Capitolo 3

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Isabella's POV

Rimasi seduta a quelle panchine di pietra ancora con lo stomaco in subbuglio e le guance che non avevano intenzione di tornare alla normalità.
Abbassai lo sguardo in basso e presi  a osservare i miei piedi.

Erano grandi? Ci avrà fatto caso ai miei piedi? Ma cosa vado a pensare. Perché mi avrebbe dovuto guardare i piedi?

Mi sentivo rammaricata oltre che imbarazzata. Quel ragazzo bellissimo aveva capito che avevo origliato e mi aveva persino minacciata. Non ce l'avevo con lui per la sua minaccia implicita, era un emissario dell'imperatore. Faceva parte del suo lavoro, mentre io ero passata come una "gatta impicciona".

Adesso sicuramente sarei stata puntata dalle guardie! Addio istituto, addio università a Oxford, addio speranze di trovare marito e a tutto il resto!

Misi le mani sulle mie guance e posando i gomiti sulle ginocchia, toccando per sbaglio la ferita di cui mi ero dimenticata. Sibilai al forte bruciore e sollevai la gonna per vedere quanto fosse grave. Per fortuna era una semplice sbucciatura ma si erano le calze erano tutte rotte per il volo che avevo fatto. Da lontano, sentii delle voci che discutevano animatamente avvicinarsi, due voci che conoscevo bene. Anna e Mark  erano di ritorno dagli allenamenti di scherma e ora stavano litigando per un colpo che secondo Mark non valeva mentre per Anna sì.

«Eccoti qui Bella» disse Anna con un sorriso smagliante

«Secondo voi ho i piedi grossi?» dissi flettendo un piede

«Cosa? No!» dissero straniti dalla mia domanda. Forse cadendo non mi ero fatta male solo al ginocchio...

«Bella cosa è successo?» chiese Anna notando il ginocchio sbucciato.

«Mi sono imbattuta in Gunther e Yuri»

A sentire i loro nomi, i due buttarono entrambi le loro borse per terra e presero una posizione simile a quella di due soldati pronti all'attacco e occhi infuocati.

«Che cosa? Cosa volevano quei due?!»

«Volevano i miei appunti Mark ma io non volevo darglieli e mi hanno fatta cadere e hanno rovesciato tutte le mie cose per terra, inchiostro incluso»

«ORA MI HANNO STANCATO! DA CHE PARTE SONO ANDATI CHE LI FACCIO A FETTE!»

«Io li butto in mezzo al cortile senza pantaloni»

«Non c'è bisogno di picchiarli. Andrò a riferire tutto al preside»

Apprezzavo il fatto che i miei amici vogliano difendermi ma volevo sbrigarmela a modo mio: con discrezione e senza uso della violenza.
Anna e Mark mi guardarono delusi dalla mia decisione, specialmente Mark. A differenza loro preferivo l'approccio diplomatico. D'un tratto il moro tirò fuori il suo fazzoletto di stoffa dalla borsa e lo avvicinò a me.

«Aspetta hai dell'inchiostro sulla faccia» disse passando gentilmente il fazzoletto sulla guancia destra. Il mio cuore accelerò quando incontrai i suoi occhi ambra contornati da lunghe ciglia scure e  afferrai la sua mano, che era il doppio della mia, ringraziandolo con un semplice sorriso. Mark era sempre così premuroso con me. Era l'unico ragazzo, dell'istituto, che mi rivolgeva la parola senza che abbia bisogno dei miei appunti.

«Che bastardi, la pagheranno! Wilkins che ne dici di andare in infermeria a prendere dell'alcol?» disse Anna mezza disgustata.

«Ci stavo per andare prima che me lo dicessi tu» disse lui sprezzante

Mark se ne andò e non appena girò le spalle la bionda gli fece il verso senza farsi sentire. Accavallai la gamba fatta male su quella buona mentre fissavo il moro allontanarsi. Rimasi sola con Anna che mi guardava con totale disapprovazione.

Hunters: Black EmpireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora