9. Lontano da me.

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5 Novembre.

Dopo essermi rigirata nel letto per la millesima volta, decido di alzarmi e scappare dalla stanza. Quando passo davanti al bagno mille brividi si formano lungo le braccia e le gambe.
Mi mordo il labbro al solo ricordo della sua mano che mi accompagna mentre mi sono data piacere, proprio davanti ai suoi occhi. Questa cosa è così sbagliata ma è anche così giusta!
Mi riprometto di non pensarci e di non fare più nulla con Aiden nelle vicinanze e poi mi preparo per la giornata. Cioccolata, fette biscottate e succo d'arancia sono gli ingredienti migliori per un inizio di giornata decente.
"Buongiorno piccina" la voce riposata di papà irrompe nei miei pensieri.
"Ciao papà, dormito bene?" chiedo mordendo la piccola fetta biscottata.
"Divinamente!" ridacchia prima di ingurgitare una grande quantità di caffè.
"Controlli tu Star oggi? Devo passare in paese perché mi sono dimenticata di prendere delle cose" esclamo masticando. Papà annuisce e poi mi sorride.
"Con Jason tutto ok o devo preoccuparmi del ragazzo?!" domanda posando la tazzina nel lavandino. 'Dovresti preoccuparti più per il ragazzo che dorme nella mia stessa stanza' dovrei dire.
"Tranquillo, non preoccuparti" sorrido prima di lasciargli un bacio in fronte e scappare in bagno per cambiarmi e uscire in fretta di casa. Non voglio vedere Aiden fino all'ora di pranzo. Sono proprio curiosa di vedere che farò non appena me lo troverò davanti con quegli occhi pece.
Pedalo velocemente fino ad arrivare in centro e poi raggiungo il supermercato. Una fitta alla pancia già preannuncia che il mio presentimento era giusto. Già che ci sono oltre agli assorbenti prendo anche qualcosa da mangiare a lunga scadenza. Non appena vedo delle barrette di cioccolato mi si illuminano gli occhi e sorrido.
Mi dirigo velocemente alla cassa e strabuzzo gli occhi, notando la bustina blu che giorni fa aveva preso Aiden.
"Signorina, vuole un pacco di quelli?" chiede la cassiera scocciata mentre mi guarda. Apro la bocca per dire un no secco ma le mie corde vocali decidono di non collaborare e perciò nego con la testa.
"Bene, sono quaranta dollari" esclama dandomi lo scontrino. Tiro fuori le banconote dal portafoglio e poi raduno la spesa nel sacchetto.
"Arrivederci" sussurro prima di lasciare il supermercato e dirigermi verso la mia bici. In meno di mezz'ora sono arrivata a casa e si sono fatte già le nove del mattino. Corro in bagno per cambiarmi e appena noto la macchia rossa sul mio intimo, sbuffo.
"No, cavolo!" impreco ricordandomi che gli assorbenti che ho comprato sono in cucina.
Sento dei passi e spero vivamente sia papà.
"Papà, sei tu?" esclamò con voce bassa. La risposta arriva ma ovviamente non è di papà.
"Sono...sono Aiden. Ti serve aiuto?" mi mordo l'interno guancia e poi sospiro. Devo per forza chiedere aiuto a lui!
"Puoi per favore andare in cucina e prendere dalla busta gialla il pacchetto...il pacchetto rosa?" balbetto imbarazzata.
"Mhm...certo vado e torno" asserisce. Sento i suoi passi che prima si allontanano e poi ritornano da me.
"Posso entrare?" chiede con voce bassa e roca. Mille brividi mi si creano lungo la spina dorsale.
"S-si...cioè no! Con gli occhi chiusi" biascico. La maniglia viene tirata giù e lui entra, con gli occhi chiusi. Il suo volto è ancora assonnato, i capelli sono in disordine mentre le sue labbra e le sue guance sono rosse.
Mi mordo il labbro pensando a ieri e poi scuoto la testa. Prendo il pacchetto e lo ringrazio.
"Ora puoi girarti e andare" dico. Lui annuisce e si chiude la porta alle spalle, sparendo dalla mia vista. Mi metto le mani in faccia e poi prendo un gran bel respiro per riprendermi. Mi cambio e poi finalmente decido di andare da Star, almeno per salutarla. Chiudo la cerniera del giubbotto e infine esco fuori al fresco.
"È tutto così strano" la voce di Aiden arriva alle mie orecchie e io mi pietrifico su due piedi. Proviene dalla stalla, cavolo!
"Il mio intento era solo quello di staccare la spina ma non l'ho minimamente sfiorata questa idea" la sua risata è amara. Sbircio dal piccolo buco nel legno e noto che sta accarezzando Star. La cavalla nitrisce e poi muove le zampe posteriori.
"Lo so Star, ho fatto una cazzata ieri ma...fanculo!" sospira. Trattengo il respiro e resto ferma, per la paura di fare un minimo rumore.
"Che mi consigli? Andarmene o restare?" non appena sento la prima opzione, mille brividi nascono su tutto il corpo. Tremo quasi. Indietreggio e corro verso camera mia. Con il respiro corto mi tolgo il giubbotto, le scarpe e cerco di respirare.
Perché mi sento come se stessi affogando senza aver toccato minimamente l'acqua? Che mi succede?

🌻

5 Novembre, sera.

"Perché papà suona al campanello?" chiedo al vento, dirigendomi verso la porta di casa.
"Papi, tu-" mi zittisco subito. Ho davanti a me Jason con il suo splendido sorriso ma io sono pietrificata.
"Ciao Des, sorpresa!" mi sorride, porgendo un vassoio di cioccolatini con un nastro rosso attorno.
"C-ciao Jason, non mi aspettavo di vederti" cerco di essere il più disinvolta possibile ma mi è difficile. Se lo guardo mi si spezza il cuore a pensare a cosa non sa, a cosa ho fatto con il ragazzo che dorme nella mia stessa stanza. Mi sento uno schifo.
"Ho chiesto a tuo papà se non fosse un problema venire qui e mi ha accolto a braccia aperte" avanza e cerca di baciarmi ma io volto la faccia e perciò le sue labbra finiscono sulla mia guancia.
"Entra pure...preparo qualcosa di caldo se vuoi" sussurro osservando i miei piedi.
"Certo" esclama con voce più cupa rispetto a prima. Sgattaiolo in cucina e metto su un pentola per scaldare l'acqua. Poi, senza segnare di uno sguardo il salotto, vado dritta in camera mia.
"Non ce la posso fare" sussurro ininterrottamente per più di due minuti.
"Cosa non puoi fare?" la voce roca di Aiden irrompe nella stanza, facendomi sobbalzare e farmi quasi perdere l'equilibrio.
"Nulla" sibilo trovando finalmente il mio cellulare per scrivere a papà dove cavolo si è cacciato.
"Destiny, guardami" esclama con voce ferma. Nego con la testa e osservo la chat con papà, il quale mi sta rispondendo al messaggio. Batto il piede sul pavimento mentre mi mordo il labbro nervosa.
"Guardami ho detto" il suo profumo inonda i miei sensi e le sue mani vagano sul mio mento.
"Cos'hai?" chiede lentamente mentre mi incatena con i suoi occhi scuri. Faccio passare il mio sguardo dai suoi occhi fino alle sue labbra che si muovo, troppo vicine alle mie. Socchiudo gli occhi e poi scuoto la testa, allontanandomi dalla sua presa.
"N-non deve più accadere cioè c-che è successo ieri. Mai più. Io sto insieme a Jason" esclamo cercando di essere il più decisa possibile. Aiden aggrotta le sopracciglia e poi fa un passo indietro.
"Siamo passati alla fase del rifiuto? Lo sai che ieri non abbiamo fatto nulla, vero? Ti ho solo informato su cose che dovresti sapere a vent'anni" dice scuotendo la testa, come per scacciare via i pensieri.
"T-tu eri con me mentre lo facevo. N-non spettava a te" balbetto.
"Ma c'ero e non si può fare più nulla" mi punta il dito contro e stringe la mascella.
"Devi stare lontano da me. È tutto uno sbaglio, tu che vivi qui e dirmi nella mia stessa camera. Tu che rubi il mio primo bacio e-e anche altro!" parlo a raffica. Sul suo volto si dipinge una maschera di indifferenza mista a rabbia.
"Bene, non sarò di ulteriore disturbo. Domani parto" e detto questo mi dà le spalle e se ne va. Osservo il punto in cui si trovava per almeno cinque minuti, fino a quando Jason non bussa alla porta.
"Arrivo" esclamo cercando di apparire tranquilla, come se non avessi appena discusso con uno sconosciuto che si è fatto spazio nella mia testa.

𝐓𝐡𝐮𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐭𝐨𝐫𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora