Chapter sixteen

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«Adam, io ci provo a capirla, ma io e informatica siamo proprio due cose lontane anni luce!» Agito le mani in aria, mentre camminiamo nel giardino del campus.

Ho appena finito le lezioni e la mia mente si è letteralmente contorta per circa un'ora e mezza. Fortunatamente anche Adam segue il corso di informatica con me, perciò riesce a darmi delle dritte riguardo alcuni, o meglio, tutti i concetti che non riesco a capire. Il lato positivo però è che, almeno, è l'unica materia che il mio cervello non riesce a realizzare.

«Devi soltanto impegnarti a capirla, concentrati e vedrai che ce la farai.» risponde lui con un sorriso divertito.

Io lo guardo come se avesse appena detto la peggiore delle eresie e roteo gli occhi al cielo.

«Facile per te dirlo, sei letteralmente un genio!»

Scuote il capo rassegnato e apre al posto mio la porta d'ingresso del dormitorio femminile, facendomi entrare con galanteria per prima.

Emetto anche io un sospiro divertito ma al contempo esasperato da me stessa, e gli faccio strada verso la mia camera. Studieremo insieme questo pomeriggio, così che potrò tentare di capire almeno il dieci per cento dell'argomento trattato.

Arriviamo davanti alla porta di ingresso, ma, non appena infilo la chiave nella toppa e la apro, vedo due figure a me molto familiari.

Un ragazzo e una ragazza, seduti sul letto accanto alla finestra che parlano e ridono tra di loro.

E, ovviamente, questi ragazzi non possono che essere Matt e Ally.

Lui ha una ciocca dei suoi capelli avvolta attorno al dito e le borbotta qualcosa di incomprensibile ma che deve essere molto divertente, dato il modo in cui lei subito dopo gli sgancia un buffetto sul petto e inizia a ridacchiare sommessamente.

Io schiudo le labbra e mi schiarisco la voce per annunciare la nostra presenza.

Il primo ad alzare lo sguardo su di noi è Matt, il quale fa un cenno di saluto col capo. Sembra molto tranquillo, a differenza di Ally che, non appena scorge me e Adam sulla soglia della porta, spegne il sorriso che la caratterizzava fino a un minuto fa, si solleva leggermente dal busto di Matt e assume la sua solita espressione fredda e cinica.

Io aggrotto leggermente le sopracciglia, non capendone il minimo motivo, ma abbasso lo sguardo senza dire nulla, a causa dell'imbarazzo.

La verità è che ogni volta che ricordo la scena a cui ho assistito il giorno della festa, mi sento pervadere da un disagio immane. Questo imbarazzo, però, è incrementato ancora di più dal fatto che Matt sia il mio migliore amico e Ally la mia compagna di stanza. Non so che intenzioni abbiano. Fino a dieci minuti fa pensavo che avessero stabilito un rapporto di puro sesso, eppure non credo mai di aver visto Ally scherzare in questo modo con uno dei ragazzi che si porta a letto. E, se ci penso bene, non ricordo da quanto tempo non vede neanche Jason. Ovviamente la cosa non mi dispiace per nulla, anzi, ma non so perché abbia cambiato di punto in bianco questa sua abitudine.

Probabilmente però è solo una mia illusione e lei sta continuando a vedersi con Jason o con qualsiasi altro ragazzo senza che io me ne accorga.

Questo mi induce a sospirare. Tuttavia, cerco di tenere ben celato il mio fastidio, data anche la presenza di Adam, e dico:

«Ehm- noi è meglio se ce ne andiamo. Vi lasciamo soli.»

Non appena pronuncio queste parole, però, Ally scuote la testa e si alza velocemente dal letto, per poi inarcare le sopracciglia e scrollare le spalle: «Non ce n'è bisogno, Matt se ne stava andando. Anche perché stavo iniziando a scocciarmi.»

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