Una lettera. Una sfida.

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Il consigliere fu diretto: sapeva che era quello che avrebbe voluto la regina. Grimilde, infatti, interruppe la sua lettura, posando lo stilo, e portò gli occhi verso il consigliere. Appena il consigliere consegnò la lettera, la bionda la aprì, facendo scorrere gli occhi tra le righe per capire il contenuto; quando terminò, abbassò il foglio sulla scrivania e premette le dita contro le tempie, avvertendo l'inizio di un mal di testa.

"Tutto bene, Vostra Maestà?"

"Sì... nulla di grave. Almeno per ora." La regina decise di mostrare la lettera anche a Federik, piuttosto che spiegarla lei stessa. Mentre il suo fidato consigliere era intento nella lettura, Grimilde raggiunse la sua libreria personale, all'interno dell'ufficio, per cercare dei libri. Quando tornò alla sua scrivania, aveva con sé una cartina geografica e un grosso raccoglitore.

"Non è ancora ufficiale, potrebbe trattarsi di una voce." Commentò Federik, posando la missiva sulla superficie lignea. La regina stese la mappa e indicò il territorio del duca: "E' sul confine, qui si trova il regno di Umgard ed è in rapporti amichevoli con i territori vicini. L'Impero non è lontano, potrebbe desiderare nuovi territori anche in questo lato di continente. Conosciamo la sua politica aggressiva e un anno di silenzio da parte dell'Impero, non conferma la fine dell'espansione."

"Si tratta di un evento importante e saranno presenti molte figure eminenti del continente..."

"Rifiutare non è un'opzione."

Qualcuno bussò alla porta interrompendo quell'importante discussione, ma la regina lanciò un'occhiata a Federik e il giovane comprese subito: ne avrebbero parlato meglio più tardi.

"Avanti."

Alla porta si presentò Astrael che appena vide l'altro consigliere da solo con la regina, non resistette e lo prese in giro: "Che cosa state facendo senza di me? Si tratta per caso di un incontro segreto? Alle spalle mie e persino della principessa..."

La nordica strinse le labbra in una smorfia e Federik si affrettò ad abbandonare la stanza. Non aveva mai visto la reggente così irritata e non desiderava assistere alla conversazione che avrebbe avuto col consigliere. Astrael non smise di sorridere nemmeno per un secondo: guardò il ragazzo andarsene e poi raggiunse il divanetto destinato agli ospiti; dopo essersi seduto e messo comodo, si rivolse alla regina con serietà mai vista prima: "Non sarai arrabbiata per quello che ho rivelato alla principessa."

Per un momento anche Grimilde rimase scossa dalle parole e dall'espressione di Astrael, confusa dalla stranezza del suo comportamento. Si riprese velocemente e prese a sedere dietro alla sua scrivania: "No, ma non apprezzo i tuoi continui tentativi di intrometterti nel nostro rapporto."

"Sono certo che una spinta ci voglia ogni tanto. Non ha forse portato benefici?"

"Di che cosa stai parlando?"

"Tesoro, sono un demone della lussuria. Non mi inganni." Grimilde arrossì vistosamente e Astrael tornò a sorridere come prima, stendendo le braccia lungo lo schienale del divano in una posa rilassata. "Per quanto mi piacerebbe parlare con te di questo... ho una notizia."

"Oggi è una giornata piene di sorprese." Sbuffò la bionda. Astrael non commentò e si fece nuovamente serio: "Sta cambiando. Non ne sono certo, ma dopo Morfeus ho iniziato a percepire dei movimenti."

"Ricordami perché non ti piacerebbe portare il caos nel mondo?" Il tono tagliente della reggente e la sua mancanza di fiducia sembrarono irritare il demone che si alzò rapidamente e la raggiunse alla scrivania, con movenze eleganti e fluide.

"Grimilde. Ti ricordo che noi demoni della lussuria non desideriamo l'estinzione umana per un semplice motivo... nulla è più piacevole e delizioso del vizio umano, della sua brama, dell'istintuale necessità di scegliere i bisogni della carne. Se il mondo venisse distrutto, non ci sarebbe più divertimento per noi, solo caos a cui adeguarci, solo lotte per il potere tra bestie demoniache senza cervello."

Biancaneve e GrimildeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora