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MITSURI'S POV

«Che carino che è Douma!» gridai dopo che Shinobu finì di raccontarmi cosa le era successo. «Lo so, lo so.» rispose arrossendo.

Poi qualcuno si presentò sulla soglia della porta della cucina. Ovviamente, era Obanai. «Avete finito? Non ho più nulla da fare in bagno.» ci disse Igurou appoggiato allo stipite di legno, in attesa della nostra risposta.

«Torna qui, tranquillo.»

«Ma Shinobu, perchè ti sei svegliata così presto?» le chiese Obanai, entrando dopo aver sentito la sua voce.

Lei assottigliò gli occhi, guardandolo male. «Fatti i cazzi tuoi.» gli disse, ma in un attimo tornò seria a fissare la tovaglia sul tavolo. Più la guardavo e più mi sembrava che qualcosa non andasse per il verso giusto. «Mi ha chiamato il capofamiglia...»

Con quel che ci aveva appena detto, capii che c'era davvero qualcosa che non andava. «Perchè ti ha chiamata a quest'ora?»

La viola non aprì bocca, stringendo i denti e chiudendo gli occhi. Quell'espressione in viso, triste e rassegnata mi provocò dei brividi lungo la schiena. Si trattava di qualcosa di serio.

«Shinobu?»

«La battaglia finale... si sta avvicinando.» disse d'un fiato, lasciandoci senza parole. Sia io che Obanai ci girammo a guardarci, cercando di metabolizzare il significato di quella frase. Muzan stava per esser sconfitto, una cosa bellissima, ma ciò significava che molti di noi Ammazza Demoni non ce l'avrebbero fatta.

Una strage. Un massacro di esseri umani.

Ero sconvolta ma Shinobu continuò a parlare, attirando di nuovo la nostra attenzione su di lei. «Ha detto di tenerci pronti, che lui e Himejima hanno già parlato e si terranno gli allenamenti dei pilastri.»

La guardai interrogativo. «Dovremo allenare gli altri Ammazza Demoni per prepararli al peggio, mentre noi ci scontreremo l'uno con l'altro nel tentativo di migliorare il più possibile.» ci spiegò rapidamente, l'argomento turbava tutti quanti.

Mi voltai verso Obanai e lo vidi pensieroso, non feci in tempo ad aprir bocca che lui cominciò a pensare ad alta voce. «Se ha chiamato te nemmeno un'ora fa, sta andando in ordine tra i vari pilastri. A momenti chiamerà anche noi,»

«Giusto?» concluse alzando lo sguardo verso Shinobu, i suoi etero cromatici erano leggermente spalancati, come spaventati dal ricevere quella telefonata.

Ma purtroppo il suo cellulare, appoggiato sul tavolo, cominciò a vibrare. Lo girò e lesse chi lo stava chiamando, essendo così vicina a lui riuscii a leggerlo anch'io... «È il capofamiglia.» ci informò.

«Rispondi.» gli disse Shinobu chinando il capo, lui uscì dalla stanza per andare in soggiorno e rispondere al cellulare.

Tutti noi, i pilastri, abitiamo attorno alla residenza Ubuyashiki. Ora che sappiamo che la fine di Muzan si sta avvicinando, sicuramente ci incontreremo più spesso di quanto già facciamo per allenarci e proteggere il capofamiglia, sua moglie e i suoi amati figli.

Igurou rientrò nella stanza, il suo sguardo era un poco perso, ma non perse tempo a riprendersi e mostrarsi serio. Come se andasse tutto bene, come se non fosse un problema. Un grosso problema. «È davvero come dici tu, Shinobu.» mormorò chiudendo la porta alle sue spalle, scosso.

Tornò a sedersi al mio fianco. «Cosa facciamo, adesso?» domandai, Shinobu mi guardò male. «Allenarci?» rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo, e lo sapevo, ovviamente.

«Non intendevo quello. Dicevo in questo momento, noi tre, cosa facciamo?» ritentai di chiedere, ma lei continuò a guardarmi con lo stesso sguardo. «Ci alleniamo?»

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