VI.

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Fra coloro nati in una prigione dorata, compariva il nome di Liz. Il furore giovanile le donò il bisogno di sentirsi libera da ogni vincolo sociale. Ma ciò venne a scontrarsi con la decisione di Rosalind, che, pochi giorni dopo la sua sentenza, si concretizzò.

Insieme a Lady Kim, aveva organizzato a Camden la festa di fidanzamento dei due, entrambi col dovere di incontrarsi al più presto per essere convinti a tal matrimonio di convenienza. D'altronde lui era un visconte, lei era la figlia di un duca, e, grazie alla loro unione nella ricchezza, avrebbero condotto un'esistenza serena con molti figli.

Lady Kim riteneva Liz la donna perfetta per suo figlio. Era abbastanza furba e scaltra da capire che la figlia del defunto duca Jeon aveva tutte le qualità che si richiedevano a una dama dell'alta società. Era loquente e brillante, dotata di una cultura raffinata, pur essendo donna. Era dotta nelle lingue, curiosa di sapere sempre di più. Lady Kim si era resa conto di come fosse Liz, e ne era rimasta colpita. Per lei, un tipo del genere poteva andare bene per quello scapestrato di suo figlio, talvolta irresponsabile.

Le sue erano idee fuori dal comune, date da anni ed anni di letture fatte presso la biblioteca del fratello più grande. Quando, infatti, una donna inizia ad essere dotta in qualcosa di diverso dall'arte della famiglia, e riceve la stessa educazione di un uomo, si rende conto di essere in una condizione di sudditanza, tale imposta da una società intrisa di regole, in cui non c'è spazio lei, se non come madre o moglie.

Di certo voleva sposarsi, ma mai per convenienza. Tale era un intralcio per Lady Kim. L'unico mezzo di cui poteva servirsi era farli innamorare.

Quella mattina Liz non voleva alzarsi dal letto per andare dai Kim a discutere sul suo matrimonio con la madre e la futura suocera.

Convinta dalla servitù, si alzò dal letto, imprecando verso le domestiche. Il suo mobilio l'accolse per prepararsi alla toilettatura. Non voleva discutere con chi avesse una mente meno brillante della sua.

Liz si pettinò i capelli, sistemò le sue ciocche scure ordinate sulla fronte e sulle spalle, si truccò, picchiettando leggermente il prodotto del suo tubetto cremisi, ridotto quasi in fine da Jungkook. Quante altre volte lo aveva beccato in camera a frugare di nascosto fra le sue cose!

Si fece vestire da un abito rosa pastello, stretto sotto al seno da una stola color lampone acceso. La gonna dell'abito ricadeva dritta senza pieghe come la maggior parte degli abiti in stile impero, allargandosi sempre di più. La sua sagoma risultò slanciata.

Rosalind entrò nella stanza per controllare che tutto fosse in ordine. Trovò la figlia innervosita ed assonnata.

«Sei pronta, cara?» Lady Jeon intervenne.

Liz non rispose e continuò a farsi vestire dalle domestiche.

«La carrozza è già arrivata. Ti aspetto in salone.» continuò. «I tuoi fratelli non verranno. Namjoon non deve essere distratto dalla loro presenza.» le dette un bacio sulla guancia, prima di uscire dalla camera.

Attese che le domestiche avessero finito di acconciarle i capelli in un perfetto chignon sulla nuca. Liz si guardò un'ultima volta allo specchiò per decretare quanto fosse piacente a sé stessa. Amava mostrarsi sicura di fronte agli occhi dell'aristocrazia, mai debole onde evitare il massacro spietato delle malelingue.

Rosalind sostava al salone d'entrata, in attesa delle carrozze per Camden. A braccetto andarono al loro mezzo.

Durante il viaggio, Liz non disse nemmeno una parola. Un'assenza che decretava la sua disperazione. Quasi avrebbe pianto, ma fu bloccata dal suo non volersi mostrar debole.

A casa di Lady Kim, infatti, rispose al saluto della padrona e del visconte con un inchino svogliato e freddo.

Lady Kim chiamò subito la servitù per offrire alle ospiti il thè della mattina, intrattenendo conversazione con loro. Namjoon, che l'aveva salutata, anche lui imbarazzato, continuava a guardarla cercando di avere attenzioni da parte sua. Le sue occhiate fugaci fallivano ogni volta, e, per attirare la sua attenzione, cercò la risposta di Liz con un impercettibile sussurro.

the Amorist | VKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora