[ 12 ] Running away is what I usually do best

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Dopo che Joan mi ha rivelato i dettagli su come mio padre ha scoperto che stavo mentendo, esco in fretta di casa sua senza nemmeno salutare. Sono così in ansia e non riesco a pensare con lucidità mentre cammino per il quartiere. Dato che Natalie abita a soli tre isolati di distanza da me, la passeggiata verso casa mia dura circa cinque minuti. Anche se il pensiero di confrontarmi con mio padre mi spaventa a morte, la calda brezza notturna allevia la mia ansia e mi aiuta a distogliere la mente dalle cose.

Quando arrivo sulla veranda, noto subito attraverso le finestre che le luci del mio soggiorno sono le uniche ad essere accese in casa, segnalando che mio padre sta aspettando il mio ritorno.

Nel momento in cui entro in casa, posso già percepire lo sguardo freddo e deluso che mio padre mi sta rivolgendo.

"Ti dispiace spiegarmi dove diavolo sei stata, in queste ultime due ore?"

Le uniche volte in cui usa il suo tono autoritario è quando è più che incazzato con me. È seduto sul divano con le braccia incrociate mentre espira dal naso, le spalle si alzano e si abbassano.

Sono in profondi, profondi guai.

"So che hai scoperto cos'è successo stasera papà" comincio nervosamente. "E so che sei arrabbiato ma io—"

"Rabbia non si avvicina neanche un po' a descrivere quanto sono arrabbiato con te" mi interrompe.

"Ti avevo detto di non andarci, Emery e tu mi hai disobbedito. Pensavi seriamente che non l'avrei scoperto?"

Quando scelgo di non rispondere, strizza gli occhi prima di continuare. "E ora sei tornata a casa, vestita come una stupida ragazza di cui si sono approfittati e che ha voglia di condividere il motivo per cui il tuo vestito si è inzuppato?"

Aggrottando le sopracciglia, stringo i pugni mentre interiormente mi sforzo di calmarmi. Rispondere porterà solo a più problemi e ho esaurito tutte le mie energie per la giornata.

"Prima di tutto, nessuno si è approfittato di me e in secondo luogo—" Mi blocco a metà frase perché improvvisamente si alza di scatto dal divano e viene verso di me.

"Stai zitta!" urla a squarciagola.

Un tremito di paura mi pervade mentre mi blocco sul posto. Sono momenti come questo che mi rendono completamente frustrata ed emotiva.

"Ora, se non puoi obbedire alle mie regole e senti di avere il diritto di prendere le tue decisioni, allora per carità, torna a vivere con tua madre a Boston." m dice.

Senza rendermene conto, sento che le lacrime iniziano lentamente a fuoriuscire dai miei occhi mentre scuoto la testa. "Papà, mi dispiace di averti disobbedito, ma per favore non rimandarmi lì." Balbetto con un tono fragile.

"Beh, avresti dovuto pensarci prima di fare quello che hai fatto" abbaia prima di tornare alla sua posizione iniziale sul divano. "È così che sarà sempre con te Emery? C'è una festa, chiedi il mio permesso per andarci — io rifiuto e tu ci vai lo stesso — vieni umiliata a quella festa e torni a casa, nel cuore della notte, a farti sgridare?"

Scuoto lentamente la testa mentre scelgo di rimanere in silenzio.

Fa un profondo sospiro. "Per finire, hai convinto la tua amica a mentirmi solo per coprirti... beh, ecco come sarà d'ora in poi, ti prenderò la macchina. Anche Natalie è in grossi guai."

"Ma papà è ingiusto," dico seccata, "sai quanto ho bisogno di quella macchina per la scuola, e per favore non punire Natalie per i miei errori."

Fool Me Twice, Shame On Me | [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora