XXIII CAPITOLO RITROVARSI - IL DOLORE DI AVERTI ACCANTO

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Non esiste nessuno di speciale per me. Stattene buona e lasciati succhiare il sangue come la preda che sei. Te lo insegnerò sulla tua pelle quante volte vorrai. Non ti lascerò a nessun altro.

Assolutamente. Tu sei mia, te lo ricorderò quante volte vorrò.

ASHER

NEIDE

Varco la soglia dell'imponente magione, completamente fatta in mattoni. Dall'esterno non sembra niente male e sono sicura che dentro sia ancora più bella. La donna è davanti a me ed indossa ancora quel velo in pizzo che teneva in auto, non posso fare a meno di domandarmi se lo toglierà mai così da poterla vedere in viso.

«Qui sarai al sicuro» mi dice appena entriamo in casa. È completamente diversa dalla casa dei Mogedius, qui si respira un'aria diversa, è molto accogliente come casa mia. La scelta del mobilio mi ricorda quello della casa che ho in montagna, a Vallinfreda. Anche se è piccola, è molto accogliente. Non ci siamo più andati dopo la morte della mamma e papà voleva venderla perché tornare lì era troppo doloroso. Io non mi sono mai opposta dal venderla, perché non mi è mia piaciuta più di tanto.

«G-grazie» balbetto, continuando ad esplorare con lo sguardo ogni particolare. All'entrata c'è un camino posto alla parete difronte alla porta, il fuoco è spento. A destra e sinistra, ci sono due corridoi e la donna misteriosa, dopo aver posato la giacca sull'attaccapanni, si dirige verso il corridoio di sinistra.

La seguo nella luce fioca che illumina il corridoio, tanto da farmi immaginare che mi stesse portando in un sotterraneo. Non posso nasconderlo, il mio lato da fanatica di film storici sta prendendo il sopravvento. Frequentando una scuola di cinema, inizio ad immaginare quale film potrei girarci qui dentro. È un sogno che si realizza, entrare dentro una struttura tanto antica.

Arriviamo in un salone abbastanza grande da poterci prendere il tè con le persone più intime, molto simile a quello che ha la nonna a Roma; a differenza, lei vive in un attico mentre qui sono in una magione infinita.

Nemmeno il tempo di guardarmi intorno, che vengo travolta da una paio di braccia, che mi stringono forte. Il tempo di realizzare di chi siano e sono in balia dei miei sentimenti.

«Ny» esordisce. La voce di Asher, quanto mi era mancata. Sembra passato un secolo dall'ultima volta che l'ho sentita, eppure, ora che ci siamo ritrovati, il tempo che siamo stati separati si è azzerato.

Alzo lo sguardo per guardarlo negli occhi. I suoi bellissimi occhi verdi, così profondi come le foreste che ci sono in montagna. Finalmente posso rivederli di nuovo.

«Ash» dico con voce strozzata. Non riesco a trattenermi e lascio le lacrime uscire, anche se non dovrei farlo. Però non m'importa, mi è mancato tantissimo, nessuno può biasimarmi.

Asher non dice nulla, si limita solo a guardarmi dritta negli occhi, asciugandomeli con i suoi pollici. Mi solleva da terra e mi bacia dolcemente, facendomi tranquillizzare almeno per poco. Lo amo e lo amerò per sempre. Nei giorni passati in quella cella, non ho fatto altro che cercare di non dimenticare il suo viso.

Tra noi non c'è bisogno delle parole, riusciamo a capirci anche con un semplice sguardo. Lo abbraccio, volendo sentire il calore della sua pelle sopra di me.    

Sento un battito di mani seguito da una risata. «Ma che bella scenetta romantica. Sono quasi commosso.»

My Vampire Lovers - Mia [1° Libro]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora