17. Oh caspiterina!

3 0 0
                                    

25 Novembre.

Oggi è il giorno del ringraziamento e dovrei pensare a quanto io adori il tacchino ripieno ma l'unica cosa che ho in testa è la figura di Aiden che sfuma. Non ha lasciato nessun recapito per poterlo contattare e adesso mi sta salendo il dubbio che l'abbia fatto apposta.
"Piccina, siamo arrivati!" papà mi richiama. Guardo fuori dal finestrino e sorrido davanti alla piccola viletta con il giardino innevato.
"Prendi tu il dolce?" mi chiede. Annuisco e, prima di scendere dall'auto, mi chiudo il giubbotto e arrotolo la sciarpa attorno al collo.
Quando una settimana fa papà è stato trattenuto qui in città, ha conosciuto una donna che gli ha offerto una casa dove passare i tre giorni di tempesta. E ora ci troviamo proprio nella sua casa per la festa del ringraziamento, una delle feste che si dovrebbero passare assieme ai parenti. Seguo papà lungo i quattro scalini dell'entrata e poi suona il campanello.
"Amanda è un'ottima cuoca, non so se te l'ho detto" ridacchia papà. Annuisco e stringo la torta. Una donna di mezza età apre la porta bianca. I capelli biondi le incorniciano il viso mentre gli occhi verde smeraldo catturano tutta la mia attenzione.
"Buongiorno! Molto piacere Destiny. Entrate pure" sorride dolcemente per poi spostarsi dall'entrata.

"Buongiorno" la saluto porgendole la torta dopo che ha chiuso la porta.
"Grazie tante" esclama. Le sorrido e poi io è papà appendiamo i cappotti sull' appendiabiti.
"A breve dovrebbe arrivare-" ma papà viene interrotto proprio dal campanello che suona.
"Ci sono altri ospiti oltre a noi?" chiedo con voce bassa per non farmi sentire.
"Li conosci anche molto bene" dice. Aggrotto le sopracciglia e poi sposto lo sguardo sulla porta che si sta aprendo. E devo ammettere che non mi sarei mai aspettata che entrasse proprio Jason.
"Ciao caro" esclama Amanda prima di abbracciarlo. Lui ricambia e le sorride. Quando però Jason mi nota, i suoi occhi assumo un non so che di nostalgico.
"Destiny" sussurra.
"Ciao Jason" lo saluto con un sussurro.
"Oh Destiny, ma che piacere rivederti!" esclama Samantha, la madre di Jason.
"Salve" la saluto. Quando anche Justin, il padre di Jason ci saluta, rimaniamo solo io e Jason in salotto a guardarci.
"Ragazzi, è pronto. Prendete pure posto" esclama Amanda con la sua voce calma. Annuisco senza dire nulla e le successive sue ore passano tra chiacchiere e cibo. Quando però arriva il momento in cui rimaniamo da soli io e Jason, l'aria si fa imbarazzante.
"Non ti ho più sentito da...quel giorno" sussurro. Gli occhi di Jason si incatenano ai miei e leggo tutta la sofferenza che gli ho causato.
"Mi sono dovuto riprendere. Non è stato affatto facile Des. Tu ho sempre avuta affianco è proprio quando ho capito che provavo qualcosa per te, mi sei stata tolta" confessa avvicinandosi.
"I-io...mi dispiace. Non potevo continuare a stare con te se provavo qualcosa per un altro" ammetto.
"È Aiden, non è vero? Ora dov'è?" chiede. Sospiro e annuisco.
"È tornato a casa ma non ho sue notizie da tre giorni. So solo che a Portland e che è dovuto tornare per problemi di famiglia" mi stringo nelle spalle e lo guardo.
"In fondo l'ho sempre sospettato che provassi interesse per lui. Come nelle storie che leggevi da piccola, ti piaceva sempre il bad boy" mi sorride.
"Non è affatto v-vero" balbetto in imbarazzo. Lui alza il un sopracciglio e io cedo.
"Ok, va bene? Ora smettiamo di mettermi in imbarazzo, ti prego" congiungo i palmi delle mani e faccio la faccia più carina che so fare.
"Vuoi provare a vedere se lo troviamo su internet?" propone.
"E dopo cosa facciamo? Andiamo da lui?" esclamo ironica. Jason però mi guarda in modo serio.
"Io stavo-" lui però mi interrompe.
"Facciamolo, tanto cosa c'è da perdere?" esclama. Ci penso è oggettivamente non ho nulla da perdere.
Eccetto il suo amore.
"Ok" acconsento.
Ed esattamente il primo di dicembre io e Jason siamo sulla sua Jeep in direzione Portland.
Papà ha compreso il perché della mia richiesta e ha acconsentito a mandarmi con Jason.
"Quindi domani mattina c'è il convegno di medicina veterinaria e poi andiamo a...cercare Aiden?" chiedo picchiettando l'indice sul ginocchio, sovrappensiero.
"Esattamente. Verso le due dovrebbe finire, giuro che non ti tengo di più!" ridacchia guardandomi ma stando comunque attento alla strada.
"Tranquillo, tanto sai benissimo che mi piace. Non avrei inviato la domanda all'università se no" sgancio la bomba e lui spalanca la bocca.
"Sei seria? L'hai fatto veramente? Hai ascoltato il mio consiglio?" sembra felice, anzi lo è proprio. Il suo sorriso illumina l'abitacolo ristretto.
"Ho ascoltato un po' di persone" ammetto. Alzo le spalle e osservo il paesaggio naturale di Fairfiel che ci stiamo lasciando alle spalle.
"Che ne dici di dirmi cosa frulla in questa testolina?" chiede dopo cinque minuti di silenzio. Gioco con la pellicina del pollice.
"Stavo solo pensando che tra cinque mesi non avrò tutto questo verde attorno. Ovviamente se mi accettano" sospiro e mi rannicchio ancora di più contro il sedile della sua Jeep.
"È ovvio che ti accettino. Sei uscita dal liceo con il massimo dei voti e non hai mai avuto una nota. Sei praticamente l'alluna che tutti i professori vorrebbero" esclama appoggiando una mano sul ginocchio. Un piccolo brivido parte dal punto in cui si trova la sua mano.
"Mi dispiace ancora Jason, ti giuro che non era colpa mia farti soffrire" intreccio le dita con le sue. Mi viene addirittura da piangere!
"Ti ho già detto, e ripetuto, di non preoccuparti. Fattelo entrare in quella testolina: è passata. Ora devi pensare solo a cosa fare non appena arriveremo a Portland. Capito?" esclama.
"Ok Jason, mi fai paura quando dai ordini" biascico giocherellando con un braccialetto che ha al polso. Lui ridacchia e poi si mette a canticchiare la canzone della radio.

🌻

Dopo cinque lunghissime ore, in cui io per metà ho dormito, arriviamo a destinazione.
"Voglio dormire fino a mezzogiorno di domani" biascica Jason non appena chiudo la porta della stanza d'hotel in cui ha prenotato meno di una settimana fa.
"Jason, abbiamo il convegno" sussurro non volendo infierire troppo. Rilascia un verso di frustrazione e poi chiude gli occhi.
"Non c'è la posso fare" sbuffa prima di alzarsi dal suo letto singolo.
"Vai a farti una doccia, io penso al cibo" lo spingo verso il bagno e poi chiudo la porta. Scuoto la testa e penso a chiamare la reception per farci portare qualcosa d smettere sotto i denti per poi andare a letto.
Dieci minuti dopo bussano alla porta e nello stesso istante sento anche che lo scrosciare dell'acqua non c'è più.
"Grazie mille, buona serata" esclamo prima di chiudere la porta della camera.
"Jason, esci che c'è da mangiare!" alzo la voce per farmi sentire. Lui spalanca la porta del bagno e per poco non inciampo sui miei stessi piedi per l'imbarazzo. Ha un asciugamano blu legato in vita mentre il petto è imperlato di goccioline.
"Oh caspiterina" balbetto dandogli la schiena. Non vedo un petto da più di una settimana!
"Mhm scusa, mi ha spinto dentro al bagno senza darmi il tempo di prendere il cambio" esclama scappando di nuovo dai miei occhi.
"Muoviti che si freddano le cose!" sbuffo.
Lui, nel giro di nemmeno due minuti, si palesa affianco a me con i capelli ancora umidi.
"Buon appetito Des. E grazie" mi lascia un leggero bacio sulla guancia e poi addenta quel povero panino finito nelle sue mani. Sorrido e ridacchia quando vedo il volto di Jason rilassarsi. Che questa avventura abbia inizio...

𝐓𝐡𝐮𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐭𝐨𝐫𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora