Capitolo 5

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Luan voleva solamente scappare a gambe levate da quella sala ma non poteva farlo, era il principe ereditario. Il fatto però di avere tutti gli sguardi su di lui, chi più e chi meno con intenti assassini nei suoi confronti, non aiutavano minimamente a calmare la sua ansia e soprattutto il suo cuore che si era messo a battere all'impazzata. Aveva una voglia matta di stringere la mano ad Hamis che era al suo fianco ma non poteva farlo. Sperava che almeno la presenza del ragazzo potesse tranquillizzarlo un po' ma la cosa al momento non stava aiutando.

-signori- iniziò Silvan sorridendo a tutti loro mentre Luan voleva solo sprofondare -siamo qui per questioni importanti-

-non ti cederò i miei territori Silvan- a parlare era stato un omone vecchio e grosso che seduto anche malamente sulla sedia lo stava incenerendo con lo sguardo. Luan era sicuro che non aveva ancora ricorso ai suoi poteri perché non voleva scatenare un incidente diplomatico.

-no?- e suo padre non migliorava di certo la situazione con quelle domande strafottenti. Era più che chiaro che il suo intento fosse quello di conquistare i territori di tutti i sovrani li riuniti.

-no, nessuno di noi lo farà- parlò un altro dei re presenti che si era messo a giocare con il calice di vino che aveva davanti -ci devi dichiarare guerra per prenderteli e tutti noi ci uniremo contro di te- Luan sgranò gli occhi a quelle parole sconvolto e osservò tutti i presenti annuire. Si erano accordati prima tra loro era poco ma sicuro. Luan aveva voglia di girarsi verso Hamis per avere un po' di coraggio ma non poteva senza tradirsi e quindi rimase fermo immobile al suo posto.

-mio figlio ha più poteri di voi messi insieme, potreste essere uccisi sul momento-

-padre- cercò di dire Luan, non voleva assolutamente uccidere quegli uomini. Non poteva ucciderli.

-Luan fa quello che ti dico-

-no- disse convito Luan e Hamis ritornò a respirare. Certo il re ordinava a Luan ma era lui quello che doveva eseguire e non aveva nessuna voglia di uccidere gente.

-disubbidisci ai miei ordini?- chiese con tono imperioso Silvan alzandosi per sovrastare la figura del figlio che aveva preso a tremare, forse non era per niente stata un'ottima idea quella di andare contro il padre ma non aveva voglia di far diventare Hamis un assassino.

-si, la guerra non porterà a niente! E hai abbastanza territori da governare- continuò Luan sperando di far ragionare il padre. Dov'era sua madre quando serviva? Lei sarebbe stata molto più persuasiva visto che Silvan le faceva fare e dire quasi tutto quello che voleva. L'aveva al suo fianco come regina, che era quello che aveva sempre voluto, quindi perché non averla anche felice?

La risposta di Silvan alle parole del figlio arrivò ma non a voce. Uno schiaffo fece voltare dal lato sinistro il volto del bel principe che rimase in completo silenzio prima di sputare un po' di sangue a terra. Non l'aveva minimamente avvertito quello schiaffo arrivare e nemmeno Hamis era stato abbastanza veloce da proteggerlo ma lo fu quando suo padre tentò di colpirlo nuovamente con la magia creando una barriera tutto intorno a lui.

A Silvan non piacque nuovamente quell'affronto.

-guardie sbattetelo nelle sue camere e chiudetelo al loro interno senza cibo- urlò e Luan non protestò oltre, aveva impedito che Hamis uccidesse qualcuno ed era già tanto. Hamis quatto quatto uscì anche lui dalla sala del consiglio mentre il caos si animava al suo interno e seguì le guardie che stavano trascinando il suo principe fino alla sua camera e ci si fece rinchiudere dentro.

-che ci fai qui! Non mi porteranno cibo- protestò Luan quando lo notò per poi sputare ancora un po' di sangue.

-non l'ho visto arrivare- si scusò Hamis controllando il volto del castano preoccupato delle sue condizioni.

-nemmeno io, non fartene una colpa. L'importante è che tu non ti sia sporcato le mani inutilmente. Mio padre è un pazzo, l'ho sempre saputo ma oggi ha superato il limite e di molto- sospirò Luan e Hamis annuì prima di infilarsi nel bagno privato del ragazzo e prendere una pezza e bagnarla con un po' d'acqua per poi tornare da lui e tamponargli la guancia che si stava arrossando ancora di più.

-vuoi che usi la magia?- chiese Hamis osservando il volto di Luan.

-no, voglio che mia madre veda cosa mi ha fatto e mi chieda cosa sia successo. Ho bisogno anche di lei adesso- e Hamis annuì a quelle parole anche se era terrorizzato da quello che poteva fare nuovamente Silvan al figlio. Non aveva esitato un secondo prima di colpirlo.

-non mi piace che tu sia rinchiuso qui con me-

-ehi Luan- Hamis gli prese il volto tra le mani -ti sei opposto anche perché non volevi farmi uccidere nessuno quindi rimango qui con te e tu non puoi impedirmelo- Luan a quelle parole si arrese e si lasciò andare nascondendo il volto nell'incavo del collo di Hamis volendo scomparire dal mondo ma sapeva che non poteva farlo.

Hamis lo circondò con le sue braccia. Almeno essere rinchiuso li significava che per molto tempo non sarebbero andati a disturbarli e per questo il moro prese il volto del principe tra le mani delicatamente e lo baciò incurante del sapore del sangue dell'altro che stava sporcando anche la sua bocca. Voleva far dimenticare per il momento quella giornata a Luan. Luan che gli allacciò le braccia intorno al collo sedendosi a cavalcioni su di lui rimanendo rigorosamente con la bocca incollata alla sua. Le mani di Hamis vagarono per tutto il corpo dell'altro e una gli tolse la camicia mentre l'altra andò sul suo sedere per stingerlo e portarselo il più vicino possibile.

-non è giusto che sia sempre io quello che finisce nudo per primo tra noi due- borbottò Luan mentre Hamis ridacchiava facendolo stendere supino e gli toglieva anche gli ultimi indumenti e baciandogli il collo. Avrebbe tanto voluto fargli dei segni evidenti, dei segni per gridare al mondo che Luan era suo, ma non poteva e si limitò e baciarlo con tutta la calma del mondo.


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