Capitolo 8. Occhi Sfuggenti

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"Killin me now. Killin me now, do you hear me yeah?"

Capitolo 8. Occhi sfuggenti

A me Jay piace come persona

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A me Jay piace come persona. Non provo nient'altro per lui, se non che affetto perché mi aiuta a dimenticare.

Ripetei questa frase per la quarta volta mentre mi guardavo allo specchio. Era stata una notte piuttosto movimentata, mi ero rigirato nel letto per più di un'ora prima di riuscire a prendere sonno, perché la mia mente malvagia non faceva altro che creare film su film con protagonisti me e Jay. La cosa bella era che mi accorgevo solo dopo minuti e minuti di ciò che mi stavo immaginando, per cui scuotevo la testa per allontanare quei teatrini, ma poi ci ricadevo dopo solo pochi secondi.

Come se non bastasse, una volta addormentato, l'ho sognato: non faceva niente di importante, mi fissava da seduto, su una poltroncina a casa mia, e non distoglieva mai lo sguardo da me. Ricordo pure che pioveva, e i fulmini illuminavano il suo viso ogni lasso di pochi minuti. È stata la prima notte in cui Jungkook non è venuto a farmi visita.

Questo mi ha dato modo di riflettere: possibile che stessi pensando così tanto a Jay da allontanare Jungkook da me? La mia testa era piena di domande, e in più mi ritrovavo a sentire degli strani sentimenti dentro il cuore, sentimenti che mi confondevano e non mi facevano chiudere occhio. Jay si era rivelato molto più di un semplice sconosciuto incontrato una volta di troppo in giro. Lui mi capiva, lui mi risollevava dai miei momenti bui.

Ero così preso dai miei pensieri che saltai dalla paura quando il campanello di casa mia rimbombò, in una nota stonata, per tutto l'ingresso. Con i battiti accelerati mi chiesi chi potesse essere a quell'ora del mattino, e mi fermai quando il pensiero che potesse trattarsi di Somin, o di Jay, mi attraversò la mente come uno spasmo improvviso. Se era la prima, non avrei saputo cosa dire, e per dirla tutta mi mancava anche il coraggio di affrontarla, e se era il secondo... Beh, ero a torso nudo, e il resto del corpo era coperto solo da un'ascigamano. Sarei morto per l'imbarazzo!

Il campanello suonò ancora. Allora mi avvicinai allo spioncino e feci un sospiro di sollievo quando vidi Jimin. Aprii subito la porta e lui, con un sorriso, entrò dentro, senza troppi preamboli, e raggiunse il salotto.

«Alla buon'ora, Taehyung!» Disse nel frattempo.
Aveva delle buste in mano, che parevano destinate a me. Lo raggiunsi e, dopo aver sbirciato dentro i sacchetti colmi, alzai gli occhi al cielo.

C'era insalata, insalata, insalata, ortaggi di vario genere, insalata, carne di manzo e...
«Brodini di pollo già pronti?» Feci con una smorfia.
Jimin annuì con vigore.
«Sai che se il tuo corpo sta male, anche la tua mente ne influisce e viceversa? Ecco perché questa mattina andremo da Yoongi.»
Lo guardai confuso.
Stava mettendo a posto la spesa e mi dava le spalle.

Ho inseguito le stelle|Taekook🦋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora