7. Lontano da te.

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3 Novembre.

"Ciao Pax, mi raccomando fatti sentire!" stringo un'ultima volta mio fratello in un abbraccio e poi saluto papà con un bacio sulla guancia prima che entrambi salgano sulla macchina diretta all'aeroporto.
"Andiamo a cavalcare?" chiede Aiden con voce bassa. Spalanco gli occhi e mi giro di scatto verso di lui, spalancando gli occhi.
"Cosa?!" sibilo scioccata. Lui prima aggrotta la fronte e poi mi sorride.
"Intendevo con i cavalli, che vai a pensare?" ghigna avvicinandosi di un passo verso di me. Io indietreggio e sbatto le spalle contro la porta di legno.
"N-nulla! D-devo dare da m-mangiare alle galline e p-poi..." le mie corde vocali non collaborano più quando Aiden pensa bene di posarmi l'indice sulle labbra.
"Ti faccio una brutta influenza, eh?" sussurra. L'odore di aghi di pino mi inonda le narici e per poco non socchiudo gli occhi.
Cerco in qualche modo di parlare o per lo meno di agire ma l'unica cosa che faccio è spostare lo sguardo sulle sue labbra, troppo vicine alle mie.
"Oggi ti sei divertita con il tuo veterinario? Vi siete sbaciucchiati per un'ora intera dentro la stalla?" chiede.
Proprio questo pomeriggio Jason mi ha chiamato, avvisando che sarebbe venuto a controllare Star e poi sarebbe rimasto. Io , felice come una bambina, ho acconsentito e basta dire che i primi dieci minuti li ha dedicato alla cavalla e il restante tempo ci siamo baciati.
"N-no!" quasi urlo, essendo stata colta con le mani nel sacco.
"Oh oh, stai per caso superando il maestro?" chiedo appoggiando i palmi delle mani sopra la mia testa, spingendosi quindi ancora di più verso di me. Deglutisco e, prima di posare i miei occhi nei suoi, gli guardo le labbra carnose.
"Non sono affari tuoi ciò che succede con il mio ragazzo" dico cercando di avere una voce ferma. Lui alza un sopracciglio e poi mette in mostra i suoi fantastici denti bianchi.
"Ora state insieme? Cos'è, gli hai già fatto qualche lavoretto o-" d'instinto cerco di colpirlo con uno schiaffo, dritto sulla guancia. Il suo volto si gira verso sinistra. Vedo che digrigna i denti e poi stringe la mascella, girandosi a rallentatore verso di me.
Grande cavolata Destiny, grande cavolata compiuta!
"Che cazzo ti prende ora, eh?" la sua mano destra scompare dal lato della mia testa e affonda nel mio fianco sinistro.
"N-non parlare di me come se fossi un oggetto" cerco di ribattere con voce più ferma possibile.
"Quello che facciamo io e Jason sono fatti nostri, solo nostri" specifico osservando come i suoi occhi diventano sempre più scuri e il suo palmo si fa spazio sotto la felpa che indosso. Trattengo il respiro proprio quando anche l'altra sua mano raggiunge la mia pelle.
"L-lasciami" sussurro debole, appoggiandomi alle sue spalle.
"Diamine Destiny" impreca prima di prendermi in braccio e affondare il volto nei miei riccioli biondi. Rilascio un piccolo verso quando le sue labbra collidono con il mio collo. Ad Aiden sembra piacere perché incomincia a torturarmi il collo con piccoli baci. D'istinto tiro alcune ciocche di capelli pece, sentendole setose.
"Baciami" esclama come se mi stesse pregando. I suoi occhi, due pozze scure, mi implorano di appoggiare le labbra sulle sue, rosse come ciliegie. E proprio ora mi rendo conto della cavolata che sto commettendo. Balzo via dalle sue braccia e mi allontano di qualche passo. Aiden, con i capelli spettinati e le labbra gonfie, mi guarda non capendo. Senza dire una parola me ne vado. Lo lascio lì, immezzo all'entrata di casa. Apro la porta di legno e scappo via, diretta alla stalla per prendere la bici.
"Destiny!" la voce roca di Aiden mi richiama quando però sono troppo lontana da lui, e forse stargli lontano é la miglior scelta.
Quaranta minuti dopo sono finalmente giunta a casa di Jason. Il senso di colpa mi attanaglia. Perché mi batte il cuore ogni volta che sono con Aiden? Perché non capita lo stesso con Jason? É forse perché lo conosco da più e quindi il mio cuore si è abituato alla sua presenza?
"Destiny?" proprio il ragazzo biondo appare alle mie spalle. Mi giro verso di lui e cerco di fargli come minimo un sorriso decente.
"Ciao Jason" dico poco prima che lui mi lasci un bacio dolce sulle labbra.
"A cosa devo la tua presenza qui? Ti serve aiuto per qualcosa? Ho visto tuo padre e Paxton poco fa" sorride appoggiando la mano sulla parte bassa della schiena spingendomi verso l'entrata di casa sua.
"Mhm no, volevo solo passare del tempo con te" sussurro. Bugiarda, sono una bugiarda.
"Oh certo! Se vuoi posso chiamare la pizzeria e farci mandare qualcosa d'asporto. Presumo che tuo padre mangi in aeroporto con Pax" sospira aprendo la porta e facendomi entrare.
"Se non disturbo, volentieri" esclamo con voce bassa. Il mio cellulare incomincia a suonare e lo prendo immediatamente in mano. Spalanco gli occhi davanti al nome di Aiden dipinto sullo schermo e poi schiaccio il tasto rosso.
"Scrivo a papà di non preoccuparsi, sai com'è fatto" balbetto mentre scrivo ad Aiden di non contattarmi dato che sono al sicuro.
L'ora successiva stiamo guardando un film con la pancia piena di pizza. Distolgo lo sguardo dallo schermo e lo dirigo verso il ragazzo al mio fianco. Jason ha steso il braccio dietro di me, vicino alle spalle, e ha il volto girato verso la tv. Mi mordicchio il labbro e disconnetto il cervello. Salgo sopra le sue ginocchia e affondo le mani nei suoi capelli.
"Des" sussurra sorpreso, accarezzandomi i fianchi. I suoi capelli non sono morbidi come quelli di Aiden.
"Baciami" sussurro. Lui non se lo fa ripetere due volte che fa collidere le nostre labbra. Labbra che non sono carnose come quelle di Aiden. Stringo gli occhi e reprimo un urlo di nervosismo. Jason é il mio ragazzo, non Aiden. Devo pensare a Jason, non ad Aiden!
"A cosa devo tutta questa voglia?" ridacchia staccandosi leggermente da me. Alzo le spalle e cerco di mascherare la mia faida interna. Jason annuisce e poi appoggia le mani sui miei glutei, spingendomi sopra il suo bacino.
"Conviene che la smettiamo" sussurra con voce lussuriosa inarcando la schiena come per allontanarmi. Io nego con la testa, vogliosa di sapere cosa sento quando sono con lui.
"Destiny, seriamente" dice con voce più ferma.
"No" dico con voce flebile tuffando le mie mani sotto il suo maglione blu navy. Jason trattiene il respiro, osservandomi come per chiedere il permesso di continuare. Io annuisco e alla fine mi spingo troppo oltre a quello che avrei dovuto fare.
Quattro ore dopo faccio ritorno a casa, cercando di fare il minor rumore possibile affinché nessuno si svegli. Papà sapeva che sarei stata da Jason. Inoltre spero che nessun'altra persona mi veda che rientro come una ladra a casa.
Chiudo a chiave la porta, tolgo scarpe e giacchino e poi mi rifugio in bagno. Come ogni sera, lavo i denti, la faccia e poi lego i capelli in una crocchia disordinata. Indosso i leggings e la maglietta oversize per poi dirigermi in camera mia. Il silenzio regna in casa e quasi quasi fa paura, lo devo ammettere.
"É questa l'ora di tornare?" appena sento il sussurro, mi pietrifico su due piedi.
"Pensavo dormissi" cerco di sviare l'argomento ma Aiden capisce il mio gioco.
"Sei scappata di casa e ti sei degnata di scrivermi un semplice 'Non ti allarmare sono al sicuro'. Ti sembra da adulti comportarti in quel modo?" ha pure da ridire?
"Non sono nessuno per te, sono solo quella che ti sta insegnando a cavalcare un cavallo e nulla di più. Tu stai nel tuo e io sto nel mio e vivo la mia vita. Fine" sibilo spazientita. Non ha il diritto si farmi la predica dopo quello che è successo.
"Dove sei stata?" mi domanda. Non ho la minima intenzione di rispondere perciò prendo il cuscino e la coperta, dirigendomi fuori dalla mia stessa camera.
"Dove vai?" il fruscio di coperte indica che Aiden si è alzato dal letto.
"Lontano da te" dico solo prima di chiudere la porta e raggiungere il salotto. Che serata strana...

𝐓𝐡𝐮𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐭𝐨𝐫𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora