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Il vento scompigliava i capelli biondi di Taehyung che correva in groppa al suo cavallo bianco verso Hatfield. Quella mattina lui e Jungkook si erano svegliati molto presto per dirigersi alla villa di campagna dei Jeon e cercare i documenti relativi all'adozione del maggiore.

Taehyung fremeva per la voglia di sapere di più riguardo alle sue origini. Ebbe la certezza di non aver amato suo fratello di sangue, ma la notizia dell'adozione non avrebbe certo cambiato i rapporti con Jungkook - né tanto meno con sua sorella.

Si sentiva sicuro, protetto; malgrado Jungkook dicesse di essere quello più fragile. Insieme a lui, sarebbe riuscito a superare quella situazione resa più complicata dai debiti ancora celati alla famiglia. In vero, era stato Jungkook a salvare lui dalla sua malinconia e dai suoi pensieri tortuosi; non era stato Taehyung a salvare il più piccolo, come questo gli ripeteva. Jungkook non era fragile, per lui. Ognuno aveva bisogno dell'altro, perché insieme erano le due anime gemelle parte di uno stesso tutto, due corpi uniti da quel filo rosso leggendario che cuciva le due parti di uno stesso cuore.

Cavalcavano insieme nell'umida brughiera inglese che separava Kensington da Hatfield House.

Taehyung si sentiva pronto a conoscere la verità. Quella ventata di ottimismo gli stava dando tutte le forze di cui aveva bisogno e che sembrava aver perso.

«Siamo quasi arrivati!» sentì chiamarsi da Jungkook.

Se avessero proseguito di quel passo sarebbero arrivati presto ad Hatfield, dove il comparto della servitù li stava aspettando.

Al galoppo veloce dei loro cavalli si appressavano sempre di più alla villa. Quello di Taehyung, un mustang bianco, quello di Jungkook un purosangue nero da un allevamento del ducato dei Jeon.

Alle scuderie di Hatfield, gli animali vennero fatti entrare nelle stalle che poco distavano dall'entrata ed entrambi, mano nella mano, si diressero verso il portone di casa dove le domestiche li accolsero calorosamente.

«Dorothy.» iniziò il più grande rivolgendosi al capo del personale della villa. «Fai preparare la stanza mia e quella di Jungkook.»

Dorothy annuì alla richiesta di Taehyung.

Jungkook sapeva già da dove cominciare in quella disperata ricerca. Lo studio del duca era il punto d'inizio e forse anche quello d'arrivo, per l'esattezza nell'immensa biblioteca in cui erano state conservate tutte le carte amministrative del trascorso duca. Oltre ai libri e le scartoffie, c'era la possibilità di trovare anche quei documenti di loro interesse.

Jungkook era curioso di sapere di più, ed insieme si diressero allo studio, abbracciati.

Taehyung aprì la porta, per entrare, con Jungkook avvinghiato al suo braccio. La servitù aveva lasciato tutto in ordine, come richiesto dal duca, mantenendo il suo quartier generale lindo e pulito - con un occhio di riguardo per i suoi libri.

Taehyung chiuse la porta alle loro spalle e lasciò un casto bacio sulla fronte di Jungkook.

«Mettiamoci al lavoro.» gli disse.

***

Per tutta la mattina, la loro ricerca andò a vuoto. Taehyung tolse ogni libro dalla libreria del suo studio per passarla al setaccio. Lesse ogni carta, una ad una, per studiarla, e passarla a Jungkook, che si aggiustava di frequente gli occhiali sul ponte del naso a studiarla meglio.

«Tae, guarda qui. Ho trovato qualcosa.» Jungkook era davvero esausto.

«No, amore mio. Sono solo le carte del catasto.»

Jungkook emise un sospiro amareggiato, quasi dato per vinto.

«Ehi Jungkook, non mollare.»

«Sono esausto. Ho bisogno di una pausa. Mi si stanno incrociando gli occhi.»

the Amorist | VKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora