Partenza a Monaco

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Sul volto del Signor Stark si forma un sorriso che mette in risalto le sue fossette, le guance si levano verso l'alto e gli occhi si rimpiccioliscono. L'attimo successivo lo trovo dietro ad una scrivania curva circondato da proiezioni azzurrine. Con un movimento della mano mi invita ad avvicinarmi. Ad un certo punto veniamo avvolti da particelle che emettono una chiara luce celeste. Guardo il tutto incantata, quella tecnologia era sorprendente, i miei occhi brillano per le luci che mi circondano. Mi volto verso il mio capo seduto al mio fianco,  anche lui guarda incantato, ma il suo sguardo è diverso dal mio: il mio esprime sorpresa a causa dell'ignoranza in questo settore, egli invece, guarda il tutto soddisfatto di se stesso, guarda sapendo, osserva con la consapevolezza di conoscere e nonostante ciò, ai miei occhi, sembra un bambino che ha appena ricevuto il giocattolo dei suoi sogni.

Passiamo i giorni successivi a scavare le pareti del laboratorio riuscendo a trovare il materiale lasciato in eredità da Howard Stark. Il Signor Stark inizia immediatamente ad apportare delle modifiche al suo dispositivo di sopravvivenza per renderlo accessibile al nuovo materiale. Intanto mi occupo del lavoro d'ufficio come al solito e tra tutte le richieste, una mi colpisce particolarmente: un gruppo di chirurghi esperti si offre di operare il Signor Stark. Si presenta come un'ottima occasione e anche come una buona idea.
<<Non se ne parla proprio >> afferma contrariato. Alzo le mani verso l'alto in segno di resa, non mi impegno nemmeno a premere sulla mia tesi. << Signor Stark, quasi dimenticavo, dovremo partire per Monaco, è stato invitato ad una gara di Formula 1, ho fissato il volo per domani alle 10:00>>. Detto ciò, sono in procinto di uscire quando il Signor Stark mi ferma << Mi daresti un attimo una mano?>>. Appoggio la cartelletta sul pavimento e mi raccolgo i capelli. Lavoriamo fianco a fianco e imparo velocemente a fare le piccole cose <<Devo dire che sei portata per le cose manuali>> sorride nonostante non riesca a  guardare completamente il suo viso. 
<<Tony>> resto qualche secondo in silenzio fissando un punto casuale della stanza <<Mi scusi, Signor Stark>>.

Si volta verso di me sorridendo mentre giocherella con le mani. Si avvicina al mio viso <<Non porti problemi, ti ho detto io stesso di chiamarmi Tony, vero?>> mi sussurra con voce flebile, il suo respiro calmo mi accarezza la punta del naso, riesco a percepirne il ritmo, tant'è che regolo la mia respirazione alla sua. Un brivido mi percorre la schiena e l'agitazione si fa sentire. Lo guardo dritto negli occhi, quei soliti occhi dalle mille sfumature, scrutandoli, ogni volta, mi sembra di conoscere sempre un po' di più su Tony Stark. Egli ricambia il mio sguardo, le sue iridi sguazzano dai miei occhi ai  lineamenti del mio viso.<<Sono davvero belli i tuoi occhi, sono neri come la pece, solo con uno sguardo riesci a travolgermi, quel tuo sguardo glaciale >> aggiunge accennando un sorriso, quelle parole mi spiazzano, il mio corpo diventa improvvisamente caldo, come se avesse raggiunto la temperatura del sole e nonostante l'imbarazzo della situazione, mantengo la mia solita compostezza alzando leggermente i lati della bocca verso l'alto. Per quanto il mio cervello mi preghi di spostarmi, resto immobile mentre continuo a fissarlo senza mai cambiare direzione. L'unico rumore che si spazia nelle mie orecchie è il ticchettio dell'orologio che segna i secondi, secondi che sembrano essere infiniti.
Sento, ad un certo punto, il telefono squillare <<Mi dispiace Signor Stark, il lavoro mi chiama>>.Prendo la cartelletta e mi dirigo verso l'uscita, mi volto e con un cenno della mano lo saluto.

Dopo aver ordinato una pizza velocemente, inizio a preparare la valigia per la partenza a Monaco. Stranamente appena termino di sistemare è ancora presto, per questo mi vesto comoda e mi accascio sul divano davanti alla televisione in compagnia di una birra. Dopo un po' di zapping trovo una commedia che ritengo molto intrigante e che guardo fino a quando non crollo su un cuscino.

Mi sveglio ancora sul divano, ma, rispetto a quando mi sono addormentata, sono avvolta da una morbida coperta bianca. Mi alzo con molta tranquillità e dopo aver bevuto la mia dose  giornaliera di caffeina, vado a prepararmi e a controllare che l'itinerario che ho organizzato venga rispettato. <<Buongiorno >> mi saluta il Signor Stark cantilenante <<Buongiorno anche a lei Signor Stark>>  gli rispondo mentre cammino a passo svelto <<Le consiglio di affrettarsi a prepararsi, il volo è tra esattamente un'ora e 30 minuti>>.  Continuo a girare per la casa controllando che sia tutto al proprio posto. La mia ultima tappa è la valigia del Signor Stark, in quanto sua segretaria devo assicurarmi che tutto ciò di cui necessiti sia presente e utilizzabile. <<Se giri un altro po' mi farai venire mal di testa>> ridacchia il mio capo. <<Sarà colpa della caffeina >> ricambio la battuta. <<Manca ancora un'oretta alla partenza, ti va di passare da Dunkin' Donuts?>> <<Signor Stark non credo sia una buona idea, faremo tardi>>. Mi prende per il polso e inizia a trascinarmi alla vettura.

Credo di non aver mai visto in vita mia Dunkin' Donuts così vuoto. L'ordine arriva dopo qualche minuto, sarà il potere di essere Stark.  La scatoletta di cartone rivela 4 ciambelle,  ognuna di un gusto differente. <<Prego, scegli quella che preferisci>>. Io prendo quella con crema al cioccolato e scaglie di cocco mentre il Signor Stark quella alla vaniglia con zuccherini di ogni colore. Ci godiamo le ciambelle fino a quando il mio sguardo non cade casualmente sull'orologio che ho al polso. <<Signor Stark siamo in estremo ritardo, il volo è tra 30 minuti! >> esclamo rischiando di strozzarmi mentre il mio capo sembra essere impassibile. Abbandoniamo immediatamente il fast food e ci dirigiamo all'automobile. Il Signor Stark guida a tutta velocità mentre io conto i minuti. Giungiamo all'aeroporto con un solo minuto di anticipo.

what if...||Tony Stark Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora