Sorprese

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"Vorrei che venisse soddisfatta una mia richiesta, Henry."

"Tutto per sua maestà la regina!" L'uomo ascoltò attentamente le parole della donna, poi tornò a sorridere quando conclusero la loro conversazione. Il gruppo si separò e mentre la regina e la principessa tornavano verso la loro carrozza, Henry si dedicava ai suoi affari, tra cui occuparsi di far recapitare al castello gli acquisti della giornata. Lui e la regina si erano conosciuti anni prima, in un'occasione alquanto particolare, e da quel momento in poi era diventato il mercante di fiducia di Grimilde. Il loro rapporto era fondato su mutua lealtà e sincerità, inoltre Henry ci teneva particolarmente alla amicizia con la donna proveniente dal nord; avevano molte cose in comune, aspetti del loro passato e del loro presente. Entrambi nascondevano dei segreti che non volevano rivelare, avevano persone da proteggere e luoghi da cui fuggire, ma soprattutto provenivano entrambi dalla zona settentrionale del continente.

"Sir Henry, come si sente ad essere il commerciante personale della regina?" Uno dei dipendenti dell'uomo barbuto si era fatto avanti dopo che la gente importante aveva abbandonato l'area portuale, seguito da altri giovani curiosi come lui. Henry sorrise al suo gruppo di lavoratori e portò le mani alla sua cintura in cuoio attorno ai fianchi: "Onorato, ma ciò che mi rende ancora più soddisfatto è concludere un buon affare rendendo il cliente felice. Sapete benissimo con quale motto portiamo avanti questa compagnia. Nessuno è diverso, né per status, né per origini territoriali!"

Ed era proprio vero, Henry non si faceva fermare dai confini culturali o dalla differenza tra un titolo nobiliare e un nome comune. Probabilmente era proprio questo che aveva condotto sulla sua strada una donna come Grimilde, aperta alle novità e tollerante, quanto esigente nei confronti del suo Paese e dei cittadini che lo abitavano, perché per lei non sarebbero mai stati sudditi, solo l'idea di vedere la popolazione come serva della corona era a dir poco folle per lei. E questo Henry lo supportava completamente.

"Avanti, abbiamo molto lavoro da fare. La regina ha chiesto che i cavalli vengano fatti recapitare entro oggi!" Il capo riportò tutto in ordine e così continuò i suoi affari.

***

"Allora, com'è andata?"

"Bene."

"Solamente bene? Non ha altro da dire, principessa?"

"Che cosa dovrei raccontarvi? Conoscete la zona portuale della capitale, è meravigliosa."

"Rachel..."

"Mariella non negare di essere curiosa anche tu!"

"Curiose su cosa?"

Le tre ragazze stavano bisticciando da un quarto d'ora ormai: Biancaneve era troppo testarda e non avrebbe rivelato informazioni solo per il gusto di non soddisfare le richeste di Rachel, mentre quest'ultima insisteva anche se avrebbe dovuto tacere, a dire di Mariella. "Non dovresti perseguitare la principessa in questo modo!"

"Perseguitare? Ma tu sei folle!"

"Rachel!"

"Ragazze?" Le due ancelle si fermarono per voltarsi verso la principessa che era seduta sul suo letto con un libro fra le mani: "Vorrei poter leggere nella quiete, se possibile."

"Certamente..." Rachel e Mariella si guardarono imbarazzate, facendosi fin da subito silenziose. Quando Biancaneve le sgridava, anche se con gentilezza, non potevano evitare di vergognarsi del loro comportamento.

"E Rachel?"

"Sì?"

"Non capisco come mai tu sia così interessata alle mie uscite con la regina... qualcosa ti turba al riguardo?" Biancaneve lo chiese mantenendo lo sguardo sulle pagine del suo libro, ma quando Rachel non rispose, lo alzò per capire che cosa stesse succedendo. Si ritrovò davanti la scena di Mariella che aveva tappato la bocca alla amica e guardava la principessa con volto paonazzo per l'imbarazzo. "Che cosa state facendo?" Biancaneve a quel punto chiuse il libro e lo ripose con uno sbuffo: "Posso sapere come mai siete così agitate quest'oggi?"

Biancaneve e GrimildeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora