The Queen

17. Rotterdam e Champagne

Il giorno dopo quella litigata Ginny parti per far visita alle popolazioni vittime della catastrofe, la visita fu la prima possibilità concreta che la ragazza aveva di interfacciarsi alla gente come principessa e l'amore e l'affetto delle persone era una cosa che non si era aspettata e le fece molto piacere; per il resto fu una visita terribilmente noiosa fatta di incontri con forze dell'ordine, ingeneri ed altri impiegati pubblici per discutere dei dettagli della ricostruzione.

Tornata a Roma dopo due giorni, ci rimase solo per qualche ora prima di mettersi in viaggio per Rotterdam dove si sarebbe tenuta la conferenza dell' ONU sul clima alla quale avrebbero partecipato molti personaggi influenti e lei era diciamo obbligata ad andarci.

Ginny 'POV

Durante il viaggio ho avuto modo di stare un po' sola e pensare che man mano che passa il tempo questa vita mi sta sempre più stretta, mi sento come in una gabbia che man mano diventa sempre più stretta e diventa impossibile respirare; ora che sono qui nella mia stanza d'hotel a Rotterdam che aspetto la make-up artist che venga a prepararmi anziché essere emozionata per l'evento alla quale sto per partecipare guardo annoiata il soffitto e penso al concorso per entrare nelle forze armate che si sta svolgendo proprio in questi giorni a Roma.

Al pensiero di quel sogno infranto delle lacrime iniziano a scendere ed o non faccio molto per fermarle, piangere è diventata l'unica cosa che mi fa stare bene ultimamente, è come se buttassi fuori tutto il mio dolore in modo tale da non impazzire e vorrei urlare ma mi trattengo per evitare di far accorrere gente fastidiosamente preoccupata; alle 16 mi trascino svogliatamente sotto la doccia e mi lavo con acqua quasi ghiacciata.

"Fammi mettere la crema altrimenti chi la vuole sentire a quella stronza che ho la pelle secca" borbotto togliendomi l'asciugamano ed iniziando a spalmarmi la crema sulle gambe,  nel mentre mi guardo allo specchio e noto di essere dimagrita un po' e al tatto si possono sentire benissimo le costole; cosa che non era mai successa in passato perché sono sempre stata in perfetta forma al contrario di adesso.

Puntuale come un orologio svizzero alle 16.30 Rosella arriva con tutto il necessario ed io svogliatamente mi siedo alla sedia e la lascio fare ed ogni tanto per non sembrare proprio scortese chiacchiero un pò con lei, dalla sua bocca escono principalmente gossip sulla gente che ci sarà a questa conferenza e come saranno vestite, il modo tanto interessato con cui ne parla mi fa sorridere e da un lato la invidio perchè vorrei essere io raggiante e felice come lei.

Ros:" Bene altezza ora indossate quello che abbiamo scelto insieme qualche giorno fa"

Guardando le robe sistemate sul letto un pò sorrido perchè è un tailler viola chiaro davvero elegante con tessuto effetto raso,  i pantaloni a zampa d'elefante , un top nero brillantinato e la giacca in cordinato con il pantalone; indossandolo mi rendo conto di quanto mi veste bene e di come mi piace messo addosso e recupero un pò di buon umore.

"Credo che degli orecchini a punto luce neri siano perfetti perchè richiamano il top e le scarpe" dico osservando tutti i gioielli che mi sono stati messi in valigia.

Ros:" Mi trovate perfettamente d'accordo"

Una volta che sono pronta, Rosella va via ed io chiudendomi la porta alle spalle mi dirigo verso la hall dell'albergo dove le mie guardie del corpo che stanno bevendo qualcosa tutte insieme appena mi vedono scattano in piedi come delle molle e lascino tutto sul tavolo; poveri uomini mi fanno quasi pena, hanno ricevuto un addestramento secondo il quale qualsiasi cosa viene dopo di me.

"Signori siamo in anticipo, finite pure con comodo" dico sorridendo e loro annuendo si risiedono e riprendono a parlare mantenendo però un occhio su di me

Io mi dirigo al bar e chiedo un drink bello forte, con la speranza che un pò d'alcool in circolo migliori un pò il mio umore, ed ogni sorso sento la gola bruciare ma non mi lamento.