Chapter twenty-seven

4.5K 183 270
                                    

La mattina seguente mi sveglio con un potentissimo mal di testa.

Le tempie pulsano, tanto da costringermi a comprimerle con le mani, e il dolore si propaga talmente tanto persino agli occhi che riesco ad aprirli con difficoltà. Ci metto infatti un po' prima di abituarmi alla luce accecante del sole che si sprigiona in tutta la camera.

Mi sollevo dal letto abbastanza lentamente, stiracchiando le braccia intorpidite.

Questa notte sono tornata in camera alle due e mezza circa del mattino e non riuscivo neanche a reggermi in piedi a causa della testa che girava. Ho decisamente bevuto troppo ieri sera, e me ne pento. Nonostante ciò, però, sapevo benissimo che la me della mattina successiva avrebbe voluto uccidermi e non me ne sono curata. Perché la verità è che ieri sera è stata una serata particolarmente difficile da gestire: ho rivisto Jason, ho baciato un ragazzo per il semplice gusto di farlo, ci ho provato con tutti quelli che lo facevano con me e, come se non bastasse, ho anche avuto una lieve discussione con Jason. Il fumo e l'alcool erano l'unica cosa che in quel momento mi consentivano di fuggire da quella realtà tormentante, facendomi approdare in una che, invece, era esattamente l'opposto. Ho fumato davvero tanto, e bevuto forse anche il doppio, ma, mentre ieri sera ne ero estasiata e felice, questa mattina... beh, questa mattina riesco a mala pena ad alzarmi dal letto.

Sfrego gli occhi col palmo della mano, ma, quando li riapro, ecco che un bicchiere con all'interno un liquido verde mi si presenta dinanzi.

Sbatto le palpebre più volte per accertarmi di non star avendo un'illusione, ma ecco che la voce di Ally mi toglie ogni dubbio.

«Bevilo.» ordina in modo perentorio con una mano posata sul fianco e l'altra a reggere il...

«Che cos'è?» domando, non sapendo minimamente che cosa mi stia servendo.

«Frullato di cetrioli, dopo la sbornia aiuta.»

Picchietta un piede sul pavimento, in attesa che lo prenda, mentre io, però, non faccio altro che guardarlo con disgusto.

«Frullato di... cetrioli?» ripeto sbigottita, non avendone mai sentito parlare. «Che schifo.»

Le faccio segno con la mano di allontanarlo da me, ma lei, ovviamente, non mi dà retta. Sospira infatti subito dopo e, con tono ancora più serio, spiega:

«Ha acqua e aminoacidi, faresti meglio a berlo se non vuoi che il mal di testa ti duri tutto il giorno.»

Aggrotto le sopracciglia.

«Un'aspirina no?»

Sbuffa, come se stesse iniziando a spazientirsi, mentre io comincio a domandarmi perché le interessi così tanto. Decido comunque di tralasciare, e guardo meglio il "frullato".

«Sembra più vomito di cane...» sussurro disgustata.

Tuttavia, a notare dal modo in cui nervosamente chiude gli occhi e inizia a picchiettare le dita sul bicchiere di vetro, noto che sta per perdere la pazienza. E io, non so perché, ma alla fine finisco per afferrarle il bicchiere dalla mano e decidere di berlo.

Prima di farlo, però, mi viene la malsana idea di annusarlo.

Serro le palpebre.

Che schifo!

Tappo quindi il naso per non sentirne l'odore a mio avviso sgradevole, e lo bevo tutto d'un sorso.

Nel momento in cui, però, le mie papille gustative vengono a contatto con il frullato, ecco che aggrotto le sopracciglia. Rimango abbastanza stupita dal fatto che... mi piace.

Passo infatti la lingua più volte sulle labbra, per assaporarlo meglio, ed emetto un verso soddisfatto.

«Mhm...» mugugno, ingoiando persino le ultime gocce rimaste. «È buono, sai?»

(Im)possibleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora