Luan sorrise mentre veniva sbattuto contro il muro dalla figura possente di Hamis e baciò le labbra del ragazzo che aveva difronte mentre quest'ultimo lo schiacciava ancora di più tra il muro e il suo corpo mentre le sue mani gli stavano già sbottonando la camicia che aveva indossato. Hamis ghignò quando finalmente riuscì a sbottonare quella maledetta camicia e tornò a torturare le labbra del castano togliendogli la camicia.
-signorino!- i due si staccarono di colpo ponendo i loro sguardi sulla figura anziana di Albert che li stava guardando esasperato -la porta- fece notare ai due e Luan sorrise nascondendosi dietro il corpo di Hamis mentre Albert andava a richiudere la porta -vostro padre ha richiesto la vostra presenza-
-per cosa?- chiese Luan confuso mentre si rimetteva la camicia addosso, era anche deluso perché lui e Hamin erano stati interrotti anche se non se la stava prendendo con Albert che stava facendo solo il suo lavoro.
-non lo so, ma Hamis è meglio che tu lo accompagni- rispose l'uomo guardando il moro che annuì passandosi una mano tra i capelli. Non gli andava tanto di accompagnare Luan per sorbirsi discorsi assurdi del re Silvan ma aveva un accordo con il castano e non poteva venirne meno infondo prima di essere il suo amante era anche il suo servitore personale.
-credi che devo fare un'altra dimostrazione magica? Ma se questa mattina ha controllato il mio allenamento!- protestò Luan che era andato difronte lo specchio per sistemarsi i capelli che erano stati completamente messi in disordine da Hamis.
-non lo so ma meglio prevenire no signorino?- chiese Albert e Luan sospirò. Odiava quella situazione, forse più di chiunque altro. Nel loro regno la magia era fondamentale e tutti la possedevano in quantità differenti. La magia si assorbiva nel grembo materno e più si era tra gli ultimi figli più si rischiava di averne poca o proprio per niente per questo molta gente si fermava al terzo figlio. Erano rari i casi nei quali dei bambini nascevano senza poteri e succedeva, in quei pochi casi, dal quinto figlio in poi. Luan era l'eccezione. Era il principe del regno ed era completamente senza poteri.
Aveva passato i primi anni della sua vita a distruggersi perché non riusciva a compiere gli esercizi basilare che gli richiedeva il padre facendolo anche spazientire e si era sentito più odiato dal padre. Poi a dieci anni Albert, che era il loro maggiordomo, aveva capito l'amara verità: Luan non aveva i poteri ed era stato anche lui a spiegarlo al bambino che ne era rimasto spiazzato. Si era chiesto, e aveva chiesto a voce alta, perché era successa una cosa del genere visto che era il primogenito. Albert aveva sospirato e Luan nonostante fosse piccolo aveva capito che stava per scoprire qualcosa che avrebbe cambiato la sua vita.
No, non era il primo. Non per sua madre almeno. La regina Alexis prima di diventare la moglie di Silvan aveva avuto un'altra famiglia e un altro figlio che ormai era morto, prima ancora che Luan nascesse. E Luan aveva amaramente compreso che il fratello, o fratellastro per meglio dire, aveva in se tutti i poteri e a lui non era rimasto assolutamente niente. E da quello aveva anche finalmente capito perché la madre non gli avesse mai dato un briciolo di amore: lo odiava perché non era il figlio che voleva ancora vivo.
Hamis era stata la luce nell'oscurità. Un bambino all'epoca di poco più grande di lui che aveva mostrato poteri straordinari e grandissimi, quasi al pari di quelli di un nobile. Albert lo sapeva e aveva mantenuto il segreto ma la cosa stava iniziando a sfuggire di mano ad Hamis e molto presto avrebbero imposto al moro delle manette per limitare il suo potere. Luan aveva visto la sua via di uscita. Aveva proposto a quel bambino di diventare i suoi poteri, ne avrebbero guadagnato entrambi: Hamis avrebbe imparato a controllare i suoi poteri mentre Luan non sarebbe stato visto come un fallimento dal padre. Le prime prove che avevano fatto erano state tremende da dopo un po' di pratica erano riusciti a mettere in scena davanti al re e alla regina uno spettacolo convincente. Era stata la prima volta che Luan aveva visto un sorriso genuino sulle labbra del padre ed era rivolto a lui.
Col tempo e il passare degli anni Hamis era diventato bravissimo tanto che riusciva a fare magie anche senza muovere le mani diversamente dalla maggior parte delle persone e questo li aveva aiutati ancora di più a mantenere quel segreto che conoscevano solo in quattro.
-uno giorno di questi mi lasceranno fuori dalla sala me lo sento- disse Hamis che con un po' di magia aveva sistemato per bene i capelli del suo principe da dietro visto che glieli aveva tirati per bene prima mentre lo baciava.
-non possono, sei il mio servitore personale- gli sorrise Luan voltandosi a guardarlo.
-fino alla vostra incoronazione-
-si lo so- rise Luan -ma comunque non devi temere niente, dove vado io ci devi essere sempre tu- continuò il castano avvicinandosi al suo amante e lasciandogli un dolce bacio sulle labbra. Lo amava da morire, non sapeva davvero come avrebbe fatto senza di lui.
-io sono ancora convinto che almeno a vostra madre dovreste dirlo- borbottò Albert.
-mio odia- fu la risposta di Luan -e quando provo ad avvicinarmi a lei mi scansa come se fossi appestato. Non ho nessuna intenzione di dirle niente, lo saprà quando prenderò quella fottuta corona come tutto il resto del popolo- aveva preso quella decisione quando aveva quindici anni. Per lui era un peso terribile mentire in quel modo al suo popolo ma sapeva che se l'avesse rivelato al padre non sarebbe finita per niente bene quindi aveva deciso di continuare a mentire fino alla morte del re Silvan e una volta con la corona sul capo avrebbe rivelato tutto. Era certo di essere pronto ad affrontare qualunque conseguenza.
-il vostro rapporto potrebbe cambiare in meglio-
-no, non cambierà mai. Sono il figlio che non ha mai voluto. Andiamo-

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Tutto e Niente
FantastikIn un mondo dove la magia fa parte della vita di tutti i giorni. Luan, principe del suo regno, è senza poteri e deve nasconderlo a tutti con l'aiuto del suo migliore amico Hamis, che è anche più del suo migliore amico.