Mia o di nessuno!\Ciro&Melissa

3~Non fare la santarellina

Francesco sfrecciava veloce per le strade di Napoli , Melissa si era aggrappata a lui e aveva appoggiato la testa sulla sua schiena. Aveva chiuso gli occhi che non riuscivano più a stare aperti, era sveglia dalle sette del mattino e non riusciva più a tenere gli occhi aperti, era sicura che se si sarebbe appoggiata sul suo letto, si sarebbe addormentata in cinque minuti. Francesco aveva rallentato il motorino, voleva arrivare a casa di Melissa il più tardi possibile poiché voleva restare più tempo con lei , all’incontrario di Melissa che non vedeva l’ora di tornare a casa e buttarsi sul suo letto e dormire.
Dopo qualche minuto arrivarono fuori casa di Melissa, la ragazza aprí gli occhi gonfi a causa del sonno e scese dal motorino, salutó il suo ragazzo con un bacio sulla guancia, ma prima che potesse entrare in casa Francesco gli prese il polso, Melissa si girò e lo guardò con un sopracciglio alzato.

<<Mi saluti così?>> sussurrò
Francesco accarezzandole il dorso della mano, Melissa si avvicinò nuovamente a lui e avvolse le sue piccole braccia intorno al suo collo prima di far combaciare le loro labbra. Il suo ragazzo la strinse forte dalla vita mentre le chiese l’accesso leccando il suo labbro inferiore.
<<Sii a vita mii Meli>> le sussurrò iniziando a baciarle la guancia, le prese il viso fra le mani e le lasció un dolce bacio sulla punta del naso.

<<Andiamo in camera tua. Ti voglio fare mia Melí>> sussurrò Francesco al suo orecchio con voce profonda, Melissa si irrigidì quando sentí le sue parole. Lei, non si era mai concessa a nessuno, ai ragazzi con cui era uscita glielo faceva credere perché loro le pagavano da bere quando andavano a ballare, ma a fine serata lei li salutava con un piccolo sorriso prima di correre via insieme alle sue amiche.

‹‹Francé ancora non mi sento pronta>> sussurrò la ragazza già infastidita da quell’insistenza, era già la seconda volta che glielo chiedeva, ed era anche la seconda volta che lei gli rispondeva che non era ancora pronta.

<‹Voglio essere io il primo e l’ultimo pccré>> le sussurrò baciandole delicatamente il collo, Melissa chiuse gli occhi per qualche secondo beandosi di quei tocchi leggero ma che non gli dava nessun tipo di sensazioni.

<<E lo sarai Francé. Tu sei stato il mio primo bacio, e sarai anche la mia prima volta>> disse la ragazza accarezzandogli delicatamente la guancia, lui la guardò con un piccolo sorriso mentre ammirava la sua bellezza. Melissa gli lasció un ultimo bacio a stampo prima di rientrare in casa.

Quando si chiuse la porta alle spalle vide suo zio Matteo che stava cenando vicino alla televisione, mentre guardava una sua solita telenovela.
<<Ciao zio>> disse Melissa sperando che suo zio non l’avrebbe fermata per la sua solita ramanzina, ma come sempre non fece nemmeno in tempo ad andare in camera sua che sentí la voce di suo zio.

<<Melissa aspetta un attimo>> la ragazza sbuffó prima di girarsi verso di lui, incrociò le braccia al petto e guardò suo zio con un sopracciglio alzato <<Mi ha chiamato la scuola, e la tua professoressa di italiano mi ha chiesto perché hai lasciato la scuola.
Lo sai che può venirti a prendere l’assistenza sociale, e saprai nemmeno dove ti porterà>>

Melissa quando senti le parole di suo Zio alzò gli occhi al cielo, ma credeva davvero che lei credesse ancora alla storia dell’assistenza sociale, e quando era piccola che gli ripeteva sempre le stesse cose.

Quando
Melissa da piccola faceva i capricci, lui la minacciava sempre di portarla all”orfanotrofio. Ma ora Melissa era cresciuta, era una donna e non era più una bambina che si spaventata per tutto.
<<Zio, ho diciassette anni e ho tutto il diritto di lasciare la scuola>> disse
Melissa scocciata, e senza più ascoltarlo salí in camera sua. Si tolse il giubbotto di pelle riposandolo ordinatamente nel suo armadio bianco, prima di buttarsi a peso morto sul letto. Chiuse gli occhi per qualche secondo, e immediatamente gli venne in mente il migliore amico del suo ragazzo. Quel ragazzo antipatico dagli occhi neri , lei lo aveva odiato dal primo momento ma allo stesso tempo l’affascinava.