Le sue parole sono bastate a distrarmi dal pensare alla lite con mia madre, almeno per un po'.Mentre aspetto che l'autobus arrivi a destinazione, dopo altri quindici minuti passati in contemplazione al parco, i miei pensieri continuano a spostarsi sulla conversazione appena avuta con Dean.
È sempre lui a porre fine alle nostre conversazioni, il che le rende ancora più confuse e distorte.
Dopo che l'autobus mi ha lasciata nel mio quartiere, mi dirigo verso il portico e mi siedo sul divanetto. Per un po' guardo dall'altra parte della strada e mi godo la quiete del mattino.
Dall'interno della casa si sente un leggero suono di chiacchiere, il che mi porta a credere che mio padre abbia invitato un ospite.
Poco dopo, la porta d'ingresso si apre bruscamente rivelando la figura di mio padre accompagnato da uno sconosciuto che sembra avere la mia stessa età.
Sembrano essere così assorbiti dalla loro discussione, che ci vogliono alcuni minuti prima che mio padre si renda conto della mia presenza.
"Emery... sei stata qui tutto questo tempo?"
I miei occhi sfrecciano per incontrare il suo sguardo stupito. "Sono appena arrivata."
Percependo un tono dolente nella mia voce, passa un lampo di preoccupazione nei suoi occhi. Rilassa in fretta i suoi lineamenti prima di guardare il ragazzo in piedi accanto a lui. "Dove sono le mie maniere, Melvin, vorrei presentarti mia figlia Emery."
Gli offro un sorriso forzato mentre l'amico di mio padre si avvicina a me tendendomi una mano. "Piacere di conoscerti."
Mi alzo subito in piedi per stringergli la mano. "Anche per me."
Di tanto in tanto, mio padre invitava i suoi clienti in casa per incontri riguardanti i suoi progetti di design. Quando non lavora presso lo studio di architettura, durante i fine settimana, è molto probabilmente nel suo ufficio in casa, ad ascoltare le istruzioni dei clienti su come vorrebbero che le loro case fossero fabbricate, e poi lui crea i progetti.
Dopo aver salutato il suo cliente, non perdo tempo prima di allontanarmi da loro, ed entro in casa. Poi vado nella mia stanza e mi lascio cadere a faccia in giù sul materasso.
Non volendo pensare agli eventi precedenti, mi preparo a sonnecchiare fino al pomeriggio.
Sfortunatamente, la mia siesta è di breve durata perché sento un leggero bussare alla porta.
"L'incontro con tua madre non è andato bene?" il suono della voce di mio padre risuona attraverso la stanza.
Spostandomi dall'altra parte del letto, non rispondo alla sua domanda. Pochi secondi dopo, sento i suoi passi avvicinarsi prima di sentire il suo pesante peso sul letto.
"Parlami, Emery... per favore." Un tono implorante prende il sopravvento sulla sua voce.
Con riluttanza, gli rivelo ciò che è successo al ristorante. Dato che è seduto dietro di me e non riesco a vedere la sua faccia, è molto più facile per me dirgli tutto senza vedere il suo sguardo di disapprovazione.
"Come può tua madre non crederti?" dice mio padre irritato, "Voglio dire, sei sua figlia, per carità...". Si ferma quando sente che mi sfugge un lamento.
In pochi secondi, appare nel mio campo visivo in posizione inginocchiata. Dopo aver esaminato le mie lacrime non versate, posa un braccio confortante sulla mia schiena.
"Non piangere Emery, hai fatto la cosa giusta dicendoglielo." Inizia in tono pensieroso. "Si è spinta troppo oltre e per questo dovrà avere a che fare con me. Nessuno può parlare a mia figlia in quel modo e pensare di farla franca, nemmeno se è tua madre".
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Fool Me Twice, Shame On Me | [Italian Translation]
Teen Fiction"Quindi tutto questo è stato solo un gioco per te... per tutto il tempo, hai fatto finta che ti piacessi solo per umiliarmi davanti all'intera scuola?" Un'aria di malinconia mi circondava, i miei occhi lacrimavano come mai prima d'ora. "I tuoi senti...