Fuori pericolo

3K 140 1
                                    

~~Non parlammo per tutta la durata del tragitto , che fu di 10 minuti, non volevo dire qualcosa di sbagliato e non sapevo cosa dire non avevo mai vissuto una situazione del genere. Arrivammo in ospedale , Anna chiese alla segretaria, se così si chiama, dove avrebbe potuto trovare suo padre – stanza 20 secondo piano- ci avviammo verso l'ascensore , l'unica cosa che in quel momento ero riuscita a fare era dire – Anna io ci sono , nel bene o nel male lo sai vero?- - cero che lo so- dopo 2 minuti trovammo la stanza , quei due minuti sono sembrate ore. Entrammo e trovammo la mamma di Anna la signora Carla che era vicino al marito, piangeva il che non era un buon segno pensai , ma mi dovetti ricredere quando la signora Carla si schiarì la gola e disse- Anna è fuori pericolo, si è stabilizzato- a quel punto le lacrime che prima minacciavano di uscire , uscirono silenziosamente , ero sicura che fossero lacrime di sollievo , se esistono, la abbraccia e rimanemmo tutta il pomeriggio in ospedale , dopo aver saputo che il papà di Anna era fuori pericolo chiami mia madre e le dissi che molto probabilmente sarei tornata a casa tardi e lei non obiettò dato la situazione, quando vidi che si erano fatte ormai le 18:00 dissi ad Anna che dovevo andare e che ci saremmo viste a scuola e partì, arrivai a casa per le 19:15 e ci trovai mia mamma e mio papà che stavano preparando da mangiare , mi soffermai a guardargli un attimo non sapevo cosa avrei fatto se a loro fosse successo qualcosa ,ma il pensiero sparì subito e mi misi ad aiutargli a fare la cena. Per tutta la cena si parlò di Anna , spiegai ai miei genitori cos'era successo – allora , il papà di Anna stava tornando a casa , ad un certo punto si vede venire addosso una macchina , il guidatore era molto ubriaco a quanto dicono , non riesce a schivarla e le due macchine si scontrano , l'airbag dell'uomo ubriaco non si è aperto e quindi è morto sul colpo, mentre quello del papà di Anna si è aperto , dicono che questo gli abbia salvato la vita , ma non gli ha risparmiato una bella botta- - e chi l'ha trovato?- mi chiese mia mamma – dato che erano in una strada di città un po' isolata , un ragazzo che ogni giorno traversava quella strada con la bici ha notato le due macchine e ha chiamato l'ambulanza - - cavolo che fortuna che c'era quel ragazzo – commentò papà – già- gli risposi io , la serata continuò con me che studiavo , perché non avevo fatto niente oggi pomeriggio e i miei che si rilassavano in sala. Finì di studiare intorno alle 22:00 e dopo andai a dormire. Aprì gli occhi erano le 7:00 ma com'era possibile? La sveglia non aveva suonato , la sveglia non aveva suonato , era l'unica cosa che mi ripetevo quando ero in macchina con mia mamma , avrei fatto tardi. Una volta arrivata a scuola andai in classe bussai alla porta sentì dire – avanti – entrai e chiesi scusa del ritardo alla prof. Per fortuna i miei compagni non erano ancora andati in palestra , così dopo aver fatto firmare la giustifica presi le mie cose e tutta la classe andò in palestra . Le due ore di educazione fisica volarono e poi si passò a storia , io l'ora l'ho passata chiacchierando con Noemi abbiamo parlato di com'è andata quest'estate , lei mi raccontò che era andata in Spagna con i suoi genitori , cavolo quanto mi sarebbe piaciuto andare , io per altro ho la madrina li. Era stata li per una settimana e ha conosciuto un ragazzo con cui si sta sentendo ancora adesso , la invidiavo un po' sembrava davvero felice, non che io non lo fossi però lei lo era in un altro modo. Mente pensavo questo suonò la campanella che sembrava dire – scatena l'inferno- perché folle di ragazzi si diressero verso le macchinette , io invece da buona pigrona aspettavo che se ne andassero per poi avviarmi a prendere i miei crecker. Passarono circa 5 minuti e la folla si era dispersa , allora con la velocità di una lumaca mi avviai alle macchinette , non c'era nessuno tranne che il prof di arte che oggi aveva il turno , i ragazzi della mia scuola erano talmente "violenti" che i prof a turno stavano alle macchinette per controllare che nessuno si facesse male, lo salutai – salve- -ciao- mi ripose con il suo sorriso che farebbe sciogliere anche un cuore di pietra , cavolo non devo pensarci , non devi pensarci non devi pensarci , non dev – ciao – mi voltai e vidi il ragazzo che ieri i aveva buttato giù mi pareva che si chiamasse Alberto e provai a dire – ciao Alberto - -ti sei ricordata il mio nome- - veramente non ne ero sicura – e feci una risatina che contagiò anche lui – per farmi perdonare di ieri ti offro qualcosa- - ma no tranquillo , non ti preoccupare per ieri - - no insisto , e guarda che se io insisto non mi smuovi- - ok va bene , hai vinto - dissi , non avevo neanche insistito più di tanto – prendooo i tuc - - gli prendo sempre anche io , sono davvero buoni- - si è vero - dopo aver inserito la moneta digitai il numero 34 e io presi i tuc , gli aprì e gliene offrì uno e lui senza pensare due volte lo prese e così ci allontanammo dalle macchinette parlando – quest'anno hai gli esami di maturità, giusto?- - si , non me lo ricordare , ho una paura folle- e mentre lo diceva addentò il tuc che prima gli avevo offerto – cosa vorresti fare dopo?- - ma io pensavo di andare alla Bocconi , devo ancora fare qualche esame, spero proprio di entrare, per tutti e 5 gli anni ho tenuto la media alta apposta per riuscire a fare l'università che mi ero prefissato- - cavolo Alberto la Bocconi , devi essere davvero bravo nello studio- - si me la cavo- -dai non fare il modesto- gli riposi io , mi piaceva parlare con lui , anche se in effetti ci ho scambiato poco più di due parole, ma mi sembrava un ragazzo apposto ,l'intervallo lo passai a chiacchierare con Alberto e passeggiare per la scuola , ogni tanto incontravamo il professore d'arte , che sembrava spiarci , ma se ci penso adesso , forse stava solo cercando qualcuno e io mi sbagliavo , ma no gli diedi tanto peso , mi stavo divertendo molto con Alberto . Alla fine dell'intervallo lo salutai, ci mettemmo d'accordo che ci saremmo visti domani all'intervallo per chiacchierare ancora , a quanto pare anche lui si era trovato molto bene con me e ne ero contenta .Le successive due ore passarono in un lampo , musica e scienze , ero stata attenta e avevo preso appunti. Appena suonò la campanella mi diressi verso l'uscita , oggi sarei andata con Anna in ospedale per trovare suo padre: ieri sera mi chiamò e mi implorò di andare con lei , mi disse che da sola non ce la faceva e che non poteva andare con sua madre , accettai , anche se gli ospedali mi davano un po' di angoscia , insomma ci vai sempre per sapere una notizia e parecchie volte è cattiva nel caso di Anna è buona , ma cosa potevo fare? Anna è una mia amica e non voglio lasciarla da sola ad affrontare questa situazione .


E poi arriva lei professore e cambia il mio mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora