Capitolo 2: Il Cacciatore

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CAPITOLO 2

Grimilde abbassò lo sguardo sui fogli sparsi sulla scrivania in legno massiccio. Il consigliere di corte, Edgar, le aveva presentato tutto il materiale che aveva richiesto sulla questione della provincia di Terran.

"Non vedo nulla di irregolare... Edgar?"

"Sì, sua maestà?"

"Quali sono i tuoi pensieri riguardo la questione?"

"Non darei troppa importanza all'accaduto, ma manterrei lo sguardo sul marchesato. Se ciò che ha detto il messaggero è vero, prima o poi faranno un passo falso. Al momento ci sono questioni più urgenti nel regno a cui rivolgere la vostra attenzione."

Grimilde si strofinò le tempie, cominciando ad ordinare le carte che aveva controllato più volte e decise di dar retta ad Edgar. Il consigliere si era occupato di seguire il reggente anche negli ultimi anni e questo per il momento bastava alla regina per dargli fiducia. Il suo defunto marito, per quanto fosse taciturno e distante, era un grande intenditore di persone. Questo, però, non voleva dire che riuscisse a prevedere ogni loro singola azione. La regina Grimilde a questo proposito, aveva appreso di non fidarsi ciecamente di nessuno in terra straniera. L'unica persona con cui riusciva a farlo era proprio la principessa Biancaneve.

"Grazie Edgar... puoi tornare alle tue mansioni abituali. Per oggi può bastare. Devo ancora occuparmi delle richieste sulle tasse."

"Certo, sua maestà. Se ha bisogno di altro, non esiti a chiamarmi."

Grimilde continuò le sue mansioni da regina finché non giunse sera e, stanca di lavorare ed occuparsi solo di affari del regno, decise di cercare Bianca. Raggiunse l'ala del castello in cui si trovava la principessa e scoprì che non era in camera sua. Vide una delle sue ancelle e le domandò dove si trovasse, ma la ragazza in questione, visibilmente agitata, le disse che poteva trovarsi in biblioteca, anche se non ne era sicura. La regina continuò a cercare Biancaneve, ma fu inutile, non era presente nemmeno dove aveva indicato la sua ancella. Grimilde ebbe un brutto presentimento e camminò velocemente verso le sue camere, poi appena entrò ignorando tutto e tutti, tolse il velo che copriva il suo specchio e domandò ad alta voce: "Specchio, dove si trova Biancaneve?"

"Nel regno di Arran..." Grimilde strinse i denti frustrata dallo specchio, ma continuò a tentare: "Dimmi, specchio, Biancaneve si trova in città?"

"No."

"Se non in città... si trova nel bosco?"

"." sibilò.

Grimilde sapeva che non avrebbe ottenuto altro dallo specchio e quindi fece un'ultima domanda prima di ordinare alle guardie di andare a cercare la principessa. "Biancaneve... è viva?" la sua voce si spezzò.

"Sì..." A quella risposta Grimilde cominciò a respirare normalmente, ma il suo cuore non smise di battere rapidamente. Nelle ore successive si occupò di dare avvio alle ricerche e domandò all'ancella della principessa che cosa fosse successo, interrogandola sull'accaduto, poi dopo aver perso la pazienza con la ragazza (che diceva di non sapere nulla), se ne andò dal castello, ignorando persino il suo consigliere che le chiedeva di rimanere.

"Sua maestà, può fidarsi delle guardie, troveranno la principessa. Perchè non va a riposare nel frattempo?"

"Come puoi proporre una cosa simile, sapendo che la principessa è nel bosco sola e vulnerabile!" Persino il consigliere non aveva mai visto la regina così fuori controllo. Edgar rimase silenzioso per il resto del tempo in cui osservò la regina prepararsi per uscire dal castello. Grimilde indossò solo in parte la sua armatura nera, decidendo di non avere altro tempo da perdere, poi cavalcando il suo destriero, seguita da un paio di guardie, abbandonò il palazzo rapidamente. Edgar mordicchiò l'unghia del suo pollice con una smorfia sul volto, ingobbendo le spalle. Non era così che dovevano andare le cose, pensò, poi tornò dentro le mura del castello, scappando nel suo studio, per continuare a rimuginare sul suo piano e i suoi obiettivi. Si abbandonò su una sedia, prendendo un grosso libro e controllando le istruzioni che aveva letto e riletto senza sosta negli anni: praticare arti magiche oscure era illegale e blasfemo, quindi trovare dei manuali era quasi impossibile. Bisognava avere le giuste conoscenze e avere influenza per far muovere le cose senza dare troppo nell'occhio... Prima o poi avrebbe messo in gioco le sue capacità. Era stanco di rimanere nell'ombra.

***

Biancaneve era riuscita a raggiungere la città con l'aiuto di una delle sue ancelle e aveva avuto il piacere di rilassarsi in mezzo al popolo, vagando tra le bancarelle, proprio come un tempo, prima che accadesse la morte di suo padre. La ragazza non volle rattristarsi, così si costrinse a pensare ad altro, a divertirsi con la sua ancella Mariella.

Purtroppo la giornata non sarebbe terminata col ritorno al castello e la spensieratezza. Una persona le stava seguendo dall'inizio dell'entrata nel mercato, nascondendosi tra la folla, fingendo di essere un cittadino comune, per poi infilarsi in un vicolo e sparire dalla vista delle due donne. La principessa si era spaventata, cogliendo la presenza della figura misteriosa: sentiva, dentro di sé, che sarebbe successo qualcosa di orribile e la persona col cappuccio nero aveva provocato in lei una paura viscerale. Aveva visto qualcosa di maligno, magico e malvagio in quella sagoma nera ammantata di una lunga tunica. La principessa era diventata certa della verità dietro il suo presentimento, quando Mariella era scomparsa nel nulla, senza lasciare traccia che Biancaneve potesse seguire per trovarla. La cercò instancabilmente, finché la rivide vicino ad un vicolo lasciato in ombra da un alto edificio. La principessa sorrise rassicurata e salutò da lontano Mariella, ma lei si voltò e proseguì la sua strada senza proferire parola. Biancaneve aveva notato qualcosa di strano in lei, non aveva visto bene il suo volto, nascosto da un velo che aveva portato sul capo, ma non poteva fermarsi, avrebbe dovuto seguirla per aiutarla. Si ritrovò a vagare ancora per piccole strade, lontane dalla folla e presto giunse in uno spazio isolato e racchiuso da muri.

"Mariella?" La chiamò prima a bassa voce, poi con più forza. La ragazza in questione rimase rivolta al muro, dando le spalle alla principessa. Biancaneve cominciò a sentire freddo, le sue mani tremarono e così fecero anche le sue labbra. Quando Mariella mosse il corpo per voltarsi, Biancaneve non fece nemmeno in tempo a guardarla in faccia, che scomparve avvolta da un fumo nero e al suo posto si presentò un grosso corvo nero che gracchiò, volando verso la principessa. Biancaneve alzò le braccia spaventata ed urlò, ma non sentì nulla, solo vertigini, prima di cascare a terra in mezzo ad un prato verde. Davanti a lei si estendeva un bosco oscuro e tenebroso. Dove era finita?

La ragazza agitata e con le lacrime agli occhi si alzò e cominciò a camminare vagando per la boscaglia, saltando per lo spavento ogni volta che udiva un ululato o qualche altro verso di bestie che si nascondevano tra la vegetazione. Perché le stava capitando tutto quello? Presto si rese conto che oltre ai versi animaleschi, era presente qualcos'altro che la incalzava ad allontanarsi dalla zona, a correre per la sua salvezza. Dei passi pesanti, poi un trotto e, in men che non si dica, le apparve davanti agli occhi un cavaliere sul suo cavallo. Bastò uno sguardo per capire che si trattava di qualcosa di demoniaco. Biancaneve urlò e cominciò a correre con tutta la forza che aveva in corpo. Il demone che la inseguiva era avvolto da un fumo nero, i suoi occhi brillavano assetati di sangue e il suo destriero aveva un aspetto orribile, con ossa protundenti, denti aguzzi e occhi bianchi. La fanciulla tentò di sfuggire al suo destino, continuando la sua fuga nonostante i piedi le dolessero e le braccia sanguinassero a causa degli arbusti lungo il cammino che avevano tentato di strappare la sua pelle. Sentiva il trotto del cavallo portatore di morte, il gracchiare di scherno dei corvi e presto perse il controllo. Non vide una grossa radice lungo il percorso e inciampò, cadendo lungo il fianco di una collina per poi fermarsi alla fine della discesa, priva di sensi.

Il cavaliere oscuro fermò il suo destriero osservando dall'alto la giovane sporca di sangue e dal battito debole, come quello delle ali di una farfalla, poi si voltò e non fece ritorno.

_________

Mi odierete, vi lascio sempre col fiato sospeso... ma mi farò perdonare molto presto! 

Saturnine Morose

Biancaneve e GrimildeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora