GRACE
<Grace dove sei?> Sento papà chiamarmi dal piano inferiore della casa.
<Sono nella biblioteca!> Gli rispondo poggiando il libro che stavo leggendo sul primo tavolino che trovo.
Mi alzo dalla poltrona per andare incontro a papà, che mi anticipa aprendo la porta prima di me.
<Lo sapevi che Volkov è qui in America?>
<Ivan è qui? In America?> Gli chiedo di rimando, curiosa di sapere se la notizia è attendibile.
<Si, Grace. A dire la verità è nella sua penthouse qui a New York. Alcuni dei miei soci mi hanno riferito che lo hanno visto al Gala di Beneficenza dello scorso weekend.>
Rimango senza parole alla contestazione di mio padre, perdendomi nei miei pensieri.
"perché è qui?" Penso mentre mi inizio a mordicchiare l'unghia del pollice per il nervoso.
"lo so che non vuole questo matrimonio perché pensa ancora ad Elena...
devo andare da Ivan e prendere in mano la situazione visto che mio padre, a quanto pare, non ha le palle."
<Grazie per l'informazione. Ora ti saluto.> Gli dico lasciandogli un bacio sulla guancia.
<Dove vai?>
<A sistemare il mio futuro, a quanto pare tu non hai le palle abbastanza grandi per farlo al posto mio!>
<Grace!> Sento il suo grido provenire da dietro di me, insieme ai suoi passi pesanti sulla moquette del corridoio.
All'improvviso sento le sue luride mani prendermi per il braccio.
<Attenta con le parole Grace, sono tuo padre. Portami rispetto. Tutto quello che hai è grazie a me!> Mi grida in faccia.
<Tutto quello che ho sarà grazie a te che ti sei scopato mia madre per poi farla uccidere, perché non ti serviva più dopo aver partorito il tuo erede, nonché mio fratello minore.
Ma tu non sei mio padre e non lo sarai mai. Tu davanti ai miei occhi sarai solamente il mio patrigno!> Grido a mia volta nella sua faccia.
Mi tolgo di dosso le dita della persona che più odio nella mia vita da quando ho quattordici anni.
Quando mia madre ha deciso di risposarsi.
Cammino velocemente verso la mia camera, con la paura sulle mie spalle che possa prendermi e picchiarmi.
"non sarebbe la prima volta" Penso mentre entro nella mia camera e chiudo la porta chiave.
La mia paura non è infondata, infatti, dopo qualche secondo sento i suoi pugni sbattere sulla mia porta.
<Grace apri questa fottuta porta prima che sia troppo tardi!> Mi ordina, ma io decido di ignorarlo scoppiando in lacrime.
Mi copro la bocca con il dorso della mano per non farmi sentire, accasciandomi piano a terra.
***
GRACE: Ivan mio padre mi ha detto che sei qui a New York. Ti voglio parlare. Non del nostro matrimonio. Mi serve il tuo aiuto.
Finisco di scrivere il messaggio e glielo mando senza pensarci troppo.
"a volte devi sapere quando chiedere aiuto" Penso mentre mi preparo un borsone nero con alcuni vestiti ed alcuni effetti personali, intenta ad andare nel mio appartamento, di cui il mio patrigno non ne è a conoscenza.
STAI LEGGENDO
La corona del nuovo Zar |Trilogia Diamante Nero #2|
Action|Secondo libro della Trilogia Diamante Nero| Sono passati ormai due anni dall'ultimo attacco da parte della mafia cinese, ma nonostante ciò le famiglie appartenenti alla mafia russa non hanno abbassato la propria guardia. Nel frattempo, all'interno...