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<Quindi di che si tratta la missione?> dissi entrando nella torre, vedendo Steve aspettandomi <Te ne parleremo più tardi. Ora devi andare dal dottor Banner e da Stark, nel loro laboratorio> mi disse Steve indicando l'ascensore mentre lo raggiunsi <Ma non era urgente la missione?> chiesi io non capendo <Ecco perchè devi andare ora, così sprecheremo meno tempo possibile > disse Steve, annuii e andai.

<Finalmente> esclamò Tony quando arrivai <Siediti pure lì> disse Banner indicando uno sgabello, messo in un angolo nel laboratorio, così feci. <Allora sei pronta? Hai forse un po' paura?> mi domandò Tony preoccupato, avvicinandosi a me. <Tony, io non capisco> mormorai guardandolo <Cosa?> chiese non capendo a cosa mi riferissi <Cosa devo fare? Cosa dovete farmi?> domandai. Tony si sedette per terra davanti a me <Pensavo te lo avesse detto Rogers... Ti sdraierai in quella capsula, che ti inietterà un siero> m'informò Tony, brevemente, come se non fosse nulla. <Un siero?> replicai sperando di non aver capito bene <Esatto. Un siero come quello di Steve. Sai ero andato in una vecchia base dello S.H.I.E.L.D. e avevo trovato una boccetta. Con Bruce l'abbiamo studiata e devo ammettere che non avevo mai visto nulla del genere in vita mia. Comunque siamo riusciti a moltiplicare gli atomi e dopo vari test su degli insetti, ora vorremmo provarlo su qualcuno e pensavamo a te> mi spiegò molto meglio, annuii leggermente <Diventerò brutta?> domandai preoccupandomi, da vera egocentrica, con tono sarcastico <No, rimarrai così> mi rispose Tony ridacchiando
<Perchè avete scelto me?> chiesi diventando di colpo seria
<Noi avengers o abbiamo già dei poteri o siamo troppo vecchi. Quindi abbiamo scelto te perché, purtroppo, non puoi avere figli e non sappiamo se questo siero possa avere conseguenze di quel genere e poi sei la più giovane fra le tue sorelle>
<Invece cosa mi darà in più questo siero?> domandai <Non lo sappiamo per certo. Tutti i test che abbiamo fatto, il siero dava abilità diverse. Come il volo, la super forza, il teletrasporto -si fermò pet un istante- Lo vuoi ancora fare?> chiese preoccupandosi della mia possibile risposta <Sai che c'è? Va bene, spero solo di non avere un potere sfigato> gli risposi alzandomi dallo sgabello.

<Cosa devo fare?> chiesi ai due. Bruce e Tony si guardarono un secondo.
<Che c'è?> chiesi dopo che non mi risposero <Dovresti spogliarti> disse Tony di botto e soprattutto imbarazzatissimo <Mi posso tenere la biancheria intima?> domandai imbarazzata quanto loro a quella notizia <Le mutande certamente, invece nella zona del petto ci dovrebbero essere degli aghi e quindi il reggiseno li istruirebbe> borbottò Banner con la testa abbassata <Oh... Per vedermi nuda dovevate fare tutto questo casino?> scherzai sarcasticamente per smuovere la tensione. I due sorrisero.

<Okay Vic. Noi gireremo la macchina, tu ti spogli lì davanti e poi entri dentro, poi dopo faremo la stessa cosa quando finirai> mi spiegò Tony <Va bene>

Dopo di che la macchina si girò e così io eseguii gli ordini . <Okay, ci sono> dissi sdraiandomi dentro <Banner chiudi la macchina e girala verso di noi> esclamò Tony. Dopo di che la macchina si chiuse e menomale che non ho la claustrofobia perchè: cazzo sentivo aghi su tutto il corpo e l'unica fonte di luce che avevo era una finestrella troppo alta per usarla e vedere cosa ci fosse dietro il vetro. <Vic ci sei?> chiese Banner <Si, pensavo fosse più doloroso> ridacchiai contando che comunque gli aghi erano quasi appoggiati a me <Oh in realtà non abbiamo ancora fatto nulla> disse Tony. Dopo di che, capii che l'avessero avviata e penso che l'abbia capito tutta New York, non dal blackout, ma dalle mie urla.

L'unica cosa che mi ricordo subito dopo, è che sono uscita dalla macchina, mi sono messa la maglia e sono caduta a terra. Il resto il mio cervello l'ha fatto scomparire.

Però ricordo quando mi sono svegliata nel mio letto con Natasha e Yelena che dormivano su due poltrone e Kate sveglia sdraiata vicino a me che mi guardava con occhi pieni di qualcosa che allora non sapevo descrivere ma che sapevo di provare anch'io. <Buongiorno> mi salutò sorridendomi <Da quanto mi guardi?> le domandai <Se comparato all'esistenza dell'universo poco. Citazione di Victoria Nika Volkoff> mi rispose lei citandomi, sorrisi e forse arrossì pure. Mi piaceva essere citata, da lei, mi faceva sentire incredibilmente importante. <Per quanto ho dormito> chiesi con voce rauca e assonnata <Qualche ora> mi rispose Kate <E da quando ci sono le mie sorelle?> domandai indicandole <Da un po' dopo di me> rispose guardandole <Non ti hanno chiesto perchè fossi qua?> chiesi quasi preoccupandomi <Ero insieme a Peter, poi lui se ne andato perchè doveva fare le valigie> mi disse <Va bene> mormorai soddisfatta di avere di nuovo tutto sotto controllo <Ora potresti baciarmi?> chiesi quasi implorandola. Si avvicinò a me e dopodiché mi diede un bacio a stampo, senza maliziosità, era una sensazione che provavo solo con lei, ma mi piaceva molto.

<Mi ero preoccupata, non sono riuscita a dormire> sussurrò con lo sguardo basso <Scusa> mormorai dandole innumerevoli baci sulla guancia come fanno i bambini. <Che ore sono?> domandai sedendomi sul letto <Penso le 9> mi rispose imitando il mio gesto <Andiamo a fare colazione?> quasi la implorai solo dallo sguardo <E loro due?> chiese lei <Si sveglieranno> risposi alzandomi in piedi. Stranamente non sentii nessun strano effetto o indebolimento. Era come ogni giorno quando mi svegliavo. Non mi sentivo diversa dal giorno prima o quello prima ancora. Chissà...

Secret love || Kate BishopDove le storie prendono vita. Scoprilo ora