Cap. (11) Ritorno A Scuola

654 24 0
                                    

Lucius si svegliò sentendosi infreddolito e gemette. Si girò, aspettandosi di trovare Harry accanto a lui. Ma c'era solo un punto caldo e vuoto. Ringhiando infastidito, Lucius si alzò a sedere e si guardò intorno.

"Non volevo svegliarti." Disse piano Harry, girando intorno al letto.

"Dove eri?" Chiese Lucius, la stanchezza lo rendeva nervoso.

"Bagno." Rispose Harry. Risalì sul letto e si tolse gli occhiali, appoggiandoli sul comodino. Le braccia di Lucius lo tirarono di nuovo sotto le coperte e Harry sospirò soddisfatto mentre era avvolto dal calore.

Prima che potesse mettersi a suo agio, la voce storta del sonno di Lucius chiese: "Che ore sono?"

Harry si girò indietro e Lucius lo seguì, le braccia ancora strette intorno all'adolescente. Harry afferrò la sua bacchetta e mormorò: "Lumos". Una luce soffusa riempì la stanza e Lucius gemette, nascondendo il viso tra le spalle di Harry. Harry controllò l'ora sul suo orologio da polso e disse: "Sono appena passate le quattro."

Spense la sua bacchetta e la rimise a posto prima di rotolare indietro. Lucius lo tirò immediatamente dentro finché il Grifondoro non fu avvolto tra le sue braccia, il naso strofinato contro la sua camicia di seta del pigiama.

Lucius gemette di nuovo e mormorò: "Devo alzarmi tra... Sei ore."

Disse che erano passati sei minuti e Harry sorrise. Lucius è sempre stato assonnato, come il Lucius di un tempo; orgoglioso, esigente e sempre desideroso di fare a modo suo. Non lasciava quasi mai che Harry si alzasse dal letto per usare il gabinetto, il che significa che l'adolescente doveva sempre alzarsi nel cuore della notte.

A Lucius importava? No, purché abbia il suo compagno da coccolare. Ad Harry non importava davvero; gli piaceva un orgoglioso Lucius Malfoy. Desiderò solo che non intaccasse la sua vescica.

"Devo alzarmi alla tua stessa ora." Ricordò Harry al suo compagno mentre si sistemava di nuovo.

"Non m'importa se devi alzarti." Borbottò Lucius. Spinse Harry sotto le coperte con il piede in un gesto che Harry pensava dovesse essere un calcio.

Harry sorrise. "Non prendermi a calci."

"Calcia chi voglio." Mormorò Lucius sopra di lui.

"Non a me."

Lucius gli diede di nuovo una gomitata e Harry rise.

"Ridacchia." Gemette Lucius, interrompendosi con un enorme sbadiglio. "Alzarsi e lasciarmi... Tutto freddo... Solo per usare quella dannata... Cosa..."

"Non volevo." Disse Harry.

"Allora muovendoti per..." Lucius sbadigliò di nuovo, ignorando il suo compagno. "Luci... Più movimenti della bocca con... Parole..."

"Mi hai chiesto che ore erano" Gli ricordò Harry.

Ma Lucius aveva un buon sfogo, e amava litigare quando era mezzo addormentato (non che credesse ad Harry quando il ragazzo lo tirava fuori durante le ore diurne).

"Parlare, parlare troppo, nn." Ha detto. "Penso di poter parlare solo perché sei... Qual è la sua faccia... Fulmine... Harry dannato... Cosa... Potter ragazzo..."

"Oh!" Gridò Harry.

"Smettere di urlare!" Sibilò Lucius.

"Mi stai facendo-"

Lucius respinse Harry e lo baciò velocemente, facendo tacere l'adolescente. "Dormi." Ordinò.

"Non dirmi cosa fare." Borbottò Harry.

Fatto L'Uno Per L'AltroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora