12. Il Mio Peter Pan

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Vieni con me, dove
nascono i sogni,
e dove il tempo non
esiste.

- Ci siamo!- annuncia Alex, scendendo dalla macchina e venendo verso la mia portiera.

- Ci siamo! Ci siamo! Ci siamo!- saltello contenta chiudendo la portiera.

- Cosa fai con quella benda?- domando perplessa.

- Te la metto?- fa spallucce sorridendo.

- Dai Alex mi hai già fatta aspettare abbastanza!- protesto.

- No no no! Non accetto repliche!- scuote la testa, facendomi girare per mettermela.

Sbuffo, chiudendo gli occhi mentre lui me la lega.

È ancora più furbo di quanto pensassi: mentre eravamo in macchina ho provato a guardare di nascosto google maps per vedere dov'eravamo, ma lui mi ha fregato il telefono prima di partire e l'ha posato sul mio comodino.

- Vieni, fidati di me- mi prende la mano destra nella sua e mi appoggia l'altra sulla schiena.

- Solo una cosa: cos'hai messo nel cofano prima di partire?- domando.

- Fai troppe domande...- mormora, indirizzandomi verso sinistra.

Cammino piano, nel caso ci fosse un albero davanti a me, cercando di non far troppo caso alla mano sulla mia schiena.

- Che ore sono?- gli chiedo per distrarmi.

- Le nove- risponde.

- Mh, c'è ancora il sole...- commento.

- Come lo sai?-.

- Lo sento sulle braccia- spiego.

Rimaniamo in silenzio, fin quando Alex si ferma.

- Ci siamo- lo sento mettersi davanti a me - Ti fidi di me?-.

- Sempre- sorrido, mentre mi slega la benda.

Apro piano gli occhi, mentre il paesaggio si fa sempre più nitido.

- Un campo di lavanda e le altalene...- sussurro, mentre sento gli occhi pizzicare.

- Vai...- mi spinge in avanti Alex, facendomi camminare lungo il sentiero sterrato che porta alla altalene.

Sui fiori di lavanda, colorati di viola scuro, sono posate migliaia di farfalle di tutti i colori.

Appena passo la mano tra i fili d'erba si alzano tutte in volo, venendomi addosso e posandosi su di me.

Una blu mi svolazza sul naso, posandosi tranquillamente sulle mie lentiggini.

- Hai ancora un debole per le farfalle e le falene, Nessy?- sorride Alex, avvicinandosi a me, ma sempre mantenendo una certa distanza per non far volar via la farfalla.

Annuisco con un gesto del capo.

- Sono molto più bambina di quel che dovrei- faccio un sorrido amaro, sapendo di aver ragione.

- E dovrebbe essere un male?- si siede accanto a me, mentre la farfalla torna a posarsi sul proprio fiore.

- Restare sempre bambini non è un bene, ti rende molto più piccolo in confronto a tutti gli altri. Vedi gli altri ormai sono ragazzi e tu ancora bambino...- rispondo.

- Io trovo che i bambini siano molto meglio dei grandi...- mi prende in braccio, senza darmi il tempo di controbattere, e si incammina verso le altalene - Capiscono cose che oramai i grandi non capiscono più-.

Mi fa sedere sull'altalena in legno a destra, mentre lui su quella sinistra.

- E due bambini come me e te adorano le cacce al tesoro, quindi ho pensato di aggiungere un po' di avventura alla sorpresa- sorride, tirando fuori dalla tasca un pezzo di carta tutto stropicciato.

La Notte Delle FaleneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora