Capitolo 19. Somiglianze

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Capitolo 19. Somiglianze pt1

"E proprio io che ti amo, ti sto implorando. Aiutami a distruggerti"

Credo di essermi addormentato a un certo punto della serata

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Credo di essermi addormentato a un certo punto della serata. Non avevo alcuna intenzione di tornare a casa di Jimin, perché la sola idea di svegliarmi senza Jay al mio fianco mi faceva sentire vuoto e triste, per cui presi una decisione di estrema importanza mentre ci vestivamo.

Sarebbe stata la prima volta che Jay avrebbe dormito in casa mia, avrebbe fatto parte della mia quotidianità dopo Somin, tornavo finalmente a vivere dopo dei lunghissimi mesi di asfissia totale.

Dopo aver avvertito Jimin che non sarei tornato in casa sua quella notte, Jay guidò in direzione del mio quartiere, e ogni tanto si voltava a sorridermi dolcemente, e posava la sua mano sulla mia gamba, riempiendo il mio stomaco di canguri impazziti. Avevo continuamente la faccia calda, e non riuscivo a guardare per più di cinque minuti di fila Jay, troppo timido e imbarazzato.

Una volta dentro il soggiorno di casa mia, bevemmo una bottiglia di Soju davanti alla Tv, accesa su un film romantico, il preferito di Jay a detta sua. Non mancarono altri baci umidi, che provocavano dentro di me troppe emozioni per essere spiegate a parole; bastava guardarmi per capire cosa accadeva dentro di me, dai battiti del mio cuore, ai cambiamenti del mio corpo quando si metteva troppo vicino.

Non riuscivo a resistergli, e ci ritrovammo nuovamente tra le braccia dell'altro, mentre nudi ci accasciavamo sui cuscini morbidissimi del mio letto. Mi era mancato anche lei, casa mia. Adesso possedeva un nuovo sapore, con Jay lì dentro. Sapeva di menta, di fiorii selvatici e zucchero filato; le cose che amavo erano tutte racchiuse dentro di lui, una persona che era veramente importante per me. Forse l'unica.

Mi sono appoggiato sul suo petto dopo aver consumato per la seconda volta di fila il nostro amore, e i suoi rumori  mi hanno cullato fino a farmi cadere in un sonno molto profondo, sembrava quasi che non dormissi da settimane ormai, ma lui mi aggiustava pezzo per pezzo, e dormire fu una cosa talmente naturale, con lui a fianco, da ricomporre il mio corpo da capo a piede.

Quella notte ho sognato Jungkook, proprio così. Era da tempo ormai che non veniva a trovarmi nel sonno, l'ultima volta l'avevo visto sugli scalini di casa mia mentre mi raccontava delle cattiverie che gli faceva Bogum.
Non fu un incubo, si trattava di un'immagine talmente bella da farmi sorridere dal cuore, felice veramente. In quel sogno Jungkook era grande, forse aveva la mia età. Somigliava vagamente a Jay, anzi la faccia era proprio quella sua, solo che in più c'erano i nei e la cicatrice sulla guancia.

I capelli, lunghi fino al collo e leggermente mossi, venivano spazzati delicatamente da una brezza fresca, mentre leggeva un libro dalla copertina bianca all'ombra di una quercia altissima. Ho camminato in sua direzione, pestando l'erbetta alta del bosco in cui ci trovavamo. Jungkook, catturato dalle pagine del libro, non si era accorto del mio arrivo; si spostò con un dito delle ciocche nere da davanti gli occhi, e sospirò con un sorriso dolcissimo nel frattempo che voltava pagina.

Ho inseguito le stelle|Taekook🦋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora