Sangue Blu

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Non appena salimmo in auto la radio iniziò a suonare a tutto volume un assordante assolo di chitarra elettrica. Feci per allungare una mano ma Hank mi fermò.

«Non ti azzardare. Non ho alcuna intenzione di ascoltare di nuovo la tua robaccia

«Il punk rock non è robaccia!»

«Certo che lo è. Robaccia da fricchettoni.»

«Almeno posso abbassare il volume? Non riesco nemmeno a sentire i miei pensieri!»

Hank sorrise. «Non ci vedo niente di male in questo. Tu pensi troppo, Miranda.»

«Sono i Knights of the Black Death, tenente?» domandò Connor seduto sul sedile posteriore. «Mi piace la loro musica. É così...piena di energia!»

Hank lo guardò dallo specchietto retrovisore. «Ascolti l'heavy metal?»

«Beh, non ascolto molta musica, ma mi piacerebbe farlo» rispose Connor.

«Allora cerca di non farti influenzare dai gusti musicali della detective.»

Abbozzai un sorriso. «Prima di partire prevenuto, dovresti per lo meno ascoltare una canzone dei Clash.»

«Quando ti deciderai ad ascoltare musica più recente?» mi domandò Hank con aria accigliata.

«Quando gli asini voleranno» borbottai allungandomi di nuovo verso la radio. «Avanti, dai, fammene mettere una sola...»

Hank mi fulminò con lo sguardo. «Mia la macchina, mie le regole.»

«Allora la prossima volta ci spostiamo con la mia.»

«Non ci salgo su quella lattina tecnologica che osi chiamare auto.»

Risi. «Quando questo rottame ti abbandonerà, sarai costretto a farlo. E quel giorno ascolterai tutto il punk che hai ingiustamente snobbato in questi anni.»

Hank mi guardò con la coda dell'occhio e un ghigno divertito. «Auto o no, resto comunque di grado più alto del tuo. Quindi decido io.»

Mi voltai di colpo verso di lui, le labbra socchiuse per l'indignazione. Non potevo ribattere. Sbuffai e ritornai a guardare la strada con le braccia incrociate. «Magari non sarà così per sempre» borbottai con fare permaloso.

Hank rise. «Me lo auguro. Anzi, ne sono certo. Non mi stupirei se un giorno ti promuovessero a capitano.»

Una sensazione di calore mi fiorì al centro del petto. «Credi che potrebbe accadere davvero? Io...capitano?»

Hank mi rivolse uno sguardo pieno di affetto paterno.  «Eccome. Me lo sento da quando ti ho vista per la prima volta.»

Non risposi. Sentii le guance pizzicare e trattenni a fatica il sorriso tra le labbra. Di lì a poco arrivammo all'indirizzo che Ben mi aveva comunicato. Fuori dalla casa c'era il nastro della polizia e già uno stuolo di curiosi assieme agli immancabili giornalisti.

Hank fermò l'auto e si girò verso Connor. «Tu resti qui.»

«Cosa? E perché?» domandai.

«Perché non ci serve.»

«No» ribatté Connor. «I suoi ordini vanno in contrasto con quelli dei miei superiori, tenente.»

Vidi Hank aggrottare la fronte con aria minacciosa. «Non me ne frega un cazzo degli ordini dei tuoi superiori. Se vuoi tornartene a casa tutto intero, rimani qui.»

Lanciai un'occhiata rammaricata a Connor e uscii dall'auto insieme ad Hank.

Appena mi avvicinai al nastro, mi ritrovai un microfono puntato davanti alla faccia.

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