Le lezioni di arti marziali

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Le lezioni di Natasha diventano sempre più interessanti, l'eleganza con cui stronca i colpi dell'avversario mi lascia sempre senza fiato, i riflessi sono sempre pronti e i muscoli sempre tesi e all'erta. Le arti marziali non sono brute come molte altre tecniche di autodifesa, comprendono talvolta raffinatezza e intelletto. Ogni minimo movimento mi appassiona maggiormente, fino a quando non cresce in me il desiderio di voler seguire le lezioni.
<<Natasha, ti dispiacerebbe dare lezioni anche a me?>> Dopo aver pronunciato testuali parole, Tony mi guarda quasi confuso <<Mi piacerebbe imparare le arti marziali, sono veloci ed efficaci, proprio come me>> aggiungo. Natasha mi sorride tendendo verso l'alto le sue sottili labbra color ciliegia che lasciano leggermente intravedere i canini. <<Certamente, quando vorresti cominciare?>>. La guardo alzando le sopracciglia e levando i lati della bocca verso l'alto <<Questo pomeriggio>> . Impressionata dalla mia determinazione usa anche lei un tono molto deciso <<E così sia!>>

Dopo essermi messa in tenuta sportiva, mi affretto a dirigermi verso la palestra. La mia nuova insegnante è già lì, con i capelli rossi raccolti in una coda alta, cadono lisci e leggeri sulle sue spalle e sono perfettamente in ordine, come quelli di una soldatessa. <<Buon pomeriggio>> dopo aver salutato mi inchino in modo maldestro e ciò fa scattare in lei una risata sincera. Inizia con l'insegnarmi la postura corretta. <<Bene, non devi assolutamente inarcare la schiena, ciò renderà i tuoi movimenti più pesanti e li ridurrà maggiormente; piuttosto dovresti tenere il mento abbastanza alto, mentre il busto deve essere perfettamente dritto >> accompagna le sue parole con degli esempi mostrandomi concretamente la parte teorica. Trascorriamo le successive 2 ore alternando lo yoga con la meditazione. <<Credo che per oggi possa bastare, questo pomeriggio ci è servito per ammorbidire i muscoli, domani si inizia davvero >> termina la frase con una lieve risatina. <<A domani allora>> le mostro il più rilassato dei miei sorrisi nonostante senta i muscoli del corpo bruciare e in escandescenza.

Gli ultimi tempi proseguono in modo tranquillo, ormai le lezioni di Natasha fanno parte della mia routine ed è anche un modo per poter chiacchierare un po'. Ho instaurato con la rossa un bellissimo rapporto, sembriamo conoscerci da una vita e quelle 2 ore di ogni pomeriggio abbiamo avuto l'occasione di sapere sempre un po' di più l'una dell'altra.

Tony sta sempre rintanato nel suo laboratorio a smanettare e a costruire nuovi aggeggi. Mentre siedo tranquilla alla mia solita postazione, sento Tony chiamarmi con insistenza <<T/n, T/n forza muoviti>> <<Sto arrivando, cos'è questa fretta?>> <<Sono in astinenza da caffeina, potresti andare allo Starbucks a prendermene uno?>> ironizzo un po' sulla situazione "emergenziale" <<Non sapevo avessi assunto anche una domestica >>, subito dopo mi dirigo verso le scale e gli dedico un occhiolino. Decido di approfittare della situazione per fare una lunga passeggiata vista l'aria fresca e il clima che definirei perfetto.

Arrivo allo Starbucks di buon'umore che l'attimo successivo si incupisce a causa della fila interminabile. Mi posiziono in fondo alla fila e dopo un'attesa che sembra esser durata un secolo, arriva finalmente il mio turno. Il cielo che prima era limpido e privo di nuvole si inscurisce dando spazio a nuvoloni scuri e prepotenti. Mi affretto ad arrivare alla dimora di Tony maledicendomi per non aver preso la macchina. Vengo colta all'improvviso da un potente acquazzone che, come se non bastasse, aveva come amico un forte vento. <<Cavolo>> . Inizio a correre con la pioggia che mi accarezza il viso e che mi impregna i capelli di acqua piovana. La sensazione di essere abbracciata dalla pioggia dà un senso di immensa libertà e devo ammettere che non mi dispiace completamente. Arrivo sull'uscio della porta d'ingresso completamente fradicia. <<Tony ecco il tuo caffè >> affermo con il fiatone e con le goccioline d'acqua che mi percorrono le guance. Vista la situazione alquanto bizzarra scoppio in una risata rumorosa che viene poi accompagnata da quella di Tony.
Vado nella mia camera per cambiarmi gli abiti così bagnati che sembrano appena usciti da una lavatrice.

La mattina seguente un martellante mal di testa mi tortura le tempie, ma nonostante Tony mi abbia raccomandato più e più volte di riposarmi, siedo alla scrivania per terminare la parte noiosa del mio lavoro. Ogni parola che leggo incrementa il mio dolore alle tempie, ma non mi faccio scoraggiare da ciò e continuo imperterrita la mia giornata. Di tanto in tanto vedo Tony affacciarsi alla porta per controllare il mio stato di salute <<Tony sto bene, davvero>>, ma egli si rifiuta di credere alle mie parole <<Sei quel tipo di persona che direbbe di star bene anche con qualche arto mozzato>> dice con il tono di una mamma preoccupata. Do una svelta controllatina al mio corpo e poi decido di rispondere a Tony in modo scherzoso <<A quanto pare sono ancora tutta intera, quindi posso lavorare e andare alle lezioni questo pomeriggio >> Senza proferire parola si allontana e abbandona la porta del mio ufficio, ma ogni tanto sento il telefono vibrare a causa di qualche suo messaggio che mi chiede come mi senta.

<<Sei davvero sicura di voler andare alle lezioni? Natasha è una tua amica, capirà sicuramente il perché della tua assenza nel caso la chiamassi>> <<Sto bene, davvero, non preoccuparti >> affermo sventolando una mano da destra a sinistra. Prima che io varchi la porta, sento le sue forti braccia circondarmi le spalle, la sua mano mi stringe il braccio e il suo naso è incastrato nel mio collo lasciandomi percepire ogni suo respiro. Ricambio l'abbraccio e subito dopo mi dirigo alle lezioni. <<Dimmi che non sei morta visto quanto sei pallida>> <<Ciao anche a te Natasha>>

Iniziamo con un po' di stretching, ma dopo un po' la mia vista inizia ad oscurarsi e ad avere qualche strano sfarfallio. <<Natasha, possiamo fermarci un attimo?>> <<Certo,certo, tutto bene?>> <<Si tranquilla>> Si forma un nodo al petto, il respiro si affanna,sempre di più,sempre di più. Il sudore sulla mia fronte si raffredda e la voce di Natasha che mi chiama diventa sempre più ovattata e lontana. Mi accascio sul pavimento portandomi le mani al petto cercando di regolare il respiro e di calmarmi, ma sento di starmi allontanando da questo mondo passo dopo passo. <<Ci sei??Forza rispondimi >>. La sua voce diventa solamente un sottile suono quasi impercettibile. Un momento prima che perda i sensi, sento una superficie fredda e liscia sulle mie aride labbra che lascia cadere nella mia bocca dell'acqua fresca dal sapore dolciastro. Man mano inizio a riprendere i sensi, al mio fianco si trova la rossa che cerca di calmarmi. <<Cos'era?>> <<Eri ad un passo dallo svenire, per fortuna porto con me sempre una bustina di zucchero>> <<Grazie mille>> <<Tony sta arrivando, l'ho chiamato poco fa, tu non azzardarti ad alzarti>>. Rido leggermente e ascolto il suo consiglio.

Sento le porte della palestra spalancarsi e in seguito dei passi frettolosi. <<Cosa è successo?>>. Prima che possa intervenire, la rossa spiega a Tony l'accaduto. Tony si accovaccia verso di me chiedendomi per l'ennesima volta questa giornata come mi senta. <<Non vorrei dirlo ma, te lo avevo detto>>. Successivamente, sento sollevarmi dal suolo da due braccia <<Seriamente?? Posso camminare>>. Dopo aver tentato con qualsiasi mezzo di lasciarmi camminare, egli mi ascolta, ma avvolge un braccio attorno alla mia spalla <<Nel caso dovessi cadere, ci sarò io a sorreggerti>>

what if...||Tony Stark Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora