9.

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Mezzanotte è ormai passata da un paio d'ore ma noi due non accenniamo a spostarci da questo bagnasciuga, troppo presi dall'osservare il cielo, troppo preso ad osservare te affianco a me.

Ti guardo mentre porti una mano a coprire la bocca mentre sbadigli, per poi lasciarla cadere sul tuo petto. So che è un gesto totalmente casuale, ma mi sembra uno spreco inutile non raggiungerla con la mia per intrecciare le nostre dita, quindi lo faccio continuando ad osservare il tuo profilo finché non volti la testa verso di me per guardarmi.

Ed è travolgente la realizzazione del fatto che ti bacerei il qualsiasi momento, Simone, perché ogni rinuncia è un'occasione persa ed io con te non voglio perdermi niente.

«vorrai vedermi anche a Roma?»

Rido perché per i pensieri che sto facendo quella domanda è decisamente stupida, rido perché il fatto che ti venga anche solo il dubbio mi fa ridere visto senza di te al momento non riesco a vedere niente.

«secondo te?»
«che ne so, te l'ho chiesto per questo» dici stringendoti nelle spalle.

Ti guardo incantato mentre le tue guance si colorano del solito rosso e mi sorreggo con il gomito per poter passare la mano tra i tuoi ricci.

«la conosci Alda Merini?»
«secondo te con un padre filosofo non conosco Alda Merini?» rido.
«giusto» faccio una pausa lasciando scorrere la mano dai tuoi capelli al tuo viso. «ha scritto una poesia a cui non smetto de pensá da un po' de giorni»

La tua fronte si aggrotta e mi affretto a raggiungerla con l'indice per tracciarne le rughe, i tuoi occhi sono fissi sul mio volto e mosso da puro egoismo ti chiederei di guardare sempre e solo me, perché è l'unico modo per farmi sentire di contare qualcosa.

«me la dici?» chiedi, porto l'indice sulle tue labbra e annuisco leggermente sentendo la presa della tua mano farsi più ferrea nella mia.

«Accarezzami, amore
ma come il sole
che tocca la dolce fronte della luna.»

Sussurro, vedo i tuoi occhi farsi più grandi e mi abbasso per lasciarti un bacio sullo zigomo.

«Non venirmi a molestare anche tu
con quelle sciocche ricerche
sulle tracce del divino

Questa volta sei tu ad alzare la mano libera per portarla sul mio collo ed improvvisamente mi sembra di essere a casa.

«Dio arriverà all'alba
se io sarò tra le tue braccia.» termino.

Respiriamo talmente piano che l'unico rumore udibile è quello delle onde del mare, ma sotto le nostre mani riesco a sentire distintamente il tuo cuore battere in modo frenetico. Ti guardo dischiudere le labbra mentre il tuo pollice si sposta sulle mie, le accarezzi leggermente ed i miei occhi si socchiudono perché al momento non mi interessa altro oltre a te e le tue carezze.

«spero che, ovunque si trovi la costellazione del dinosauro, mio fratello riesca a vedere quanto sono felice ora»

E no, non ero per nulla pronto a questa frase e forse è per questo motivo che sento la gola e lo stomaco andare a fuoco, apro gli occhi per guardarti e ancora una volta sono lo specchio dei tuoi, lucidi e luminosi. Non so cosa ho fatto per meritarti nella mia vita, in realtà non so nemmeno se ti merito, Simone.

Mi schiarisco la voce cercando di racimolare abbastanza fiato e di mettere insieme qualcosa di sensato, appena sento di aver formulato un pensiero all'altezza delle tue parole passo una mano tra i tuoi capelli sperando che il profumo mi rimanga sulle dita.

«si dice che dallo spazio noi siamo dei ricordi, noi da qui vediamo stelle morte da anni, quindi solo in futuro potremo chiedergli se l'ha visto»
«e se non l'ha visto?»
«ce dovremo impegná a esse sempre felici, prima o poi lo vedrà, no?»

Il mio cuore si dilata insieme al sorriso sul tuo volto e non riesco più a resistere dal baciarti perché non ho modi migliori per trasmetterti quello che sto sentendo ora. Bacio il tuo sorriso che scema sulla mia bocca per permetterti di ricambiare ed in poco tempo le nostre labbra si muovono a tempo con il mio e con il tuo battito cardiaco.

Ci stacchiamo solo quando i polmoni richiedono aria e dopo qualche istante passato a guardarti, totalmente frastornato, faccio leva sulle braccia per alzarmi in piedi sotto il tuo sguardo confuso.

«annamo a fa il bagno»
«Manuel ma sei scemo? È buio»

Ma io me lo ricordo benissimo quando dissi che per illuminare quel nero sarebbe servito un po' di bianco ed io un bianco più luminoso di te su questa terra non credi di averlo mai visto.

«che ce frega Simò? Dai su»

Mi sfilo la maglia sotto il tuo sguardo sbigottito, ma solo quando passo ai pantaloni tu decidi di assecondare questa follia imitandomi. Ti spogli in modo molto più calmo rispetto a me e mi fa impazzire vederti sistemare la camicia prima di poggiarla sulla sabbia, io che quella camicia te la vorrei strappare di dosso senza alcuna delicatezza.

«corriamo?» chiedo, allungando la mano verso di te.
«corriamo» la afferri.

Ci mettiamo 4 secondi ad arrivare al mare, li ho contati mentre correvamo perché se è vero che quando si è felici il tempo passa in fretta, io voglio sapere precisamente quanto tempo passo con te.

Il primo a buttarsi sei tu ed inevitabilmente mi trascini con te sott'acqua, riesco a sentire il mio cuore rimbombare nelle orecchie e quando riemergo mi aggrappo a te  he sei ancora impegnato a levare l'acqua del viso.

«non sai nuotare?» mi chiedi, portando comunque le mani sui miei fianchi per sorreggermi.
«se te dico che lo so fa me fai scende?» scuoti la testa con un sorriso divertito ed io stringo ancora di più le gambe intorno ai tuoi fianchi.
«so nuotare»

Questa volta sei tu a passare una mano tra i miei ricci bagnati facendo cadere qualche goccia sulle mie spalle ed io mi affretto a lasciare un bacio sul tuo polso prima che il braccio ricada in acqua.

«quindi perché stai aggrappato a me?»
«quindi perché me stai a tenè?»

Sorridiamo entrambi ma nessuno di noi due osa muoversi da quella posizione, guardi verso il cielo ed io faccio altrettanto chiedendomi cosa pensi, anche se forse un po' lo immagino. Abbasso di nuovo lo sguardo su di te e ti lascio un bacio sul mento che ti fa sorridere un po', penso che se serve questo per far si che accada non smetterò mai di baciarti.

«io nemmeno volevo venirci a fare sta vacanza» dici portando di nuovo gli occhi su di me.
«te saresti risparmiato una camicia zozza de vino la prima sera»
«ne è valsa la pena, però» annuisco.
«pe te sicuramente»
«ao»

Protesti facendomi ridere, la verità è che per me non è semplicemente "valsa la pena" la verità è che probabilmente qualsiasi cosa fosse successa tra noi io avrei comunque trovato il modo di arrivare fin qui, anche inconsciamente. Questo però preferisco tenerlo per me, tra le cose realizzate da poco grazie a te.

«non credo ci verrà così tanto difficile» dici.
«cosa?»
«continuare ad essere felici»

Porto le mani intorno al tuo viso per poterti guardare anche circondati dal buio ed è qui che trovo la conferma del fatto che l'unica cosa visibile sono i tuoi occhi che illuminano tutto, o perlomeno illuminano me.

«non ci verrà difficile, no» dico prima di posare le labbra sulle tue.

La tua mano percorre tutta la mia spina dorsale ed io so per certo che la pelle d'oca è dovuta a quello e non al leggero vento che tira, mi stringo ancora di più a te spostando le mani dietro la tua nuca e mi rendo conto di non aver mai provato così tante emozioni contemporaneamente a causa di una persona.

È incredibile come le tue mani mi mettano completamente a mio agio e come, circondati dal buio, io mi senta al sicuro solo perché ci sei tu.

E forse per la prima volta nella mia vita mi abbandono completamente, lascio che sia tu ad avere il totale controllo delle mie azioni ma nonostante questo riesci a non farmi sentire impotente, perché quando sento il tuo cuore che batte mi rendo conto che anche senza impormi riesco comunque a farti stare bene ed anche senza impormi riesco comunque a star bene io.

E non crescono i fiori, è vero, dove cammino io
Ma nemmeno è tutto nero.

Nero sbiadito. | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora