Capitolo 28

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Damien guardava preoccupato il cugino mentre lasciavano i cavalli alla stalla reale.

-non capisco ancora perché tu abbia cercato di rapire la principessa ma credimi se provi a dire una parola di troppo ti ammazzo- ringhiò Damien.

-Damien ho solo agito di conseguenza alle loro azioni-

-loro azioni William?- il moro lo stava guardando come se fosse un fantasma -le azioni di un tizio che è morto e con il quale loro si sono sempre discostati quindi perché punire loro?- Damien sospirò -hai sbagliato e loro hanno ragione a chiedere le tue scuse quindi cerca di non peggiorare troppo le cose va bene?- William non gli rispose ma lo guardò malissimo per poi incamminarsi scortato dalle guardie verso l'ingresso del castello, voleva essere ovunque tranne che in quel posto di merda. Le guardi non li accompagnarono solo fino all'ingresso ma anche per tutto il tragitto fino a quando non si ritrovarono davanti alla sala trono dove già tre persone erano presenti, tra le quali c'era anche il re che però non era seduto sul suo trono ma in piedi come anche gli altri due uomini su uno dei quali si andò a concentrare lo sguardo dubbioso di Damien.

-signori- l'attenzione del moro fu riportata immediatamente sul re che aveva parlato -grazie per essere qui-

-ci hai obbligati- sputò fuori William.

-Will cosa avevamo detto?- brontolò Damien ma l'altro lo guardò male per poi rivolgersi nuovamente al re e agli altri due.

-non ho nessuna intenzione di scusarmi per quello che ho fatto, anzi gradirei che tu mi dessi quella stronza di tua figlia così la posso rendere una delle mie concubine-

-WILLIAM!- ringhiò il moro al suo fianco -cazzo fai- mormorò poi guardandolo furente.

-me ne fotto Damien- rispose a sua volta William riponendo lo sguardo sui tre che erano rimasti in completo silenzio -datemi quella puttana e non ci sarà nessuna guerra-

-mia figlia- parlò finalmente il re -non è un oggetto e nemmeno qualcuno che si può insultare tanto facilmente William. E la guerra, l'ho evitata per anni e continuerò ad evitarla perché non puoi pretendere mia figlia dopo averla rapita-

-ci avete fatto un torto! Mio padre è morto per mano di Silvan e dovete pagare-

-abbiamo già pagato a caro prezzo le azioni di Silvan- parlò il castano dai lunghissimi capelli e che dagli occhi azzurri Damien ipotizzò potesse essere il vero figlio di Silvan, il fratellastro del re che era sul trono in quel momento -e non intendiamo iniziare una guerra per una vostra vendetta personale-

-dovete ripagarmi della morte di mio padre!-

-lo abbiamo già fatto!- gli fece notare Zallor -anni fa-

-con la vit...- ma William non finì mai di parlare perché sotto lo sguardo sbigottito dei tre Damien aveva messo fine alla vita del cugino utilizzando il suo potere. Non ne poteva più di sentirlo urlare in quel modo.

-scusatemi- sussurrò Damien osservando per un attimo il corpo del cugino morto per mano sua -non lo sopportavo più-

-voi siete?- chiese invece Zallor che non aveva mai visto quel moro prima.

-Damien, cugino di William. Mio padre e il suo erano fratelli- spiegò -pensavo che venendo con lui sarei riuscito a calmare i suoi bollenti spiriti ma a quanto pare voleva la guerra più di ogni alta cosa-

-adesso?- chiese Luan che aveva paura di qualche ripercussione e Damien sospirò.

-dirò tutta la verità al mio regno. La gente stava insorgendo già di suo e placherò le acque, la fortuna è che non ha eredi quindi posso prendere io il controllo senza troppo sforzo. Mi dispiace per quello che è successo con la principessa e vi giuro che non ci sarà nessuna guerra- concluse Damien convintissimo delle sue parole e sperando di essere creduto dagli altri tre li presenti.

-è comunque l'omicidio di un re, nel nostro territorio- gli fece notare Zallor.

-lo so e mi dispiace per questo ma come vi ho detto me ne assumerò completamente la colpa e vi prometto ancora una volta che dal nostro regno non avrete mai più minacce di guerra fino a quando sarò vivo-

-grazie Damien- concluse quella conversazione Zallor sperando di potersi davvero fidare dell'altro uomo.

Hamis si concesse di estraniarsi momentaneamente da quella discussione uscendo quatto dalla sala del trono e raggiungendo il giardino del castello. Era rimasto in quella sala solo e soltanto per proteggere Luan in caso di bisogno. Certo sapeva che il suo principe aveva imparato a difendersi da solo ma non voleva assolutamente che succedesse qualcosa di terribile lontano dai suoi occhi. In quel momento non doveva più preoccuparsi e per questo se ne era andato. Infondo lui di politica aveva sempre capito poco e niente.

-eccoti qui- Hamis sorrise e si voltò verso Luan che a quanto pareva lo aveva seguito.

-non dovresti sistemare le cose con Zallor e Damien?-

-se la possono vedere tranquillamente da soli ma tu sparisci davanti al mio naso mi preoccupo- sussurrò Luan baciandolo sulle labbra -ho avuto paura per un momento di finire veramente in guerra-

-ti avrei, anzi vi avrei protetti per bene in quel caso-

-Ed ancora non ci vuole dire chi è-

-ma ci ha detto che si sono chiariti e che gli ha parlato. Accettalo per il momento okay?- anche Hamis voleva conoscere il nome, e soprattutto il volto, del ragazzo che aveva messo incinta suo figlio ma avrebbe aspettato fino a quando Edward non fosse stato pronto a dirlo a tutti loro, e poi ovviamente avrebbe preso lo stronzo a pugni.

-comunque Damien ti ha fissato in un modo strano- borbottò Luan e Hamis alzò un sopracciglio.

-in che senso?-

-non lo so, ti stava osservando comunque e non poco-

-ehi guarda che io ho occhi solo per te non ti devi assolutamente preoccupare per queste cose va bene?- Luan annuì a quelle parole per poi osservare il giardino nel quale si trovavano con un sorriso in volto.

-mi vuoi sposare?-

-dovevo fartela io questa domanda Luan, non è giusto- Hamis mise su la sua faccia offesa ma poi prese il volto del castano tra le mani per poterlo baciare -mille volte si-


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