VIII CAPITOLO GITA CON REDGRAVE

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NEIDE

 Sono nel corridoio della scuola. Saranno all'incirca le dieci e mezza, quindi ora c'è l'intervallo di venti minuti.

Scendo a prendermi qualcosa al bar della scuola.

Steven è poggiato accanto ad un tavolino dove c'è un telefono fisso.

«Steven, sei qui!»

«Neide, non ne comprendi il motivo?»

«Cosa?»

Cos'è che dovrei comprendere? Certo che se mi fa domande incompiute, è un po' difficile riuscire a capirlo.

«Sono assetato.»

«M-mi dispiace. Per rimediare ti andrò a prendere qualcosa da bere» gli dico. «Farò in fretta.»

Poggio la mia cartella accanto al tavolino e corro verso il bar.

«Cosa desidera signorina?» mi domanda la barista.

Cavolo, che cosa gli prendo? Una cioccolata, un caffè oppure un tè caldo?

Penso che con il tè non si sbagli mai.

«Un tè, per favore.»

«Ecco a lei. Grazie e arrivederci» mi dice porgendomelo dentro un bicchiere di plastica.

Prendo il tè e corro subito da Steven.

«Ecco, ti ho portato il tè...» inizio a dirgli, porgendogli il bicchiere.

Steven dà una botta alla mia mano e fa cadere a terra tutto il bicchiere.

«Ahi, scotta!» mi lamento.

«Io preferisco solo le cose dolci!» mi urla. «Odio le cose amare come il tè! Come fai a non arrivarci?»

Ma che ragazzino viziato. «Questa non è una buona scusa per rovesciarlo a terra» ribatto alzando la voce. Cavolo, vorrei tanto picchiarlo. Questo ragazzino.

«Non controbattere! Non sei nessuno e quindi non ne hai il diritto.»

Dio, dammi la pazienza. Perché se mi dai la forza lo disintegro. Basta io me ne vado. Se sto ancora un solo secondo in sua presenza rischio di perdere il controllo.

Faccio un respiro profondo.

«Se vuoi ti vado a prendere qualcos'altro» gli propongo.

«Non serve» mi risponde in tono calmo e gentile. Okay ho capito, è lunatico. «Il tè ti è finito tutto sulle dita, ti sei scottata? Poverina.»

Steven mi lecca le dita, però tolgo subito la mano. Sono disgustata dal suo comportamento.

«Dimmi, provi odio nei miei confronti?» mi domanda, guardandomi con lo sguardo assassino.

«Non è che ti odio. È che vorrei conoscerti anche meglio, ma...», Steven non mi permette di finire la frase.

«Allora fa lo sforzo di capirmi» mi dice, allontanandosi.

Mi volto per prendermi la cartella e tornarmene in classe, ma è sparita. «Eh? Steven, hai visto la mia cartella?» gli domando.

Senza voltarsi mi risponde: «L'ho portata sul tetto.»

«Perché?»

«Per punirti.»

Quanto lo detesto!

Mi affretto a salire sulla terrazza, che in realtà poi sarebbe il tetto.

Appena entro, non posso fare a meno di non notare la luna che risplende sopra di me. Maestosa come non l'avevo mai vista.

My Vampire Lovers - Mia [1° Libro]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora