Piangere non è da deboli.
Le persone deboli sono quelle
che non sono in grado di affrontare
la vita, non quelle che reagiscono alle sue difficoltà.-Per favore, prendete l'album perché passo a vedere a che punto siete- ordina il prof Brown, alzandosi dalla sedia.
- Io non ho ancora messo niente!- bisbiglia preoccupata Liza.
- Io ne ho presa una di quando avevo tredici anni- ribatte l'altra.
Guardo il mio: l'unica foto che ho è quella che abbiamo fatto io e le gemelle la sera della festa di sabato in camera mia.
Avrei voluto metterne una con Alex, ma non ci parliamo da quattro giorni.
O meglio, io lo evito da quattro giorni.
- Eddy, hai solo una foto. Pensavo ti piacesse la fotografia!- osserva il professore.
- E infatti mi piace, è solo che non ho ancora trovato lo scatto perfetto- ribatto acida, sentendo che mette in discussione la mia passione.
- Beh, allora trovalo- risponde col mio stesso tono.
Ora gli stacco la testa dal corpo.
- Lo farò- ribadisco immediatamente.
- Non ti consiglio di metterti contro il prof Brown, sa essere molto cattivo- sussurra Beth.
- Non spetta a lui decidere qual'è la mia passione- sibilo.
Passa tra tutti, mentre suona la campanella di fine corso.
- Ottimo, potete andare- ci congeda -Tranne la signorina White-.
Mi trattengo dallo scappare come un razzo fuori dall'aula.
Mi avvicino al professore, sedutosi dietro alla cattedra e intento a leggere dei fogli.
- Non mi è piaciuto il tono di oggi, Eddy. Non è da te- mi rimprovera serio - Ma credo che tu in questi giorni sia un po' troppo carica di pensieri, quindi non voglio darti nessuna punizione-.
- Ho parecchie cose per la testa in questo momento- ammetto, stropicciandomi col palmo della mano l'occhio destro.
- Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare, sappi che noi professori ci siamo- sorride.
- Grazie prof- ricambio, salutandolo e uscendo dall'aula.
Esco in cortile, dove trovo Alex appoggiato al cofano del pick-up.
Ogni volta che lo vedo mi sento sempre in colpa per averlo allontanato.
- Ciao...- lo saluto.
- Dobbiamo parlare- mi interrompe duro.
Sussulto, non aspettandomi questa risposta.
Mi si avvicina, bloccandomi tra sé e l'albero.
- Guarda che lo vedo che mi stai evitando da sabato sera. Perché? Ho sbagliato qualcosa? Se ho fatto qualcosa che ti ha fatta stare male dimmelo, perché non riesco a sentirti in continuazione così lontana- mormora, guardandomi negli occhi.
- N-no, avevo soltanto molte cose per la testa. Non volevo farti passare in secondo piano- sussurro, abbracciandolo.
Lo sento sorridere, mentre saliamo in macchina e torniamo a casa.
- Annette è in cucina- mi fa l'occhiolino, scendendo dalla macchina.
Già, non le parlo da giorni.
Prendo un bel respiro, entrando in casa.
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La Notte Delle Falene
RomanceAbbandonata dai genitori davanti ad un orfanotrofio nella città di Phoenix, in Arizona, Eddy White deve continuare la sua vita senza di loro, alla sola età di cinque anni. Bambina silenziosa, chiusa, solitaria e specialmente timida. Adora passare in...