1~L'inizio di tutto

9K 94 3
                                    


Nelle mie orecchie sentivo solo i phon accesi che facevano un rumore assordante per tutto il negozio, la signora a cui stavo facendo i capelli mi stava raccontando della sua vita sentimentale, e ogni tanto annuivo per fargli vedere che m’interessava tutto quello che stava dicendo, anche se in realtà di suo marito e della sua amante poco m’importava. Fare la parrucchiera a volte significava fare anche la psicologa delle persone , e c’erano delle signore che non stavano Zitte nemmeno per un secondo raccontandomi tutti i dettagli della loro vita, e io con un sorriso annuivo facendo la finta interessata. Ma sinceramente, a chi importava di suo marito e dell’amante di suo marito?
<<Tu non vai a scuola? Hai diciassette anni e già lavori?>>
rilasciai un respiro profondo cercando di non risultare troppo antipatica, le
le tirai leggermente i capelli con l’intenzione di fargli male, e infatti la donna fece una smorfia di dolore.
Odiavo quando le persone si intromettevano nella mia vita, lei non sapeva niente di me e della mia vita.
Ho dovuto lasciare la scuola per non essere un peso per mio zio , i miei genitori purtroppo sono morti in un indicente stradale e ora vivo con il fratello di mio padre, io e mio zio non abbiamo un bel rapporto e per questo che lavoro, non voglio elemosina da nessuno e già tanto che vivo con lui.
<<No, nun vac a scol. Mi sto già imparando il mestiere>> cercai di rispondere il più educatamente possibile, le arricciai un’ultima ciocca e guardai il mio lavoro con un’espressione fiera, sinceramente sono la ragazza più brava a fare i capelli qui dentro sono io, e per questo che le ragazze e le signore  cercano sempre me in salone per fargli fare i capelli.
<<Vi piacciono?>> gli domandai passando le mani tra i suoi capelli biondi per fargli vedere la piega , la donna si guardò per qualche secondo nello specchio prima di annuire.
<<Sono bellissimo. Grazie bella>> disse alzandosi dalla sedia, feci un piccolo sorriso, mi piaceva quando soddisfavo le clienti e facevo di tutto per farle uscire contente dal salone.
Dopo qualche minuto arrivò una ragazza della mia età, si chiamava Enza, avevamo fatto un po’ amicizia, e infatti quando le facevo i capelli parlavamo di tutto e di più.
<<Amo i capelli li voglio come te.
Mori con un po’ di riflessi biondi>> disse la ragazza sedendosi sulla poltrona, annui e presi le decolorazioni prima di iniziare il miolavoro.
<<Tu sei fidanzata?>> mi chiese guardandomi attraverso lo specchio <<Da due mesi>> risposi velocemente visto che ero concentrata a farle i capelli , dopo qualche ora fini il mio lavoro e devo dire che era venuto davvero bellissimo il colore, Enza mi salutó e pagó al proprietario del negozio prima di andare via.
<<Va bene ragazze sono le otto , potete andare via. Ci vediamo domani mattina>> disse Antonio, il proprietario del negozio, presi il mio cappotto pesante anche se stavamo ad aprile, io aveva ancora freddo. Salutai tutti prima di recarmi fuori dal salone , vidi il mio ragazzo che mi aspettava fuori al negozio con il suo liberty grigio.
<<Ciao vita mi>> disse lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra, lo guardai con un piccolo sorriso e gli accarezzai la nuca.

<<Francé teng o mezz mij. Ti avevo detto di non venirmi a prendere fuori al negozio»> dissi guardandolo con uno sguardo serio, odiavo quando una persona non mi ascoltava, e lui non lo faceva quasi mai , faceva sempre di testa sua e forse questo era la cosa che odiavo più di Francesco.
<<Dopo lo vengo a prendere io il tuo motorino. Mo sagl, t’accumpagn ij a cas>> disse lasciandomi un buffetto dolce sulla guancia, annuì prima di salire sul motorino dietro di lui, Francesco appoggiò una mano sulla mia gamba stringendola di poco prima di partire a tutta velocità finché non arrivò a casa mia.

<<Grazie amo>> scesi dal motorino ma prima che potessi entrare via mi sentí prendere per un polso, mi girai e vide che Francesco aveva avvolto Francesco aveva avvolto una mano intorno al mio polso.

<<Ti amo assaij Melí>> disse guardandomi negli occhi, mi avvicinai a lui e gli accarezzai  delicatamente la guancia.

Non sapevo cosa provavo con lui, anzi io non provavo niente per lui , nemmeno amore. Stavo con lui solo perché mi aiutava a fuggire dalla mia vita quotidiana, non mi andava di stare sempre a casa dove c’era mio zio che mi giudicava sempre solo perché avevo lasciato la scuola, e non avevo seguito le orme sue e quelle di mio padre, cioè quello di studiare giurisprudenza per diventare un giudice come lui.

<<Ti amo anch’io Francé›> dissi lasciandogli un piccolo bacio a stampo sulla bocca, lo guardai per l’ultima volta prima di entrare in casa.
Appena chiusi la porta vidi mio zio che mi guardava con le braccia incrociate al petto, alzai gli occhi alal cielo e mi morsi la lingua per non risponderlo male, infondo era mio zio e mi teneva a casa sua per non farmi finire sotto ai ponti come i barboni.
<<Zio non è tardi. Sono solo le otto di sera, e ora ho finito di lavorare>> dissi prendendo la bottiglia di acqua fredda dal frigo, la versai nel bicchiere di plastica prima di berla.
‹‹Melissa ma perché non torni a scuola? Ora te la fai anche con gli zingari! Ti ho visto sul motorino con quel ragazzo, e si vedeva da un miglio che era un delinquente!>> sbattei forte la bottiglia di acqua sul tavolo e mi girai per guardarlo, odiavo quando si intrometteva nella mia vita ,lui non era mio padre!

<<E allora? Dov’é il tuo problema? Tu non sei mio padre, e quel delinquente é il mio ragazzo!>> ringhiai guardandolo male, mio zio scosse la testa e mi guardò come se fossi un’intrusa, come se non fossi sua nipote.
<<Non ti dimenticare che io ti senti qua solo per pietà ragazzina! Otto anni fa dovevo lasciarti in quel orfanotrofio!>> mi urlò contro guardandomi con uno sguardo arrabbiato, io lo guardai con un sorrisetto strafottente, non mi sarei mai fatta vedere debole da nessuno.
Lo guardai per l’ultima volta prima di salire le scale e rinchiudermi nella mia camera, sbattei forte la porta in modo da farla sentire a mio zio, mi buttai sul letto e iniziai a prendere a pugni il materasso come per sfogare tutta la rabbia che aveva dentro di me.

All’improvviso sentí il mio cellulare suonare, lo presi dal comodino e vidi che il mio ragazzo mi aveva mandato un messaggio.
“Piccré per le nove fatti trovare pronta. Ti vengo a prendere e ti faccio conoscere anche i miei amici”

Mia o di nessuno!\Ciro&Melissa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora