Chapter one

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Tre settimane dopo...

Mi capitava a volte di star vivendo in un sogno, in uno di quelli che erano splendidi da vivere, in cui mi sentivo in pace con me stessa, ma che alla fine mutavano drasticamente, rivelandosi soltanto... incubi. Incubi che mi intrappolavano, mi incatenavano e mi colpivano a suon di ricordi e nostalgia. Quegli incubi da cui volevo scappare, fuggire il più lontano possibile. E a quel punto avrei voluto svegliarmi, urlare con tutte le mie forze, ma non ci riuscivo mai. Restavo intrappolata in una realtà oscura e buia, con la costante ansia di non poterne uscire. Per questo ho imparato, da un po' di tempo, a controllarli. Ho capito come domarli e mutarli a mio piacimento. Adesso li modello, sono io ad avere il controllo su di loro.

Ho imparato a farlo anche nella vita reale. Dopo ciò che è successo con Jason, tutto nella mia vita è stato ribaltato. Sono cambiata io, così come anche il mio carattere. Mi è stata portata via l'ammirazione che avevo nei confronti dell'amore; la fiducia che nutrivo nei confronti delle persone è stata tradita, calpestata e gettata via dalla persona più importante della mia vita.

Il cambiamento è avvenuto in automatico: ho smesso di dare tutta me stessa alle persone, in particolare ai ragazzi, perché so che non ne sarei uscita viva. Ho anche imparato a stare attenta, a non fidarmi subito, poiché ne sarei potuta rimanere scottata.

Ho ascoltato quindi il consiglio di Lily e, oltre a modellare parti del mio carattere, l'ho fatto anche con il mio aspetto fisico: i capelli biondi che mi caratterizzavano un tempo sono diventati mori. Ho scelto di farli così scuri per rispecchiare il mio cuore spento, vuoto, buio. Il trucco è diventato più pesante: da un semplice lucidalabbra trasparente sono passata ad applicare quotidianamente eye-liner, mascara e rossetto rosso fuoco, per evidenziare meglio le labbra. Ho anche gettato via la metà dei miei vestiti. Questo, in realtà, mi è stato ordinato da Sally poiché troppo "da principessa" per una diciannovenne. Non sono diventata dark, certo, ma ho iniziato a indossare abiti più seducenti, selvaggi. Mi veniva ripetuto ogni giorno dalle mie amiche che avevo avuto in dono tutte le curve al punto giusto, quindi ho pensato:

perché non metterle in mostra?

Non posso negare, però, che alcuni lati del mio carattere e del mio modo di pensare sono rimasti invariati: con i miei amici, infatti, non sono cambiata. Non ho riversato su di loro tutta la mia frustrazione, poiché semplicemente non se lo meritano. Per quanto riguarda le feste, invece, sono ancora un punto dolente. Non mi piaceva andarci prima e non mi piace neanche ora. Ci vado, infatti, solo quando non ho nulla di più importante da fare e, soprattutto, quando sento che sto per deprimermi per Jason.

Non ho smesso di pensare a lui, perché l'amore che provavo nei suoi confronti è ancora troppo forte, ma ho scelto di andare avanti. Ho riservato a lui una minuscola parte del mio cuore e l'ho segregato lì, da solo, così che non possa recarmi alcun tipo di disturbo.

Non lo vedo dal giorno della festa e non ho intenzione di farlo, nonostante io sappia però che lo incontrerò sicuramente. Infatti, oggi mi trasferirò al college "University of Miami", nonché la stessa università di Jason.

Sbuffo a questo pensiero e cerco di far entrare il più possibile in una valigia e in uno scatolone. Schiaccio senza alcuna delicatezza i miei vestiti e mi siedo sopra il trolley, saltandoci sopra.

«E chiuditi!» esclamo, ormai arrivata al limite della pazienza.

Davanti a me c'è Matt, che mi guarda divertito. Sta ridendo come un matto da quando mi sono posizionata sopra la valigia e non ne capisco il perché.

Roteo gli occhi al cielo e, fallendo miseramente nella missione di chiuderla, mi rivolgo a lui: «Un aiutino no, eh?»

Lui, allora, scuote la testa e mi raggiunge. «Alzati, su.»

(Im)possibleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora