Cap. (28) Cena

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Harry e Lucius furono i primi ad alzarsi, il mago giovane più seduto in grembo al suo compagno. Era una bella giornata; un po' freddo e ancora nevicava, ma il sole era fuori e faceva splendere la neve.

"Dovremmo andare a correre." Disse Harry.

Lucius inarcò un sopracciglio. "Si gela."

"Andrà tutto bene nelle nostre forme Animagus." Disse Harry.

"Oh." Disse Lucius e annuì. "Ottimo. Dovremmo andare adesso?"

"Sì, possiamo entrare più tardi e avere qualcosa di caldo."

Lucius ridacchiò e si alzò, facendo scivolare Harry dal grembo e in piedi. "Vuoi solo cioccolata calda."

Harry sbatte le ciglia, formando un broncio. "No."

"Sì." Lo stuzzicò Lucio. "Tu e quella cioccolata calda."

"Beh, Dobby lo rende delizioso." Fece il broncio Harry. "Dai, andiamo." Condusse fuori Lucius e si fermarono sulla veranda sul retro. Si tolsero le vestaglie, Lucius le fece entrare.

Harry cambiò per primo, concentrandosi sulla sua forma. All'improvviso divenne un grosso lupo nero, il naso che si contraeva per i nuovi odori che soffiavano verso di lui. Camminava avanti e indietro, Lucius che lo guardava con un sorriso orgoglioso.

Harry si lamentò e Lucius alzò gli occhi al cielo prima che anche lui cambiasse. Torreggiava su Harry, più grande sia in altezza che in peso, e Harry scese immediatamente più in basso; coda tra le gambe e le orecchie spostate all'indietro, Harry piagnucolò a bassa voce e si avvicinò al suo compagno con cautela.

Lucius era completamente immobile, il pelo candido che brillava nella luce del mattino. La sua coda era eretta, le orecchie alte, e tenerva i suoi occhi grigi e nevischio sul lupo più giovane.

Harry scese ancora più in basso finché non fu su un fianco, lo stomaco esposto, completamente sottomesso.

Lucius ringhiò la sua approvazione e mordicò le orecchie di Harry, il suo muso, Harry gli fece un sorriso da lupo. Guaiò e rimbalzò in piedi, saltando intorno a Lucius e miagolando in fondo alla sua gola. Harry balzò giù per i gradini e attraverso la neve, Lucius che lo inseguiva.

~•~•~•~•

Sirius sbadigliò mentre lui e Remus camminavano per la casa, cercando di ricordare dove fosse la sala da pranzo. Teddy stava ancora dormendo e Remus aveva chiesto a Dobby di guardarlo, il piccolo elfo prometteva di avvisarli se il bambino si fosse svegliato.

"Dove diavolo siamo?" Chiese Sirius mentre uscivano in un corridoio sconosciuto.

"Non ne ho idea." Ammise Remus, le mani infilate nelle tasche.

"Persi?" Entrambi si girarono per vedere Severus, l'uomo vestito come al solito con abiti neri. Alzò un sopracciglio e Sirius sorrise.

"Severus, mio ​​vecchio amico."

"Amico?" Chiese Severo.

Sirio mi dispiace. ''Certo che lo sei; siamo amici ora, giusto? Per Harry, perché ci teniamo a lui." Severus rimase in silenzio. "E dato che siamo amici." Continuò Sirius. "Puoi condurci in sala da pranzo e non dire a Harry che ci siamo persi."

Remus ridacchiò mentre Sirius cercava di usare tutto il suo fascino per convincere Severus ad aiutarli. Ma Severus era immune agli uomini affascinanti (era il migliore amico di Lucius Malfoy, dopotutto) e si limitò a sorridere.

"Per favore." Sirius ci ha provato.

"Ti mostrerò la sala da pranzo." Disse Severo. "Ma sto dicendo a Harry che ti sei perso."

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