La nuova organizzazione

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Dopo aver adempiuto a piccoli incarichi per aiutare il Signor Stark nel suo laboratorio, mi ritrovo davanti ad una scrivania bianca con su una montagna di carte impilate una sopra l'altra. Sgrano gli occhi e senza accorgermene resto a bocca aperta. Ero cosciente di aver molto lavoro da svolgere, ma quella vista aveva superato ogni mia aspettativa.

Mi rimbocco le maniche ed inizio a dare un'occhiata alle scartoffie ammassate sulla scrivania. La maggior parte di queste sono aziende che vogliono instaurare una collaborazione con la Stark Industries oppure vogliono solamente una sponsorizzazione. Ripongo in un unico cassetto ogni carta contenente informazioni di questo tipo. Successivamente passo alle richieste di intervista, di discorsi oppure di conferenze. In un primo momento mi dedico ad ordinare la scrivania rendendola più agibile. Mentre riorganizzo, nel silenzio più assoluto, sento un tonfo proveniente dal piano sottostante al mio, dove si trovava il Signor Stark. Decido di scendere a dare un'occhiata per accertarmi che vada tutto per il verso giusto.

Appena varco la porta di vetro, il mio sguardo cade subito verso i macchinari giacenti sul pavimento. Guardo ogni angolo della stanza, ma del Signor Stark non c'è nemmeno l'ombra, fino a quando non lo sento chiamare il mio nome. Mi volto indietro, ma continuo a non vederlo; poi, alzo il viso e lo vedo fluttuare nel vuoto utilizzando i gambali e i guanti dell'armatura. <<Signor Stark va tutto bene?>> <<Tutto a meraviglia se solo quel ferro vecchio mi aiutasse>>. Sfrutto l'occasione per riferirgli delle richieste di intervista e di altro tipo <<Signor Stark ci sono un mucchio di richieste di collaborazione e sponsorizzazione da un lato, mentre dall'altro, la scrivania brulica di intervistatori e giornalisti che richiedono anche solo una piccola fetta del suo tempo.>>. In risposta mugugna qualche verso mentre è indaffarato a migliorare qualche dettaglio della sua armatura. Voglio far finta di credere che mi stia ascoltando per questo continuo il discorso <<Credo sia opportuno accettare di rilasciare almeno una breve dichiarazione ai giornalisti, la notizia di Iron Man continua a suscitare grande scalpore, girano molte voci sul suo conto e la cosa migliore è zittirle. In breve credo che rispondere con il silenzio non sia la migliore delle scelte, si tratta anche solo di qualche minuto>>. Il Signor Stark continua ad ignorarmi, emettendo, ogni tanto, qualche verso di consenso. Decido di alzare un po' la voce <<Signor Stark mi sta ascoltando?>>

Egli si gira di scatto, come se lo avessi spaventato. Sono la prima a parlare tra i due <<Mi ha ascoltata oppure preferisce che ripeta?>>, mi risponde in modo fermo <<Non ho alcuna intenzione di rilasciare interviste, che le voci girino, non farò altro che ignorarle>>. Decido di ribattere avvalorando la mia tesi <<Quindi,Signor Stark, mi sta dicendo che non le importa nemmeno del fatto che dicano che Iron man sia un pericolo per i cittadini statunitensi? >>. Si gira di scatto verso di me, con aria sorpresa ed interrogativa <<È uno stratagemma per convincermi?>>. Gli mostro il giornale che ho trovato in cima alla pila di carte
In grassetto,a caratteri cubitali, si trova la scritta "Iron Man è un pericolo per i cittadini ". Resta in silenzio a leggere l'articolo, facendo scorrere velocemente le sue iridi nocciola sul foglio, sembrano due forsennate. Dopo qualche minuto, il Signor Stark, piega in due il giornale e lo ripone sulla scrivania più vuota. Scrivendo sulla mia agendina nera gli confermo <<Bene, l'intervista sarà domani alle 9 in punto, le raccomando di svegliarsi presto per evitare anche il minimo ritardo>>

Dopo averlo salutato, ritorno a compiere il mio impiego, restando tutta la giornata seduta sulla sedia di pelle nera ottenendo risultati visibili e soddisfacenti. Ad un certo orario, mentre continuavo a lavorare e a prepararmi il lavoro per il giorno seguente, compare una figura davanti alla mia scrivania, alzo lo sguardo e noto che si tratta del mio capo <<Signor Stark ha bisogno di qualcosa?>> Il sudore gli gronda sulla fronte ed il viso è la vera rappresentazione della stanchezza, ma non solo, la disperazione e la tristezza gli contornano il volto. Cerca di mascherare il tutto con un sorriso <<Domani sera si terrà una festa, nel tardo pomeriggio troverai nella tua camera un abito che ti ho fatto confezionare per l'occasione,in qualità di mia segretaria; mentre per quanto riguarda la cena, mi dispiace comunicarti che dovrai sederti in solitudine, sono stanco morto, vado a riposarmi>> con passo pesante si dirige verso la porta, ma la mia voce improvvisa lo blocca <<Non c'è alcun problema, nè per la festa nè per la cena...Signor Stark c'è qualcosa che non va?>>. Cerca di sfuggire alla mia domanda donandomi in risposta un sorriso e un pollice in su. Il mio sguardo cade sul suo indice che ha una piccola macchia di sangue sulla falange più piccola.

In mia presenza si era punto la stessa parte per misurare la tossicità del sangue e improvvisamente, mi si accende una lampadina. <<Signor Stark...è aumentata la tossicità nel sangue?>>. Assume un'espressione indescrivibile: è un insieme di emozioni, la confusione è quella predominante, poi, in risposta, annuisce. <<Vuole che le prepari nuovamente della clorofilla?>> <<Si,si, va bene>>
Dopo aver bevuto la solita dose di clorofilla, il Signor Stark si è lasciato avvolgere dalle lenzuola, addormentandosi subito dopo essersi steso sul letto. Vado verso la cucina e la mia cena consiste in un semplice panino accompagnato da un succo all'arancia. Ritorno alla mia postazione e riprendo a lavorare, man mano rallentando per la stanchezza, fino a quando non mi accascio sulla scrivania, abbandonandomi al sonno.

Dopo qualche ora, dei flebili raggi di sole passano dalla finestra e si posano sui miei occhi chiusi. Appena mi sveglio sento i muscoli indolenziti per via della posizione in cui ho dormito. Inizio a prepararmi per l'intervista del Signor Stark e mentre sistemo gli ultimi dettagli, mi ritrovo davanti il mio capo in tiro: una completo nero spezzato da una cravatta a righe, dei mocassini di un nero opaco e degli occhiali da sole,con le lenti blu,posati sugli occhi. È decisamente pronto per zittire quelle voci stridule che hanno messo in circolo su Iron Man

what if...||Tony Stark Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora