VIII.

886 70 98
                                    




Il famigerato giorno delle nozze trasformò Hatfield in una dimora barocca. Nel giardino erano state allestite due colonne di sedie per gli invitati, così che la sposa potesse giungere all'altare. I colori che Lady Jeon decise di usare per la cerimonia erano il bianco, simbolo di purezza, ed il rosa, il colore preferito della figlia. Fra tutti i fiori spiccava il glicine, che copriva la tettoia di legno a riparo dell'altare.

Hatfield House, per quell'occasione, era stata adibita ad accogliere le famiglie dei rispettivi sposi. La semplice villa di campagna inglese era stata trasformata in un delizioso cottage, allestito da festoni e tulle bianco. In ogni parte vi erano fiori d'arancio, che rifulgevano grazie alla varietà di luci.

Erano ancora tutti nelle loro stanze, mentre Liz si stava preparando.

Non aveva mai ambito al matrimonio, nemmeno desiderava una festa di lusso. Il solo fatto che la consolava era che suo marito non facesse parte dei mediocri rampolli aristocratici. Aveva avuto modo di conoscerlo sotto una luce diversa, si era rivelato gentile ed affabile, intenzionato a rispettarla. Discussero delle loro letture. Lei e Namjoon si trovarono così come Lady Kim aveva preannunciato.

Era cosciente che il suo non sarebbe stato un matrimonio felice, ma poteva andarle peggio. Perse l'occasione di vivere un amore folle, ma in cambio ebbe una relazione che si basava su fiducia e rispetto. Non amava Namjoon; lo stimava. Da lui non attendeva rose e fiori, al contrario serenità, ognuno coi propri spazi.

La sua scelta prevedeva che ogni invitato fosse rigorosamente vestito in rosa. Ella indossava un abito semplice, un corpetto ricamato a sostenere una gonna di seta abbastanza ampia, che ricadeva liscia. I suoi capelli non erano stati lasciati sciolti, arricciati dalla servitù in un'acconciatura alla francese.

Liz era pronta.

***

I pensieri avevano tormentato fino a notte fonda Jungkook, che, ancora assonnato, si preparava ad indossare il suo smoking rigorosamente rosa pastello, scelto dalla sorella e confezionato da Jimin. Anch'egli non sognava il matrimonio, a meno che questo non fosse stato con la persona da lui amata.

Sistemò i capelli, in modo tale che gli lasciassero la fronte scoperta, notando tutte quelle piccole imperfezioni che - per Taehyung - lo rendevano unico. Grazie al fratello, poté presentare una richiesta d'ammissione all'accademia di belle arti, e - con sua sorpresa - riuscì ad accedervi. Taehyung non aveva messo nemmeno una parola di raccomandazione, così che Jungkook potesse iniziare a credere nelle sue capacità; che fosse all'altezza di quell'accademia così come era all'altezza di amarlo. Ormai Jungkook aveva capito che tale sua falsa risolutezza non era altro che una maschera per celare le insicurezze, che davanti a Taehyung non avevano ragion d'essere. Avrebbe potuto crescere solo insieme a lui. Quell'amore, in principio fisico, si stava trasformando in qualcosa di sublime.

Mentre Jungkook era assorto nei suoi pensieri, qualcuno bussò alla sua porta.

«Avanti.» disse lui ad alta voce.

«È permesso?» Taehyung si affacciò.

«Buongiorno.» Jungkook lo baciò.

«Buongiorno. Sei pronto?»

Annuì.

Taehyung notò un qualcosa di alquanto singolare.

«Hai rubato i trucchi di nostra sorella?» indicò il tubetto porpora, appartenuto a Liz, che sostava sul mobilio di Jungkook.

«I-io non...» Jungkook si voltò di scatto. Non poteva mentire davanti all'evidenza. «Theo ti prego non dirglielo. Mi ucciderà.»

Taehyung gli sorrise e prese il tubetto color cremisi in mano.

the Amorist | VKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora