CAPITOLO 3

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IVAN

Durante la notte mi giro e rigiro nel letto non riuscendo a dormire, perciò, prendo il telefono notando un messaggio da Sergei.

SERGEI:

"Abbiamo ricevuto la posizione di dove è sepolto il corpo di Elena. Ci sei?"

"Ci sono, passami la pozione e l'ora. Ci vediamo li."

Inviato il messaggio, il mio sonno scompare per essere sostituito dall'agitazione.

Esco dalle coperte, dirigendomi verso il mio cappotto buttato sulla sedia della camera e prendo le sigarette.

Dopo la situazione di Elena ho ricominciato a fumare.

"mannaggia a lei." Penso mentre mi accendo una sigaretta uscendo sul balcone.

Rimango meravigliato dal panorama. Oltre il grande giardino della casa, si riesce a scorgere tutte le luci della città.

Mentre finisco di fumare noto la luce accesa nella camera di Larisa, al piano inferiore.

Vedo poi  le porte finestre della sua camera aprirsi, notando la sua figura seguita da un'altra più piccola. Quella di Veronika.

Mi sposto dalla mia posizione, spegnendo la mia sigaretta, per ascoltare meglio la loro conversazione.

<Non ci credo, hanno trovato il suo corpo?> Chiede Veronika con voce incrinata.

"sta piangendo" Penso, mentre guardo nelle finestre adiacenti al mio balcone per vedere un qualsiasi tipo di movimento da parte di Radim. "nulla"

Continuo ad ascoltare le due ragazze capendo che Radim non se ne è accorto che Veronika non è accanto a lui.

<È quello che mi ha detto la mamma. Credevano che che fosse una figlia degli Ivanov.> Risponde Larisa.

<Perché credono tutti questa cosa...

Anche mio padre pensava che stava nascondendo qualcosa. Soprattutto Sergei.> Dice Veronika mettendosi a sedere vicino a Larisa.

<A quanto pare secondo lui non esiste nessuna figlia nascosta in Inghilterra e che è sempre stata Elena.

Inoltre pensava che Sergei fosse il fratello bastardo dello zar e che voleva utilizzare Elena per prendere il potere nelle sue mani.>

<Sergei non è questo!> Risponde mia sorella.

<Non lo conosco personalmente ma Elena parlava bene di lui. Loro erano padre e figlia.> Continua Larisa.

<Hai ragione, loro avevano la migliore relazione che ci potesse essere tra padre e figlia.

L'aveva sempre appoggiata, anche nel diventare la prima donna d'onore tra le file degli uomini della nostra organizzazione.> Dice Veronika.

<È già, Elena poteva cambiare la nostra gerarchia se non fosse successo quel che è successo.>

È con il discorso finale di Larisa, decido di rientrare e lasciare alle stelle le loro parole.

La mattina seguente mi preparo velocemente per la giornata che dovrò affrontare.

Prendo il necessario dal mio comodino ed esco dalla camera,  dirigendomi nella sala da pranzo per la colazione.

Sulle scale mi arriva una chiamata da uno dei nostri uomini che mi comunica che abbiamo alcuni problemi con un carico di droga.

Finalmente arrivo nella sala da pranzo, andando a sedermi per fare colazione.

<Buongiorno a tutti.> Saluto mentre Ludmila, la governante della casa, mi porta la colazione.

<Radim dopo riesci a passare nel nostro secondo ufficio, quello fuori Mosca?>

<Sì ci posso andare, ma non vuoi che ti accompagno oggi?>

<No tranquillo, ci posso andare anche da solo. Se puoi passare in questo ufficio mi fai un favore.

A quanto pare, abbiamo un problema con il carico di droga proveniente dal Brasile. Vai lì ed ispezionalo personalmente per capirne il problema.

E se c'è veramente qualcosa fuori posto, mettiti in contatto con il responsabile.>

<Va bene, è sucesso qualcosa di serio?>

<Non lo so. So solamente che uno dei nostri uomini mi ha chiamato poco fa dandomi delle informazioni generiche. Altro non so.> Gli rispondo finendo di bere il mio caffè.

Lui mi fa un cenno con la testa, per poi alzarsi e lasciarci per dirigersi alla sua destinazione.

Mentre finisco la colazione, Ludmila si palesa nella sala da pranzo seguita da Sergei e Stephan.

<Buongionro signori, e scusate del disturbo di prima mattina.> Parla Sergei.

<Non è nulla. Volete unirvi a noi?> Gli chiede mio padre alzandosi e stringendogli la mano.

Mi alzo anch'io per salutare Stephan e, dopo che ha finito con mio padre, Sergei.

<Tranquilli siamo apposto.> Ci dicono entrambi.

<Pensavo che mi avreste mandato la pozione con l'ora e il luogo.> Dico loro con un tono alquanto sorpreso.

<Purtoppo abbiamo una brutta notizia.> Interviene Stephan.

<La nostra spia è stata uccisa. Non riusciamo più a metterci in contatto  con lui.>

<Abbiamo però il luogo di dove si dovrebbe trovare il corpo di Elena?>

<Si Ivan, è l'ultima cosa che abbiamo potuto reperire dal nostro contatto, dopodiché più nulla.

Ecco perché siamo venuti subito fin qui. Pensiamo che sia meglio spostarci insieme con un'unica macchina, massimo due.> Dice Stephan.

Io faccio un cenno della testa capendo perfettamente la situazione.

<Andiamo ora?> Chiedo.

<Se sei pronto Ivan, sì. Ma verrai da solo? Non c'è anche Radim.> Mi chiede Sergei.

<Purtroppo no, lui ha un incarico riguardante un nostro carico di droga. Abbiamo alcuni problemi a quanto pare.>

<Anche voi?> Chiede Stephan.

<Cosa... In che senso?>

<Purtroppo anche noi abbiamo avuto alcuni problemi con un carico proveniente dall'America.

Il problema lo abbiamo riscontrato alla consegna di due carichi. Uno proveniente dalla Spagna mentre l'altro dall'America.

Con il primo è andato tutto liscio, mentre con il secondo stiamo avendo dei problemi.> Mi comunica Stephan.

<Anche il nostro viene dall'America latina, ho mandato poco fa Radim a controllare la situazione.>

<Ma quale dovrebbe essere il problema?> Chiede papà cercando di entrare all'interno del discorso.

<Purtoppo l'incaricato di consegnarci la droga dice che non può più eseguire tale compito perché c'è qualcuno in America che non lo permette.

Credo che la mafia americana, quella italiana oppure i resti di quella cinese ci hanno messo le mani.

Controllando così il mercato, non facendo più fare consegne al di fuori del continente. Ma non siamo sicuri.> Dice Sergei a papà.

<Appena scopriremo qualcosa ve lo faremo sapere.> Dico loro, poi chiedo, <Andiamo?>

Sergei e Stephan mi fanno un cenno con la testa, segno della loro approvazione.

Saluto i presenti, mentre con i due uomini dietro di me, ci dirigiamo verso l'entrata della casa, dopodiché usciamo.

La corona del nuovo Zar |Trilogia Diamante Nero #2|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora