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⚠️Questo capitolo contiene grossi spoiler del manga!⚠️

MITSURI'S POV

Quando arrivammo vicino a quel mostro, sotto i nostri piedi sparì il terreno. Cademmo tutti nel vuoto e ci ritrovammo in un posto strano, sembrava l'interno di un castello ma pieno di demoni, in ogni angolo ce n'era uno.

Nel momento in cui il suolo scomparve Obanai mi afferrò la mano e venimmo scaraventati insieme da qualche parte di quell'infinito castello di demoni. Ci guardammo intorno e notammo entrambi un demone donna con un ukulele in mano, aveva un solo occhio magenta.

Non aspettammo un secondo di più e cominciammo a combattere con quel demone. Nel mentre del nostro scontro, i nostri corvi passarono varie volte a informarci di chi veniva ucciso e di quali lune sconfiggevano. Purtroppo, il primo che morì fu Rengoku e non riuscii nemmeno a versare una lacrima. Il tempo scorreva e nessuno di noi due si rese conto di quanto passò da quella notizia al corvo che ci diede la notizia che Tomioka e Tanjiro erano riusciti a sconfiggere la terza luna crescente, colei che aveva ferito e successivamente ucciso Rengoku.

SHINOBU'S POV

«Shinobu-chan! Da quanto tempo!» esclamò una voce fin troppo familiare ed acuta, sospirai e nascosi un sorrisetto. «Da ieri notte.»

Lui rise di gusto. «Vero, hai ragione.»

Tra le sue mani c'era un braccio umano, se lo stava assaporando prima del mio arrivo. Alla mia espressione disgustata lo mollò, allontanandolo il più possibile da sé.

«Sappiamo entrambi come andrà a finire, Shinobu.» la sua voce adesso era calma e seria, ferma e consapevole, dolorosa per le mie orecchie sentirla. «Sì.»

Sentii un tremolio nella mia voce e Douma se ne accorse subito. «Dai Shinobu-chan!» strillò di nuovo, cercando di improvvisare una voce tranquilla e divertita, come suo solito. Si avvicinò a me e mi allargò davanti agli occhi le braccia, mi sorrise. «Non esser triste.»

Mi strinse tra le sue braccia mentre io stringevo i denti. «Come faccio a non esserlo...!» gli risposi sentendomi gli occhi lucidi.

«Sai qual'è la mia natura, non hai altra scelta...» mormorò posandomi le labbra sui capelli corvini, il suo tocco era delicato.

Mi mise una mano sulla guancia e mi tirò su il viso, i nostri sguardi si incrociarono e restammo qualche secondo a guardarci. I suoi occhi erano così dolci, così colorati, eppure intravedevo quel luccichio spegnersi lentamente. «Non lo trovo giusto...» mi lamentai.

Gli angoli della sua bocca si alzarono e ridacchiò. «Non posso restare l'unico demone al mondo, farfallina.» mi disse, poi la sua voce si fece più seria, sincera soprattutto dolce. «In un'altra vita ti cercherò e quando ti avrò trovata niente e nessuno potrà mai dividerci. Tr lo prometto, Shinobu Kocho.»

Non riuscii più a trattenermi, alcune lacrime rigarono il mio viso. Douma mi mise entrambi le mani sulle guance e col pollice asciugò quelle piccolo gocce di tristezza. «E... e se non dovessimo rincontrarci?»

Chiuse gli occhi e sorrise. «Ti cercherò meglio, perché noi ci rincontreremo nella prossima vita. Non mi interessa in quale forma, demoniaca o umana, ma io ti devo trovare.» disse aprendo gli occhi ed inchiodandoli ai miei, una lacrima gli scese lungo la guancia e le sue labbra si incurvarono, cercando di trattenere quella tristezza dentro di sé. Mi guardò fisso negli occhi. «Tu aspettami, okay?»

Annuii senza esitazione. «Sì, per sempre.»

Tirò su col naso e sorrise, per fortuna il suo sorriso ancora mi influenzava e mi ritrovai anch'io a sorridere, come se non stessimo andando in contro alla morte.

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