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Da qui in poi la storia è molto simile al manga, anzi uguale se non per alcuni dettagli. Infatti per alcune scene che ancora non so descrivere bene ho preferito mettere le pagine del manga, così che capite meglio.

SHINOBU'POV

Il giorno dopo sono cominciati gli allenamenti dei pilastri, io come altri decisi di non addestrare gli Ammazza Demoni. Come immaginavo, Kanao venne a parlarmi. Lei aveva sempre cercato di allenarsi con me per potersi migliorare al meglio e somiglia sempre di più a noi sorelle Kocho. Ci ammira davvero tanto.

Entrò nel mio studio e si sedette di fronte a me. «Scusami, ho saputo che non c'è nessun allenamento del pilastro dell'insetto, posso chiederti perchè?» mi domandò con la sua voce acuta e dolce, mi ha sempre fato tenerezza.

Le sorrisi e sossi la testa. «Kanao, a essere onesti i tuoi sentimenti sembrano proprio un buon segno, credo sia il momento giusto...»

Mi guardò interrogativo e molto confusa, sapevo che quello che le stavo per dire le avrebbe cambiato non solo la giornata, ma anche la vita e il modo di vedermi. L'avrebbe sconvolta.

Il mio sguardo era serio e nonostante mi mostrassi irritata dal pensiero di quella persona, dentro di me regnava la tristezza, il dolore assoluto.

«Il demone che ha ucciso mia sorella Kanae. Che ne diresti se ti mostrassi... come ucciderlo.»

Quando il capofamiglia mi chiamò, mi disse che era venuto a conoscenza della mia relazione con Douma-kun. Inizialmente rimasi sconvolta e mi scusai in ogni modo possibile ed immaginabile, sapevo del mio errore. I demoni erano sempre stati i nostri unici nemini, di noi esseri umani, ed io avevo cominciato a vedermi regolarmente ogni giorno con uno di loro. Era inaccettabile.

Però, a differenza di quello che mi aspettavo, il capifamiglia mi tranquillizzò accettando le mie scuse, mi disse che non era più un problema, ormai... in fondo, a breve il mondo dei demoni sarebbe terminato.

Come mi aspettavo, invece, mi disse che sarei stata io ad ucciderlo. Proprio come volle mia sorella, Kanae.

Ero a conoscenza del nostro destino, ma nonostante ciò esitai ad accettare, anche se era più un ordine che richiesta. Ma alla fine, ovviamente, annuii ed accettai. Sarò io ad ucciderlo e sarà meglio, potrò dirgli le mie ultime parole e lui le sue.

Spiegai ogni cosa a Kanao, filo e per segno del mio piano, di ciò che avrei fatto io e di ciò che avrebbe potuto fare lei. La avvisai di ogni rischio e pericolo ma non ci pensò nemmeno due volte ad accettare la mia idea. Ovviamente, evitai di dirle quello che eravamo io e Duoma, non avrebbe mai acconsentito di dare il colpo finale a quello che era il mio ragazzo.

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