza averlo nei paraggi.
Senza accorgermene mi addormento abbracciata al cuscino.

Quando mi sveglio, trovo un post-it giallo scritto a matita attaccato al comodino "appena ti svegli vieni al piano di sotto :)". Non riesco a comprendere il significato dello smile alla fine. Sistemo i capelli ormai scompigliati e seguo l'indicazione del bigliettino. Giunta al piano di sotto vengo abbracciata dall'oscurità, tutte le luci sono spente e le persiane delle finestre sono abbassate, non lasciano passare nemmeno un filo di luce. I miei occhi si abituano al buio e riesco a farmi spazio nell'ambiente che poco prima sembrava vuoto. Trovo una piccola luce proveniente da qualche candela profumata, un gradevole odore di vaniglia mi solletica le narici.
<<Hey>> sento improvvisamente una voce familiare <<Tony?>> chiedo interrogativa. Dopo poco accende una lampada che rivela un tavolo imbandito di prelibatezze. <<No, non volevo sostituirti, volevo ringraziarti >>. Resto immobile per la sorpresa, un sorriso si forma velocemente sul suo volto, le fossette spiccano come mai hanno fatto e le labbra scoprono i denti bianchissimi. Sorrido a mia volta <<E per cosa?>> chiedo incuriosita <<Per tutto>> risponde grato, i suoi occhi sono continuamente posati su di me e mi sorridono, dopo qualche secondo, sposta leggermente la sedia invitandomi a sedere. Ci fiondiamo su quelle leccornie e iniziamo a parlare animatamente e tutte le mie preoccupazioni scompaiono, così come il cibo posizionato sul tavolo.

Questa mattinata sembra essere davvero poco movimentata, sono intenta ad osservare Tony ed Happy scontrarsi con qualche mossa di karate o di judo. Li guardo con una mano appoggiata sulla guancia e ad un certo punto li interrompo <<Non credete sia il caso di ingaggiare un'esperta?>> Tony, molto fiducioso delle sua capacità risponde in modo spavaldo <<Non ne abbiamo bisogno>>. Ignoro le sue parole e inizio a cercare qualche insegnante di karate, finchè non trovo quella che a pelle mi sembra la candidata perfetta. Le do appuntamento per il giorno successivo. <<Tony, Happy, vi presento Natasha Romanoff, la vostra nuova insegnante di arti marziali >> comunico sorridendo. <<Ti avevo detto che non ne avevamo bisogno >> ribatte Tony. Mentre io e Tony abbiamo un ironico battibecco, Happy lancia un guanto di sfida a Natasha <<Perchè non vieni qui sul ring e provi a sfidarmi?>>. Non si scompone più di tanto, si toglie le scarpe e ripone la sua cartella su una sedia. Do il via al round, Happy prova a sferrare qualche attacco alla sua rivale, ma con un'unica mossa lo mette K.O. <<Incredibile >> sussurra Tony.

what if...||Tony Stark Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora