Capitolo 4

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-tutto bene?- le chiese Albert mentre attraverso uno dei tanti passaggi segreti di quel castello le faceva luce per riaccompagnarla nella sua camera. Dopo che era nato Luan, appurando che fosse un erede maschio, Alexis aveva preteso dal marito di dormire in una camera solo sua e ci era riuscita ad ottenerla. Senza quella camera non sarebbe mai potuta andare a trovare il figlio con quella frequenza.

-si, grazie Albert del tuo aiuto- sorrise Alexis, ogni volta che vedeva Zallor si sentiva meglio.

-mia signora- iniziò Albert -perché non provate a parlare anche con Luan?- era da anni che Albert cercava di avvicinare Alexis e Luan ma non aveva mai ottenuto risultati. Alexis non ne voleva sapere niente del suo secondo figlio e Luan...Luan era terrorizzato dall'odio della madre nei suoi confronti e si sentiva sporco. Il ragazzo non lo aveva detto con quelle parole ma Albert aveva capito appieno quello che passava per la testolina del suo principe: "non sarebbe mai stato quello perfetto".

-perché dovrei? È il figlio del mostro-

-ma anche vostro figlio-

-io ho solo un figlio Albert- continuò convinta Alexis -lui non sarà mai mio-

-lo state distruggendo- si lasciò sfuggire Albert. Non ne poteva più di vedere quello sguardo negli occhi di Luan.

-è solo una facciata quella che mostra, è identico al padre e io non voglio avere niente a che fare con loro- concluse quell'argomento Alexis e Albert decise di non insistere oltre per quella serata ma si era ripromesso che fino alla fine avrebbe fatto conciliare quei due.

-siamo arrivati mia signora, buona serata- concluse Albert salutando quella ragazza con un leggero inchino del capo prima di fare il percorso a ritroso e arrivare nelle cucine dove ormai non c'era più nessuno a parte per due figure che stavano chiacchierando tranquillamente. -che ci fai qui?- chiese al moro attirando l'attenzione dei due su di se.

-sei di nuovo uscito?- gli chiese invece Sophie continuando a lavorare all'impasto che stava preparando per la colazione del giorno dopo -un giorno di questi mi devi dire dove vai tutti questi giorni-

-dove dovrei essere?- chiese invece Hamis mettendosi a giocare con una mela prima di addentarla.

-da chi sappiamo noi-

-mica sto con lui tutte le sere- brontolò Hamis. Aveva bisogno anche di stare con loro ogni tanto, una volta che Luan sarebbe diventato re lui sarebbe tornato alla sua vita di un tempo e non voleva di certo abituarsi al lusso della camera del principino dormendoci tutte le sere dopo aver scopato. In realtà Luan nemmeno si era accorto che era sgusciato fuori dal suo letto dopo il sesso. Il castano si era addormentato quasi subito stanco morto e Hamis era scappato da quella camera.

-li hai beccati di nuovo?- chiese curiosa Sophie ad Alberto che annuì -dove?-

-la volete smettere voi due?- ringhiò Hamis addentando nuovamente con furia la sua mela -non siamo un argomento su cui spettegolare-

-oh andiamo tesoro ti ho visto crescere, anzi vi ho visti crescere insieme è normale che voglia resoconti sulla vostra vita sentimentale-

-e sono cose che vorrei rimanessero fra me e lui- borbottò Hamis. Sophie si era presa cura di lui da quando era arrivato al castello all'età di otto anni. Aveva ricordi vaghi della sua vita prima di arrivare al castello ma la cosa che era certa era che i suoi genitori non l'avevano voluto con loro. Sophie aveva fatto le veci di una mamma premurosa così come Albert era diventato per lui un riferimento paterno. Non li avrebbe mai ringraziati abbastanza per quello che avevano fatto ma ciò non li autorizzava ad entrare nella sua vita privata con Luan.

-devi solo ringraziare che vi trovi sempre io avvinghiati- ridacchiò Albert -lo sai che non può permettersi sgarri, tu più di tutti-

-e io sarei uno sgarro?-

-hai capito perfettamente quello che intende Albert tesoro- gli disse Sophie -state attenti, è l'unica cosa che vi stiamo chiedendo-

-è difficile stare attenti quando lui è al mio fianco- sussurrò Hamis arrendendosi. No, era quasi impossibile stare attenti quando aveva Luan a pochi centimetri da lui, quando le loro mani si sfioravano. Dimenticava tutto e tutti e a volte anche che il suo bel Luan era un principe.

-ci costringerete a controllarvi come dei bambini piccoli- ridacchiò Albert -ma sono felice che siete così legati-

-siamo legati perché lui mi sfrutta-

-Hamis- dissero in coro Sophie e Albert in tono da rimprovero.

-è la verità-

-avete fatto un accordo insieme e poi da quell'accordo è nato altro ma non lo chiamerei per niente sfruttamento- gli spiegò Albert. Hamis non ne era tanto convinto ma non aggiunse altro, non voleva essere nuovamente ripreso dai due per le sue parole.

-tesoro sei libero più di tutti noi qui dentro- continuò Sophie.

-sono costretto a stare qui-

-ma non hai queste- la donna mostrò i suoi polsi al ragazzo dove erano presenti i bracciali anti-magia che non potevano essere tolti se non utilizzando la magia.

-potrei toglierveli-

-se ne accorgerebbero tutti e poi non ne abbiamo tanta da usare. Tu invece sei un pozzo di magia ed è meglio che resti libera- Hamis annuì a quelle parole. Certo aveva la sua magia diversamente da tutti gli altri servitori ma era come se non ci fosse visto che la poteva usare solo e soltanto quando era chiesto a Luan di usarla e nessun altro oltre a Luan, Albert e Sophie doveva venire a conoscenza dei suoi poteri. Era libero secondo loro ma lui si sentiva circondato da catene e la cosa non aiutava a fargli bene all'animo. Doveva avere la vera libertà e il più velocemente possibile ma sapeva che sarebbero passati anni prima che Silvan potesse anche solo essere minacciato dalla morte e Luan non sarebbe mai uscito allo scoperto prima.

Era completamente vincolato a Luan e la cosa iniziava davvero a stargli stretta.

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