Chiudo gli occhi, appoggiando il capo alla panchina sulla quale sono seduta con la testa di Sally posata sulle mie gambe, rilassando ogni parte del mio corpo dinanzi ai raggi caldi del sole che contrastano con l'aria fresca e, devo dire, anche con il mio umore a causa dell'argomento che stiamo affrontando.
Siamo arrivate nel giardino del campus dopo aver finito quasi tutte le lezioni e, dopo aver studiato un po', ho deciso di raccontarle tutto: a partire da Jason fino a finire a ciò che è successo con mio padre. Le ho raccontato del nostro bacio, della festa, di quello che abbiamo fatto e, con il sorriso che pian piano si spegneva, sono arrivata a raccontarle del casino avvenuto appena tornati in stanza.
«Quindi...» si alza con gli occhi sgranati nel momento in cui le racconto di mio padre. «È stato lui a ferirti la mano?» indica la bruciatura, e io annuisco.
Se solo ripenso al fatto che mio padre sia stato in grado di tirarmi uno schiaffo quella volta davanti a mia madre e persino di bruciarmi con la sigaretta per farmi del male...
Inizio a respirare più affannosamente nel momento in cui questi pensieri riaffiorano, e strizzo le palpebre, cercando di scacciarli via.
«Ma che bastardo!» impreca a denti stretti.
Sally è da sempre stata molto protettiva nei miei confronti. Ogni volta che al liceo qualche professore mi prendeva di mira, lei era sempre pronta a bucargli le ruote dell'auto. Quando, invece, dei ragazzi mi prendevano in giro per come ero vestita per strada, si fermava davanti a loro e li umiliava fino a farli tacere come dei vigliacchi, concludendo il tutto con un calcio nelle parti intime.
È da sempre stata pronta a difendermi, a lottare nel momento in cui mi fossi sentita poco adatta, umiliata o mortificata. Per questo adesso non mi sorprende che abbia serrato i pugni, i suoi occhi si siano iniettati di rabbia e la vena sul suo collo- identica a quella di suo fratello- abbia iniziato a pulsare.
«Non ci posso credere! È venuto da te a chiederti del soldi, tu gli hai detto di no e lui ti ha fatto del male?!» ripete ad alta voce, inducendomi a farle segno di abbassarla.
È scioccata. Le sopracciglia sono inarcate e gli occhi sgranati.
«Devo chiamare immediatamente quel figlio di puttana e dirgliene quattro.» sfila dalla tasca il suo telefono con furore, mentre io mi precipito sulla sua mano, per impedirglielo.
Non che mi dispiacerebbe, anzi, ma non mi va che perdi il suo fiato e che rischi una denuncia per me. Per questo, esclamando un «Oh no, no, no.» le rubo il telefono, ponendo una mano fra di noi per non farla avvicinare.
«Non c'è bisogno, davvero. Ci ha già pensato Jason.» mi scappano queste ultime cinque parole, facendomi pentire all'istante di averle pronunciate. Serro di fatto gli occhi, già conscia del fatto che Sally mi tartasserà di mille domande.
Perché se prima si era concentrata su mio padre, ora...
«A proposito!» Eccoci qua. «Lascerò in pace tuo padre, anche se quel figlio di puttana meriterebbe altro, se tu mi racconterai per filo e per segno cosa è successo fra voi due.» Mi porge la mano, come se stessimo impostando un patto fra di noi, ma una frazione di secondo dopo sembra aver appena riflettuto su qualcosa. Infatti, aggrottando le sopracciglia, allontana di scatto la mano da me e afferma con sicurezza:
«Anzi no, devi dirmelo per tuo dovere in ogni caso, nessun patto. È sancito dalla legge.»Le scoppio a ridere istantaneamente in faccia, fino a farmi colmare gli occhi di lacrime.
«È sancito da... chi?» domando con un sorriso divertito.
E, come sempre, mi rendo conto che la mia amica è riuscita a portare leggerezza e spensieratezza nella mia vita ancora una volta.
«Dalla legge delle migliori amiche. È la regola numero 6: dirsi tutto. Poi c'è la 7: difendersi sempre. La 8: credersi a priori. La 9: condividere le gioie. La 10: pensare prima alla felicità dell'altra, la 11...» inizia a parlare come se non ci fosse una fine
Le parole si susseguono con velocità una dopo l'altra nella mia testa. Inizio persino a non sentire più la sua voce, la quale sembra svanire nell'aria, portando via con sé la mia attenzione. «Poi c'è la numero 47: prestarsi i vest-»
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(Im)possible
РазноеSEQUEL DI (IM)PERFECT Un cuore spezzato, un desiderio di rinascita e una voglia di amare ormai sfumata via. Questo è tutto ciò con cui Charlotte si ritrova prima di affrontare il college. La rottura con Jason le ha provocato un radicale cambiamento...