XX CAPITOLO FRUSTRAZIONE

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NEIDE

Non appena riprendo conoscenza, ho l'istinto di tirarmi immediatamente su dal letto. Finalmente è giorno. Non che non mi piaccia l'oscurità, anzi, la preferisco, dato che ho passato gli ultimi mesi vivendo praticamente di notte; però ora che è tornata la luce posso finalmente studiare il posto nel quale mi trovo.

La stanza è di un grigio spoglio e con nessuna decorazione. Le mattonelle sono color avorio. A giudicare dall'ambiente e dall'aria che si respira, credo di essere finita in una specie di manicomio barra correzionale.

La porta si spalanca di colpo ed entra una donna. Ha la carnagione olivastra e i capelli biondo cenere. I suoi occhi sono blu come la pietra del lapislazzulo. Il mio cuore aumenta i battiti, per via dello spavento. Mi sento spaesata.

«Non ti agitare, Neide.» Come fa a sapere il mio nome? E chi è questa donna?

«C-chi sei?» bofonchio, impaurita.

La donna misteriosa si avvicina al letto e si mette seduta. Avvicina una mano e mi accarezza i capelli. Sulle sue labbra compare un sorriso dolce. Mi ricorda qualcuno...

Si avvicina e mi bacia teneramente la fronte, per poi rialzarsi ed avvicinarsi all'uscio della porta.

«Sta' tranquilla. Non avere paura, non abbiamo intenzione di farti del male.»

«Ma chi sei tu?» le urlo.

«Lo scoprirai a tempo debito, tranquilla.» Detto ciò, esce dalla porta e la richiude. Sento il rumore della serratura che si chiude. Non è possibile che mi stia succedendo tutto questo.

Credo di aver perso la cognizione del tempo, perché non so più da quanto sono rinchiusa dentro questa cella. Ogni tanto viene una donna che mi lava e mi ciba di roba che fa a dir poco vomitare. Il lato positivo è che non sono più legata al letto. Non che ci sia qualcosa da fare dentro questa stanza, se non guardare fuori la finestra ed osservare ininterrottamente la pioggia che cade.

Vorrei sapere perché mio padre mi sta facendo una cosa simile. Che motivo aveva di mandarmi dai Mogedius se nemmeno voleva che li frequentassi? Poteva portarmi direttamente a Londra con lui.

La porta si riapre nuovamente. Mi volto in direzione della persona che è entrata. Non ho più forze, il cibo che mi danno mi sta rendendo troppo debole. Ma che cosa sarà mai?

Mio padre. Tutte le risposte ce le ha lui.

«Neide.»

Non gli rispondo, mi limito solamente a guardarlo. Che cosa vuole? Ora che mi ha ridotta in questo stato che cos'altro ha intenzione di farmi?

ASHER

Sono due settimane che non ho più notizie di Neide e di Redgrave. I miei fratelli mi hanno spronato a rimanere a casa e a pensare ad un piano per salvarli entrambi. Ora che abbiamo scoperto che ce li hanno i cacciatori, dobbiamo prepararci per bene. Non possiamo permetterci il lusso di sbagliare, altrimenti li perderemo entrambi.

Siamo a Londra da cinque giorni e non abbiamo avuto nessuna notizia che potrebbe esserci utile contro di loro. Merda!

Do' un pugno contro l'armadio della camera dell'hotel. Mi sento così inutile.

Neide.

Non faccio altro che pensare a lei. Ero finalmente riuscito a riacquisire la mia umanità, che me l'hanno strappata via da sotto il naso. L'hanno strappata dalle mie braccia e la colpa e solamente la mia.

Mi sento inutile!

«Bene, bene. Ma come siamo caduti in basso, eh Asher?»

Fuori, sul balcone della camera d'albergo, c'è Drake. Mio cugino. Sulle labbra ha un sorriso beffardo, uno di quelli che ti fanno venir voglia di tirargli contro un bel pugno.

Lo guardo in cagnesco, prima di tirar fuori i canini.

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Miei dolci vampiretti,

Finalmente l'ispirazione per questa storia mi è tornata, quindi ecco che ho subito pubblicato il capitolo. Cosa ve ne pare? Spero che vi piaccia. Fatemelo sapere nei commenti e lasciate una stellina se vi è piaciuto il capitolo.

Un abbraccio,

Martina :3


My Vampire Lovers - Mia [1° Libro]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora